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Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete

 

di A. Di Corinto e T.Tozzi

 

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3.6.1. Le Avanguardie Storiche

 

Gli anni '50 e '60 vedono lo sviluppo di forme artistiche in cui viene stravolto il rapporto autore-spettatore e in cui il media viene usato come mezzo di comunicazione bidirezionale controllato e prodotto dall'utente stesso (Fadda, 1999, pag. 66-68). Eccone solo alcuni esempi.

 

Nel 1958 nasce l'Internazionale Situazionista ed il gruppo Fluxus 57. In un'atmosfera conseguente ai lavori svolti nel decennio precedente dal Lettrismo, dal gruppo Cobra, dal Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista e dal Laboratorio Sperimentale di Alba, così come dal lavoro delle avanguardie nella prima metà del secolo, i due gruppi porranno una forte attenzione alla necessità di rendere lo spettatore protagonista attivo dell'opera d'arte e ad una partecipazione collettiva nell'atto creativo.

 "L'internazionale situazionista rigettò per prima il concetto stesso di copyright concedendo a chiunque senza alcuna limitazione, se non quella della responsabilità personale, il diritto di riprodurre i propri testi" (Bessarione, 1994, pag. 223).

W. Vostell, del gruppo Fluxus, nel 1958 realizza un'installazione, la Chambre noir, e l'anno successivo inaugura la serie dei TV-dé-coll/age, il cui senso dichiara che la televisione è uno strumento che annulla la coscienza degli individui e cerca dunque di fare una proposta per un suo uso quale strumento di liberazione (Celant, 1977, pag. 15-19).

Nel 1965 G. Chiari realizza il brano musicale "Fuori" che consiste in un happening che produce nel pubblico la consapevolezza di poter essere attore e non semplice spettatore dell'evento artistico.

Nel 1965 i video amatoriali di Paik e Levine realizzati con il Portapak sono i primi esempi di videoarte intesa come riappropiazione di tutti del media tecnologico. Con il Portapak la telecamera e il videoregistratore entrano nelle case della gente (Fadda, 1999, pag. 42 e 69).

E' qualcosa che in qualche modo è un segno della richiesta culturale della fine degli anni '60 e che precede la rivoluzione dei Personal Computer avendo lo stesso obbiettivo di "farci mettere all'utente le mani sopra".

Nel 1967 partono i primi esperimenti di uso artistico del sistema di trasmissione televisivo con programmi autogestiti dagli artisti e finanziati con la formula "artist in residence" dalla Fondazione Rockefeller nelle televisioni WGBH-TV di Boston, KQED nella west coast ed altre. Ci lavoreranno J. Cage, A. Kaprov, B. Viola, Nam June Paik e altri. In queste televisioni si accede però dopo un'accurata selezione e quindi non sono realmente autogestite dal basso. Per tale motivo in seguito nasceranno centri indipendenti come ad esempio The Kitchen nel 1970 (Fadda, 1999, pag. 116-118).

Nel 1967 prima esecuzione su computer del "Capriccio n. 5" di Paganini, e di una sua variazione, attraverso un programma scritto da P. Grossi che usa un codice per fare musica ottenuto dal tecnico della Olivetti F. Zulian.

Nel 1967 G. Debord scrive "La Società dello Spettacolo". Il cinema, la televisione, i giornali, secondo Debord facevano parte dell'egemonia mondiale del potere in cui ricchi e poveri hanno imparato a governare con il minimo sforzo trasformando tutto in un evento mediale. Le manifestazioni teatrali dei partiti per proclamare la vittoria di politici già scelti dietro le quinte sono solo un esempio. La sostituzione dei villaggi con i condomini e dei bar con i fast-food fa parte di questa società dello spettacolo proprio perché contribuisce alla distruzione dei "soliti posti" dove ha vita la sfera pubblica. A vent'anni di distanza Debord conferma e aggiunge: <<L'agorà, la comunità generale, è sparita, con le comunità limitate a enti intermedi o a istituzioni indipendenti, a bar o ritrovi, o a lavoratori di un' azienda. Non esiste più un luogo dove la gente possa discutere della realtà che la riguarda perché non riesce mai a liberarsi in modo duraturo dalla presenza opprimente del discorso dei mass media e dalle varie forze organizzate per erogarlo. [...] Ciò che è falso crea il gusto e si rafforza eliminando consapevolmente qualsiasi riferimento possibile all'autentico. E ciò che è autentico viene ricostruito più rapidamente possibile perché assomigli al falso>> (Rheingold, 1994, pag. 329-330).

Alla fine degli anni sessanta  nel n. 11 della rivista "I.S." [Internazionale Situazionista] appare un lungo articolo di R. Vienet, dal titolo "I situazionisti e le nuove forme di azione contro la politica e l'arte". In esso sono formulate esplicitamente e compiutamente delle ipotesi di lavoro di sovversione della comunicazione: - sperimentare il deturnamento dei fotoromanzi e dei manifesti pubblicitari; (...)-

promuovere azioni di guerriglia dentro i mass-media (...) E' ancora possibile approfittare del fatto che gli studi della radio e della televisione non sono vigilati. Oppure, più modestamente, ogni radioamatore può trasmettere su base di quartiere. In Danimarca per esempio un gruppo di dissidenti del PC [Partito Comunista] ha messo in piedi qualche anno fa una propria radio pirata. Delle false edizioni del tale o del talaltro periodico possono essere utili per disorientare il nemico. (...) Questo tipo di azioni non porteranno certo a degli sconvolgimenti irreparabili, ma potranno servire a fare chiarezza a a far sorgere coscienza. - mettere a punto dei comics situazionisti.- realizzare film situazionisti>> (Scelsi, 1994, pag. 233).

Nel 1970 uno dei primi collegamenti musicali via rete, realizzato da P. Grossi tra il Centro Pio Manzù di Rimini e l'ateneo pisano.

Nel 1970 Nam June Paik, come molti altri artisti in quel periodo, costruisce un sintetizzatore elettronico di immagini televisive e non lo brevetta per permetterne l'utilizzo a chiunque.

 

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