Latte in polvere? No
Grazie!
Ogni giorno nei paesi poveri del mondo muoiono 4.000
bambini poichè non sono allattati al seno. Questa non è una
nostra tesi, ma un dato dell'UNICEF" Baby Milk Action
"Molte persone oggi credono nelle superstizioni moderne, queste includono l'allattamento col biberon. Queste superstizioni non sono meno dannose di alcune insalubri superstizioni antiche. Ma mentre alcune antiche supestizioni hanno le loro radice nell'ignoranza, quelle moderne traggono la loro sorgente dall'avidità. E noi sappiamo che il profitto ha forti e potenti interessi"
Un ex Segretario generale della Sanità delle Filippine
"Un bambino allattato con latte in polvere è 25 volte più a rischio di morire di dissenteria di uno allattato al seno, in posti dove l'acqua non è sicura."
UNICEF
Come ripetutamente segnalato dall'UNICEF la Nestlè
viola il codice internazionale redatto dall'Organizzazione Mondiale della
Sanità e dalla stessa UNICEF, che proibisce la promozione dell'uso
di latte in polvere per l'alimentazione dei neonati.
L'uso di tale latte, in sostituzione a quello materno, fornito gratuitamente
negli ospedali nei primi giorni di allattamento, crea nel lattante disaffezione
al latte materno. Ciò ha causato e causa la morte di un altissimo numero
di bambini nei primi mesi di vita, poichè nel terzo mondo il latte
in polvere viene preparato con acqua spesso malsana. Fonti dell'UNICEF parlano
di più di 1.000.000 neonati morti all'anno nel Sud del mondo perchè
non più nutriti al seno.
Nestlé è uno dei simboli della globalizzazione, della distruzione
di ciò che non è mercato globale, ma anzi uno dei promotori
dell'appiattimento globale, per favorire i loro profitti di grandi economie,
prodotti unificati per tutti i consumatori del pianeta, un po' come il McDonald's,
di cui è infatti sempre più spesso partner, anche con Disney,
per aggredire i piccoli consumatori del nord del mondo.
Una delle ultime azioni contro tutti noi (esclusi gli azionisti Nestlè)
è stato quello di far passare la possibilità di etichettare
come cioccolato, prodotti fatti anche senza il cacao, quindi sempre più
da un lato cibo uscito dai compilatori di materia* e dall'altro un nuovo mezzo
per far ribbassare i prezzi ai contadini del sud del mondo produttori di cacao.
Nestlé è il più grande produttore di cibo mondiale, il
gigante del settore agroalimentare, con stabilimenti in più di 80 paesi
ed un giro d'affari di circa 52 miliardi di dollari. Con un budget pubblicitario
di circa 8 miliardi di dollari all'anno, Nestlè ha un notevole vantaggio
sulle donne che producono naturalmente il latte per i loro neonati e non hanno
"una fortuna" da investire per promuovere la bontà del loro
prodotto.
Nesltè e contropropaganda:
Nestlè ha infatti dalla fine del 1999 iniziato
una vera e propria operazione di contropropaganda, a partire dalla Gran Bretagna,
che cercasse di ridare lustro al marchio della compagnia oramai logorato dai
23 anni di boicottaggio, che si sono fatti sentire ed hanno lasciato il segno
nell'opinione pubblica, e che hanno posto problemi, come quello di avere campagne
pubblicitarie bloccate perchè giudicate ingannevoli dalla Advertising
Standard Authority o dal fatto che il parlamento europeo vorrebbe convocare
delle multinazionali in audizioni pubbliche per gli abusi e i danni da queste
causate negli anni. Nestlè è la prima compagnia che vorrebbero
mettere in questa scomoda posizione.
Così Nestlè ha cercato di incrementare, e molto pubblicizzare,
le sue iniziative di beneficienza verso attività dedicate ai bambini
ed alle chiese. La loro nuova tattica comprende anche arrivare a mettere la
pubblicità su media abbastanza rispettati per i loro contenuti attenti
(come "The Big Issue") per recuperare immagine anche nei settori
che più sono stati attenti ai motivi del boicottaggio e per cercare
di cancellare l'immagine che si è diffusa negli anni ossia che Nestlè
tragga i suoi massimi profitti succhiando con avidità dai paesi del
terzo mondo (ma in effetti è così). Ed anche per far recedere
le chiese che si sono molto impegnate nelle campagne di boicottaggio a causa
della devastante pratica di diffondere il latte in polvere nei paesi poveri
con la susseguente mortalità dovuta a diarrea, che non si verificherebbe
con l'allattamento al seno (secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità
più di un milione di bambini muoiono ogni anno a causa di una nutrizione
con biberon/latte in polvere fatta in modo non igienico, solitamente a causa
delle acque non potabili).
In pratica un bambino ogni 30 secondi.
Nestlé controlla il 40% del mercato mondiale del latte per bambini,
pubblicizzandolo con molta aggrssività nei paesi del terzo mondo, cercando
anche di scoraggiare l'allattamento al seno. Chiaramente dopo un piccolo periodo
di allattamento da biberon il latte della madre si asciuga e non viene più
prodotto dall'organismo... un nuovo consumatore è nato.
Nestlè "incoraggia" gli operatori della sanità a spingere
i suoi prodotti. Lo fanno facendo donazioni, per esempio agli ospedali del
Gabon (Africa), malgrado il governo di quel paese abbia chiesto alla Nestlé
di farla finita. Nelle Filippine la compagnia ha dovuto subire lo scandalo
di essere stata scoperta a "affittare" delle infermiere diplomate
in funzione di "educatrici sanitarie" per andare per le case e convincere
le madri ad usare i prodotti Nestlé. Ignorando i consigli della Organizzazione
Mondiale della Sanità che raccomanda che i cibi complementari debbono
essere utilizzati dopo i sei mesi di vita, i prodotti Nestlè sono etichettati
come utilizzabili dopo la seconda settimana di vita. Le etichette non forniscono
informazioni chiare, e, in alcuni casi, in lingue che le madri non possono
capire.
Nestlè esporta il suo latte nelle "colonie" fin dal 1873,
sono 126 anni che la compagnia ignora le leggi. Attualmente Nestlè
è sotto processo in India per via delle etichette, ma per fare un altro
esempio, nel 1939 la compagnia esportava i suoi prodotti in Singapore e Malesia
etichettati come "ideali per bambini delicati", mentre era stata
vietata la commercializzazione in Gran Bretagna per via dei casi di cecità
e rachitismo.
Allattamento al seno
: alcuni fatti
• L'allattamento al seno è andato declinando
rapidamente tra gli anni 1960/70, con l'espansione del mercato del latte in
polvere. In Messico si è passati dal 100% al al 40 %, in Cile dal 90%
di allattati al seno si è passati al 5%, a Singapore dall'80% al 5%
(fonte: UK Food Group)
• L'allattamento al seno è vitale non
solo per l'apporto nutrizionale, ma soprattutto per la sua funzione di trasmissione
di anticorpi e quindi protezione contro le malattie.
• Nei paesi sviluppati il cibo in più
che deve assumere la madre per allattare, viene a costare meno di un decimo
del cibo artificiale per il bambino.
• La gente povera solitamente dilusce troppo
il latte in polvere spesso con acqua malsana, causando così, per lo
meno malnutrizione.
• Una recente ricerca del British Medical Council
ha riscontrato che il latte di mucca, quello da 26p a pinta va altrettanto
bene per i bambini sopra i sei mesi di vita del latte in polvere che costa
circa 5 sterline per 10 pinte.
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