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Naomi Klein per il GasCD | |
Naomi Klein per il GasCD
Introduzione di Naomi Klein per il GasCD, compilation di 32
artisti che prende il nome dai lacrimogeni usati contro i manifestanti a Quebec-City
e Genova. I ricavati delle vendite italiane a Radio Gap.
Gli effetti del gas lacrimogeno:
Nel fine settimana del 22/4/2001 decine di migliaia di dimostranti a Quebec
City hanno vissuto un corso di aggiornamento in materia di gas lacrimogeni.
Pur avendo in apparenza un effetto calmante, ottiene in realtà l’effetto
opposto. Una volta colpiti dal gas, si subiscono reazioni di rabbia incontrollata.
Al momento del rilascio, la nuvola bianca appare come un effetto TV altamente
spettacolare e meno violento di proiettili di gomma, polizia a cavallo, manganelli.
Ma appena si dirada diventa impossibile per le telecamere inquadrarne gli effetti
che però allo stesso tempo mettono i dimostranti in ginocchio.
Nel suo diffondersi in ogni angolo, il gas lacrimogeno ricorda un pò
il modello economico per tutti che era sotto esame in Quebec: tagli di tasse,
privatizzazioni, deregolamentazioni, maggior economia di mercato. I leaders
di tutti paesi dell’emisfero occidentale (tranne Cuba), si sono riuniti
in Quebec per lanciare la FTAA (libero commercio tra le Americhe). Se questo
piano diventerà legge, le Americhe saranno presto la più ampia
zona di libero scambio nel mondo e questo modello economico si diffonderà
come un nuvola tossica. in ogni istituzione, ogni azienda, perfino nelle foreste
vergini.
Mentre i 34 pezzi grossi si incontrano dietro alle barricate, la città
intorno a loro sembra affogare sotto un mare di gas. La polizia in assetto di
guerra che spara cariche di gas intossica intere zone della città costringendo
famiglie a usare maschere anti-gas nei propri salotti. Vengono gassati persino
i volontari che distribuiscono panini alla folla. Conosciamo una donna di 50
anni di Ottawa che afferma: sono andata a comprare un panino e sono stata gassata
due volte. Persone che manifestavano per la pace davanti alla polizia, gente
ad una festa, altri che protestavano per l’arresto di loro amici, furono
tutti gassati. E lo fu persino la clinica di pronto soccorso che ricoverava
la gente gassata.
I gas lacrimogeni stabilirono però anche un forte legame emotivo tra
i partecipanti: durante l’assalto alle recinzioni che avevano reso inaccessibile
il centro di Quebec City, i principali sindacati e gli ONG fornirono agli attivisti
assistenza e protezione essenziali. Catene umane composte dai residenti locali
passavano bottiglie d’acqua a coloro che erano in prima linea, dove la
gente si sciacquava gli occhi e tornava in campo. La folla tifava mentre il
mondo era testimone della nascita del nuovo sport nazionale canadese: il rilancio
delle bombolette di gas alla polizia mediante uso di mazze da hockey.
Quando il gas si diradò apparve in tutta la sua evidenza il caos creato.
Almeno 5.148 cariche di gas lacrimogeno e 903 pallottole di gomma furono sparati
da più di 6.000 poliziotti. 463 attivisti furono arrestati. Contando
i 4 chilometri di recinto, lo stato canadese ha speso più di 100 milioni
di dollari per la più ampia operazione di sicurezza interna in tempo
di pace.
Evidente anche la strategia nel filmare a bella posta agitatori lancia sassi
al fine di giustificare l’intervento contro migliaia di dimostranti autorizzati.
Il primo atto fu la creazione del recinto che fece si che i dimostranti fossero
totalmente isolati e invisibili ai loro rappresentanti politici. Quello successivo
fu l’uso del gas, una sostanza che per definizione non discrimina, indifferente
com’ è a schieramenti, tattiche o politiche.
Secondo la Ligue des Droits (Lega dei diritti umani) del Quebec, la polizia
usò un laser intelligente per sparare una pallottola di gomma all’altezza
dei genitali di uno dei dimostranti. E ancora, un uomo già sdraiato in
terra fu tramortito con un manganello elettrico e un altro su trampoli vestito
come la Statua della Libertà fu fatto cadere dal violento getto di un
mega idrante al momento di avvicinarsi alla recinzione.
Il suddetto resoconto degli avvenimenti è anche sceso nei particolari
degli agghiaccianti maltrattamenti di chi fu arrestato. Alcuni manifestanti
furono trattenuti per otto ore in manette su camionette della polizia parcheggiate
in zone pesantemente colpite dai gas prima di essere incarcerati. Una volta
arrivati, molti furono spogliati e accuratamente perquisiti ed anche decontaminati
dal gas attraverso getti di acqua gelata da idranti. Nonostante il fatto che
le autorità avessero vuotato le prigioni prima della manifestazione (al
costo di 5 milioni di dollari), molti dei trattenuti furono stipati in 4 o 5
in celle monoposto.
Questa è una radiografia, neppure troppo completa, di un fine settimana
con manifestazione. Durante gli ultimi quattro anni abbiamo visto l’uso
di spray irritante e gas lacrimogeno diventare preoccupantemente comune nelle
manifestazioni politiche contro la Banca Mondiale, la IMF, la WTO, il World
Economic Forum, il Forum per lAsia Pacific Economic Co-operation, l’Unione
Europea, il G8 e per i convegni politici USA. Siamo inoltre stati testimoni,
da Washington a Davos (Svizzera), di un incremento di arresti di massa, cannoni
ad acqua e pallottole di gomma da parte delle forze dell’ordine, oltre
a nuovi espedienti a garanzia della sicurezza quali l’arresto preventivo
degli organizzatori della manifestazione, pestaggi di attivisti presi a caso,
incursioni sui concentramenti dei manifestanti e il sequestro di pericolosi
materiali di protesta quali cartelli e pupazzetti. Durante un summit della UE
a Gotebörg (Svezia) il rilancio della posta in palio: 3 manifestanti alla
festa dal nome Riprendere le strade furono colpiti da proiettili vere. Mentre
scriviamo, un manifestante sta ancora lottando fra la vita e la morte.
Al summit del G8 a Genova, le autorità portarono la strategia del recinto
di Quebec City ad un nuovo livello, cancellando treni e voli in entrata nel
tentativo di eliminare la città dalla carta geografica. Alcuni attivisti
la definirono una sorta di stato di emergenza preventivo. Mentre i leaders del
summit fuggivano dalla vista delle centinaia di migliaia di manifestanti che
si riunivano nelle strade, il mondo testimoniava il brutale assassinio di Carlo
Giuliani ucciso dai Carabinieri assediati che nella fuga gli sono pure passati
sopra con la camionetta.
Un mese prima la Banca Mondiale aveva cancellato un meeting sulla povertà
previsto per Barcellona, citando preoccupazioni per possibili intemperanze dei
manifestanti. L’annullamento del meeting fu ovviamente imputato ad un
ennesimo riscontro della violenza dei manifestanti e non alla pochezza degli
screditati programmi della Banca Mondiale sulla cancellazione del debito dei
paesi poveri. Nel frattempo il WTO ha scelto di svolgere il prossimo meeting
in Qatar, un paese non ostacolato né dalla democrazia né dal diritto
alla liberta di parola.
E' chiaramente soltanto una questione di tempo prima che i capi delle multinazionali
del commercio e i leaders mondiali si rechino su navi da crociera per definire
accordi che trasformeranno le risorse naturali del mondo dai geni umani ai copyright
di attività culturali fino alle risorse lavorative in proprietà
private da sfruttare a fini di lucro.
Per gli attivisti politici riuniti che prendono parte a queste manifestazioni
la sfida è quella di mettere in connessione la recinzione delle manifestazioni
alle altre barriere necessarie per mantenere uno scorrimento liscio di questo
modello economico l’uso progressivo della forza contro gli immigrati,
due milioni di cittadini statunitensi incarcerati, leggi draconiane per bandire
l’accattonaggio e l’occupazione di case e leggi anti-sciopero per
impedire ai lavoratori di esercitare i loro diritti.
Come le comunità segregate sono diventate il simbolo della discriminazione
negli Usa, la politica americana stessa è diventata una società
chiusa che richiede sempre più potere e intervento armato per proteggere
gli architetti dei cosiddetti mercati liberi dalla gente costretta a convivere
con una realtà sempre più restrittiva.
Creare tali collegamenti è un lavoro difficile; richiede una forte mobilitazione
sociale a livelli che non si vedono dagli anni 30. Uno degli aspetti più
disarmanti degli attacchi recenti alle libertà civili è che costringe
gli attivisti ad una implosione di natura legale, spingendoli ad affrontare
una serie di udienze per stabilire cauzioni e condizioni di rilascio e a sprecare
tempo per raccogliere fondi per affrontare le prossime spese legali. Prima delle
proteste in Quebec, Gord Downie aveva osservato che questa è una strategia
ricorrente, già usata contro i 900 attivisti per l’ambiente arrestati
durante le proteste per salvare la Baia di Clayoquot. Imbalsamare l’attività
di persone attente ai problemi del pianeta con spese legali inaffrontabili è
un altra barriera efficace contro le proteste pacifiche in questo paese.
Ecco dunque la ragione di questo CD: lo stato impone un nuovo dazio da pagare a chi ha il coraggio di usare la libertà di parola per mettere in questione le politiche economiche. Questo è il tuo contributo affinche gli attivisti, tutti noi, possiamo continuare a lavorare in questa direzione.