OQ: ...anche le fotografie, le combinazioni... Caronia: le combinazioni è pieno, anche La Mostra delle Atrocità è piena di questa cosa... OQ: ...tutte le ipotesi di incidenti... Caronia: giustissimo, questa è la tipologia.Questa è un'altra cosa straordinaria di questo libro, cioè non ha a caso Cronenberg può farci film nel 1996 senza fare una operazione datata, perché infondo l'immaginario del secolo o di questo parte del secolo, di questa fine del secolo, è specialmente in questi anni novanta, in questi ultimi anni, è quella che Ballard in qualche maniera aveva previsto, codificato, annunciato nel 1973, l'anno in cui è uscito Crash o anche prima, gli anni in cui stava scrivendo Crash e La Mostra. Mi sembra che questi corpi di Ballard stanno tra quello che avevo chiamato il corpo invaso e corpo disseminato e già una prima ipotesi di disseminazione non digitale, di disseminazione analogica. La cosa importante è che Ballard non ha mai scritto di cyborg classici, cioè di gente con arti artificiali, Ballard scrive di gente con menti artificiali, con il sistema nervoso invaso dalla tecnologia, e questo mi sembra straordinario. OQ: La macchina di cui parlava Ballard negli anni settanta è diversa dalla macchina, intesa in senso lato come può essere un computer un qualsiasi altro mezzo, di oggi che tendono a essere più digitali, con dentro del software, dei chip. Ballard parla di macchina in senso tradizionale, meccanismi che si mettono in moto, ma guidati da una mente invasa. Caronia: Noi abbiamo nella lingua italiana l'equivoco del termine macchina che usiamo per indicare quello che gli inglesi chiamano car. Ecco macchina nel senso della machine o del device inglese, del dispositivo. È vero la fenomenologia della macchina in Ballard è abbastanza tradizionale, ma infatti il carattere profetico di Ballard, come quello dei grandi autori, non sta mai nel fatto che azzecchino letteralmente le tecnologie, ma che descrivano i processi. Quello che mi sembra molto più interessante è quello che tu dicevi prima, cioè che Ballard descrive il processo che oggi si sviluppa e lo descrive con uno dei miti, con uno degli oggetti mitici del ventesimo secolo che è l'automobile. Aggiungerei un'altra cosa che uno dei temi che mi sembra stiano scoppiando tra i più interessanti di questi anni novanta che è quello della biologizzazione delle macchine, cioè del fatto che non c'è più un confine così netto tra logica dell'artificiale puro e una logica del naturale puro, ma che da un lato in qualche maniera la vita si meccanizza perché viene artificializzata, però dal altro le stesse macchine vengono sempre più costruite non come macchine deterministiche, ma come macchine probabilistiche e quindi in qualche maniera come macchine biologiche, cioè con una logica del vivente piuttosto che una logica dell'inanimato, beh direi che anche questo sta già dentro "Crash" in gran parte, perché c'è una anticipazione in questo desiderio, ecco dal punto di vista tradizionale i meccanismo che usa Ballard è l'esame della perversione, del desiderio, quello che noi chiameremo perversione in termini clinici, per indagare questo piuttosto che un processo sociale. |