Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete
di A. Di Corinto e T.Tozzi |
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3.6.2.
Il Falso come strumento di lotta |
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Nel
1967 A.Hoffman, durante una delle maggiori dimostrazioni anti-guerra
organizza un "Esorcismo del Pentagono", un'azione
simbolica di protesta Hoffman che consisteva nel circondare
il Pentagono in un sforzo di far lievitare la costruzione grazie
alla combinata energia telepatica di tutti; in quest'occasione
egli era a capo di più di 50.000 persone ed afferma: "pranks
are symbolic warfare" (Rushkoff, 1994, pag. 263). Alla
fine degli anni '60 A. Hoffman dimostra che la percezione della
realtà è realtà mettendo in giro una falsa notizia per cui lui
sarebbe stato in grado di immettere dell'L.S.D. nelle tubature
dell'acqua in S. Francisco in un modo tale che avrebbe provocato
i suoi effetti su tutti i cittadini. Il sindaco di S. Francisco
è costretto a smentire la notizia (Rushkoff, 1994, pag. 260;
Re-Search, 1987, pag. 65-68). Nel
1974 G. Metzger usa il termine "Art Strike" per proclamare
uno sciopero dell'arte dal 1977 al 1980. Nel
1975 un "falso" libro di G. Sanguinetti scatena un
caso editoriale e politico svelato solo quando un anno dopo
l'autore si svela e afferma la nascita del "falso politico".
Seguiranno negli anni successivi diversi casi di falsi in stile
situazionista tra cui le famose false testate giornalistiche
di "Il Male" (una storia di questi "falsi politici"
è riportata in Scelsi, 1994, pag. 234 e seguenti). Nel
1978 sul numero 292 de "Le Monde Diplomatique" appare
un testo di P. Fabbri, semiologo al Dams dell'Università di
Bologna, organizzatore insieme ad alcuni dei fondatori di radio
Alice, del seminario sulla falsificazione, in cui si legge:
"In effetti stavamo semplicemente praticando quella che
si potrebbe chiamare una guerriglia semiologica. (...) La falsificazione
non era per noi che una piccola parabola della simulazione generalizzata
nella quale viviamo.". (...) In quel periodo, nel n. 20
della rivista "Anarchismo" A.M. Bonanno scrive l'articolo
"Il falso come strumento di lotta" in cui si legge:
"Innanzi tutto chiariamo una cosa. La tecnica della falsificazione
è adottata in forma istituzionale dallo Stato e dalle varie
forme che il potere prende nella sua realtà. Basti pensare al
modo in cui gli organi di informazione hanno gestito il caso
Moro. (...) In fondo, la funzione della cosiddetta "cultura
di sinistra" era proprio quella di fungere da "controinformazione".
Ma ora che questa cultura sta facendosi Stato, essa si identifica
con la mistificazione ideologica. Ecco allora che dei gruppi
minoritari possono decidere di adottare la tecnica del falso,
non come semplice gestione ideologizzata dell'informazione ma
come strumento rivoluzionario." (...) Nel 1978 in un ciclostilato
il "Collettivo del Contropotere" di Torino afferma:
"Il falso è uno strumento di lotta importante perché ottiene
il duplice risultato di costringere il potere a smentirsi e
di minare la credibilità delle istituzioni, riducendo indirettamente
l'influenza dei mass-media, poiché a lungo andare si può arrivare
al punto di rendere inverosimile qualsiasi notizia ufficiale".
(...) Nel 1979 esce "I fiori di Gutenberg - Analisi e prospettive
dell'editoria alternativa in Italia" in cui "si ricostruiscono
con dovizia di particolari gli episodi più clamorosi e le sottese
ragioni politiche delle pratiche "illegali" legate
al mondo editoriale negli anni settanta." (...) Nel 1979
esce il primo numero di "La Chiesa di SubGenius" la
più vasta congrega mondiale di plagiaristi organizzati (Scelsi,
1994, pag. 50-51, 221-223 e 233-240).
Nel
1985 a Londra parte il progetto di usare un nome collettivo
"Karen Eliot" per firmare i lavori artistici da parte
di qualunque artista. Karen Eliot descrive così il progetto:
"All'interno del percorso intessuto intorno alla questione
del copyright, la rivendicazione della non originalità della
produzione artistica assume rilievo, proprio per la chiara volontà
iconoclasta di distruggere il fondamento teorico-filosofico
su cui il copyright si regge: il mito della genialità individuale
di chiara ascendenza romantica". Nel 1988 S. Home, uno
dei principali animatori dell'underground londinese alla fine
degli anni ottanta, pubblica "The Assault On Culture. Utopian currents from Lettrisme to Class war". In quel periodo S. Home pubblica ed indice anche "The Festival
of Plagiarism". Nel 1989 S. Home proseguendo una tradizione
situazionista pubblica "Art Strike handbook. 1990-1993
the years without art" in cui proclama uno sciopero dell'arte
dal 1990 al 1993 (Scelsi, 1994, pag 218). Nel
1994 nasce il progetto Luther Blissett per cui diverse soggettività
in Italia e all'estero cominciano a usare il nome multiplo Luther
Blissett per firmare le proprie azioni (su Luther Blisset vedi
Luther Blisset, 1996; .Zip, 1997, pag. 60; Dazieri, 1996, pag.
109 e seguenti). L'idea appartiene ad un'etica del fare collettivo
che ritiene più ciò che il lavoro mette in moto a livello sociale
che non l'identità di chi ha prodotto tale lavoro. E' un'etica
che non prevede premi per gli autori del lavoro in quanto presume
che il risultato del lavoro collettivosia già un premio condiviso
dall'umanità intera. Quando parte il progetto Luther Blisset
a Bologna, il fenomeno ha una sua immediata diffusione nelle
BBS nazionali, dove la questione dell'anonimato era una forte
rivendicazione nell'area delle reti cyberpunk ed antagoniste.
Moltissimi dunque si collegano alle BBS mettendo messaggi in
rete a firma Luther Blisset. Il progetto si sviluppa contemporaneamente
non solo nell'ambiente della mail art e delle reti telematiche,
ma anche in quello dei media in generale così come in ogni possibile
azione del quotidiano. Ciò da luogo ad una improvvisa esplosione
del fenomeno a livello nazionale ed internazionale che renderà
in poco tempo Luther Blisset un personaggio pubblico noto a
chiunque, le cui azioni sono riportate e recensite sui maggiori
media mainstream. Tra
le azioni del 1994, Luther Blissett opera una beffa ai danni
della trasmissione televisiva "Chi l'ha visto?" che
si mette sulle tracce di un inesistente Harry Kipper. Nel
1995 parte Radio Blissett a Roma e Bologna. A Roma la polizia
in borghese spara in aria per fermare la "deriva psicogeografica"
in autobus dell'Associazione Psicogeografica Romana. Esce il
libro di Luther Blissett "Mind Invaders", Castelvecchi
editore ed esce il numero 0 della fanzine "Luther Blissett.
Rivista di guerra psichica e adunate sediziose". Nel
1996 esce il libro di Luther Blissett "Totò, Peppino e
la Guerra Psichica" AAA edizioni. Nel
1996 la Mondadori casca in una trappola pubblicando il libro
"Net generation" a firma Luther Blissett. Lo stesso
anno V. Baroni pubblica "Luther Blisset uomo dell'anno". Nel
1997 esce il libro di Luther Blissett "Lasciate che i bimbi",
Castelvecchi editore. Lo stesso anno un magistrato sporge querela
in relazione all'uscita di un libro curato dal Luther Blisset
Project (sono coinvolti Helena Velena, Castelvecchi e un provider). Nell'estate
del 1999 alla biennale di Venezia partecipa un'artista serbo
inesistente: Darko Maver. L'operazione mediale di fantasia realizzata
da 0100101110101101.org vuole mettere in risalto le contraddizioni
del sistema dell'arte attraverso l'uso strategico dei media.
Lo stesso gruppo viene privato qualche mese dopo del dominio
vaticano.org (copia infedele e nello stile neosituazionista
di stampo blissettiano del sito ufficiale della santa sede)
contenente brani eretici, testi degli 883 ed altro, mimetizzati
ad arte fra encicliche e lettere apostoliche. EntarteteKunst
nasce dal Luther Blissett Project per diffondere le strategie
di guerriglia comunicativa e di plagio. Nel
2000 uno dei Luther Blissett è tra i fondatori del Net_Institute. |
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