PHILLIPS PETROLEUM: UN DATORE DI LAVORO MORTALE
Una gigantesca esplosione, avvenuta lo scorso marzo nella fabbrica di materiali
plastici della Phillips Petroleum, a Pasadena nel Texas, ha causato un decesso
ed il ferimento di 74 persone.
Si tratta del terzo incidente fatale avvenuto negli ultimi 11 anni nel gigantesco
complesso petrolchimico, che contava già altre due tragedie di cui
una esplosione che nel 1989 ha causato la morte di 23 persone ed un’altra
che nel giugno 1999 ha portato il decesso di due uomini.
Quella di marzo è stata la quarta esplosione verificatasi agli impianti
nel corso dell’anno; nella fabbrica lavorano 850 persone che producono
resine plastiche di alta qualità impiegate in medicina e nei beni di
consumo.
Jeremiah Baumann, dell’U.S. PIRG, un gruppo di pubblico interesse con
sede a Washington, D.C. commenta così: "questa tragica esplosione
alla Phillips Chemical rientra fin troppo bene nei ricorsi della storia degli
incidenti nell’industria chimica americana."
Dopo un’indagine di sei mesi, l’Occupational Safety and Health
Administration (OSHA - Ufficio Amministrativo per la Sicurezza e la Salute
Occupazionale) ha proposto di multare l’azienda per un ammontare di
2.5 milioni di dollari.
L’OSHA ha dichiarato che uno dei fattori chiave nella causa dell’esplosione
mortale è stata quello di gravi mancanze nel corretto addestramento
dei lavoratori.
"Sfortunatamente, questa tragedia non rappresenta un caso isolato, ma
rientra in una serie di incidenti avvenute in questo sito industriale,"
ha detto Alexis Herman, Segretario dell’U.S. Labor, "tre lavoratori
hanno perso la vita in esplosioni avvenute in questa fabbrica in meno di un
anno e 23 altri sono morti in una gigantesca esplosione nel 1989."
La Phillips Petroleum è in disaccordo con le conclusioni dell’inchiesta
OSHA ed ha espresso disappunto per il fatto che l’Agenzia Nazionale
"ha preferito le esternazioni invece di cercare una soluzione del problema
che recasse reciproca soddisfazione."
L’OSHA ha attribuito la disgrazia ad una reazione chimica avvenuta nel
serbatoio da 12,000 galloni di butadiene nella sezione K-resin del complesso.
K-resin è l’indicazione per la plastica usata per la fabbricazione
di beni quali bicchieri, contenitori per cibo e attrezzature mediche, il butadiene
è un idrocarburo altamente reattivo.
Secondo l’OSHA "Il serbatoio era stato messo fuori servizio per
pulizia e non aveva indicatori di pressione o temperatura che avvertissero
i lavoratori della sala controllo del rischio imminente."
Jim Lefton, rappresentante internazionale del sindacato dei lavoratori di
settore industriale cartaceo, chimico ed energetico, ha dato il plauso alla
multa.
"Vorrei che fosse stata una multa molto più elevata. La nostra
linea è quella per cui vogliamo che questa azienda smetta di uccidere
e ferire le persone," ci dice.
"La nostra prima preoccupazione è stata quella di cercare di capire
ciò che l’azienda metterà in atto per gli impiegati bruciati
nell’esplosione. Devono risarcire le famiglie al di là di quanto
previsto dalle assicurazioni."
Un portavoce della procura distrettuale della contea di Harris, la polizia
di Pasadena, e l’ufficio dello sceriffo della contea hanno tutti dichiarato
che non vi è alcuna indagine aperta in merito all’accaduto.
Da luglio del 2000, l’impianto Phillips di Houston è controllato
dalla nuova joint-venture Phillips-Chevron, la Chevron Phillips Chemical.
Chevron Phillips Chemical ha dichiarato il suo impegno in un piano per far
sì che l’impianto di Houston diventi "uno dei più
sicuri dell’industria chimica."
James Gallogly, il nuovo amministratore delegato della Chevron Phillips ha
commentato che "Il piano d’azione per la sicurezza del sito industriale
della Chevron Phillips non solo considera le problematiche individuate dall’indagine
OSHA, in merito all’incidente del 27 marzo 2000 alla fabbrica di K-Resin,
ma si spinge ben oltre".
Il piano prevede la nomina di uno "zar della sicurezza", lo sviluppo
di un programma di sicurezza basato sui comportamenti [vedi "Blame the
Worker: The Rise of Behavioral-Based Safety Programs," "Prendersela
con i lavoratori: l’ascesa dei piani di sicurezza basati sui comportamenti"
- Multinational Monitor, Novmbre 2000] ed esercitazioni per i dipendenti.
L’incidente del 1989 agli impianti Phillips ha spronato l’approvazione
delle norme sulla preparazione in caso di incidenti, inserite tra gli emendamenti
del Clean Air Act (Legge per "l’aria pulita" n.d.t.) del 1990.
Una delle norme impone che sia pubblicato un documento sugli impianti dove
si impiegano sostanze estremamente pericolose, il quale deve descrivere l’ipotesi
di "caso peggiore", ovvero dell’incidente più grave
possibile includendo il raggio di vulnerabilità della zona circostante
gli impianti.
Il documento relativo all’impianto Phillips riguardava proprio il butadiene
usato nel sito K-resin dove si è verificato l’incidente.
Lo scorso agosto, la Chemical Manufacturers Association (Associazione dei
Produttori del settore Chimico), di cui la Phillips è membro, ha condotto
operazioni di lobby per ottenere la cancellazione dell’obbligo di pubblicare
la documentazione di "caso peggiore".
Il commento di Baumann è lapidario: "L’estate scorsa l’industria
chimica è riuscita a minare il diritto del pubblico di conoscere i
pericoli legati ad incidenti industriali, adesso possiamo vedere quanto sia
pericoloso essere lasciati all’oscuro."
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