BP/AMOCO: FUORILEGGE
Che tipo di pessima
compagnia petrolifera troviamo nella BP/Amoco?
(BP/Amoco, ha sede a Chicago, ed è
nata nel 1998 dalla fusione della Statunitense Amoco Corporation con la British
Petroleum Company p.l.c. del Regno Unito.)
Passiamo
in rassegna le prove:
A febbraio, la sussidiaria in Alaska della BP Amoco - BP Exploration (Alaska)
Inc. - è stata condannata al pagamento di una multa di $500,000 per
aver omesso di riportare lo smaltimento di scorie pericolose nella regione
del North Slope, in Alaska.
Inoltre, alla compagnia è stata imposta la creazione di un sistema
di gestione ambientale su scala nazionale, al fine di prevenire future violazioni.
Come condizione per ottenere 5 anni di "libertà vigilata",
è stato ingiunto alla BPXA di creare un sistema di gestione ambientale
per tutti gli impianti BP Amoco negli Stati Uniti e nel Golfo del Messico
attivi nell’esplorazione, estrazione o produzione di petrolio.
Si tratta del primo sistema di questo tipo, monitorato da una corte, applicato
ad una industria petrolifera come risultato di una condanna federale.
A suo tempo, la BPXA si è dichiarata colpevole di crimine ambientale,
la compagnia ha accettato il patteggiamento civile in base al quale ha pagato
6.5 milioni di dollari di penale per rispondere delle accuse per le quali
avrebbe disposto in maniera illegale di scorie pericolose e violato la legge
federale sull’acqua potabile.
Le accuse penali e civili sono entrambe scaturite dalla continuata deposizione
di scorie sull’isola di Endicott, durata un periodo di tre anni e iniziato
nel 1993.
Ad aprile, secondo quanto pubblicato nel giornale The Guardian, il Pension
Investment Research Consultants Groups (PIRC - Gruppo di Consulenza per gli
Investimenti di Fondi Pensionistici), che vanta un giro di affari di oltre
400 milioni di dollari, ha inviato un rapporto ai propri clienti in cui si
raccomanda di votare a favore di una risoluzione di azionisti che inviti la
BP Amoco ad annullare il suo controverso progetto petrolifero Northstar, attualmente
in costruzione nell’oceano Artico ed a cessare le operazioni di lobby
volte ad aprire il Parco Naturale Nazionale Artico all’estrazione petrolifera.
Inoltre, la risoluzione esorta BP Amoco, la quale si autodefinisce una compagnia
energetica con il pensiero rivolto al futuro, ad investire nelle straordinarie
opportunità di mercato offerte dall’energia solare.
Un portaparola BP/Amoco ha dichiarato che "dipenderà dal Congresso
se il Parco Naturale Artico sarà aperto o meno. Noi non abbiamo nulla
da dire in merito."
La compagnia aggiunge che investe annualmente centinaia di milioni nel solare,
ma che ciò non compensa la maggiore necessità di petrolio.
"Al momento attuale, l’energia solare non può far funzionare
le automobili", ci dice Youssef Ibrahim, vice presidente del settore
delle relazioni con i media.
"Il mondo consuma 76 milioni di barili
al giorno.
Quando i cinesi avranno acquistato altri 170 milioni di automobili nei prossimi
20 anni, da dove pensate che verrà la roba per farle funzionare?"
• Ad aprile, BP Amoco ha accettato
di pagare 32 milioni di dollari per rispondere delle istanze del False Claims
Act (legge americana per le false dichiarazioni n.d.t.) e di alcune istanze
amministrative per le quali la compagnia avrebbe sottopagato i diritti dovuti
per il petrolio ricavato da terreno federale ed indiano sin dal 1988.
• A luglio, BP/Amoco ha accettato
di pagare 10 milioni di dollari per chiudere un’istanza sul Clean Air
Act (la legge USA per la tutela dall’inquinamento dell’aria n.d.t.).
• Lungo il corso dell’anno,
sia BP/Amoco che altre compagnie petrolifere hanno usato i loro tirapiedi
al Congresso, guidati dal Rappresentante Don Young dall’Alaska, per
minacciare un gruppo di interesse pubblico, il Project on Government Oversight
(POGO - Progetto per la Supervisione del Governo), con una denuncia di "disprezzo
del Congresso" (si tratta di un reato simile all’oltraggio alla
corte, in Italia non esiste n.d.t.) per aver omesso la consegna di documenti
richiesti in sede di processo.
Il Comitato di Young sta indagando su in pagamento di circa 800,000 dollari
effettuato dal POGO a beneficio di due impiegati federali.
Il POGO ha ricevuto 1.2 milioni di dollari
dalla Mobil Oil come pagamento di un contenzioso legale ed ha successivamente
pagato con 383,600 dollari ciascuno due impiegati federali che agirono da
informatori; il legale del POGO dichiara che il gruppo si rifiuta di fornire
alcune registrazioni telefoniche al Comitato guidato da Youg, in quanto ciò
minerebbe gli sforzi per proteggere i propri informatori e coinciderebbe con
una inaccettabile intromissione nei propri diritti sanciti, dal Primo Emendamento.
Young contesta che il pagamento del POGO è servito comperare le informazioni.
Il POGO replica che si tratta di un premio per la collaborazione.
Il direttore esecutivo del POGO, Danielle Brian pensa che Young agisca per
conto delle industrie petrolifere, per rappresaglia contro la campagna condotta
dal gruppo con l’intento di rendere pubblici gli eccessivi pagamenti
di diritti alle industrie petrolifere, avvenuti da parte del governo.
"Il mandato di comparizione (dei documenti) emesso da Young è
l’ultimo di una serie di rappresaglie ai danni del POGO, messe in atto
da politici simpatizzanti delle industrie petrolifere, per il ruolo avuto
dal gruppo nel promuovere con forza le istanze legate ai pagamenti di diritti"
ci dice la Brian e aggiunge che "le uniche informazione che il presidente
del comitato, Young, guadagnerà da questo mandato di comparizione sono
identità e numeri di telefono degli informatori che hanno lavorato
con il POGO. Noi non tradiremo queste persone né li esporremo alla
rappresaglia".
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