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Domanda
L'idea del corpo che perde il riferimento con lo spazio-tempo cartesiano, con lo spazio-tempo di riferimento biofisico può entrare in relazione con la telecomunicazione digitale?

Risposta
Certo. La cosa importante che spesso si dimentica quando si parla di telecomunicazioni, è che l'interazione importante non è quella tra l'uomo e la macchina, ma quella tra l'uomo e l'uomo mediata dalla macchina. Questa nuova dimensione della comunicazione realizza, in qualche modo, una simbiosi tra l'uomo e la macchina, che crea un sistema nuovo. Il corpo in quanto tale non perde centralità, al contrario l'acquista, ma proprio perché le tecnologie digitali ci mettono in grado di superare la dimensione spazialmente localizzata, determinata temporalmente dell'essere corporeo mediato dalla forma fisica, per arrivare non ad una astrazione mentale, non ad un potenziamento delle sole attività intellettuali, ma, al contrario, per rimettere l'insieme delle facoltà e delle opportunità conoscitive del corpo al centro della scena comunicativa. Il processo di disseminazione del corpo nelle reti implica una ridistribuzione, una ridefinizione del concetto di corpo. Il corpo, come dicevo prima, non deve essere inteso come un puro dato biologico, ma come un insieme di pratiche simboliche, come un insieme di processi culturali che definiscono la sua superficie. Tali processi non solo demarcano l'individuo dall'ambiente identificando il corpo come una funzione di interfaccia, ma, contemporaneamente, anche permettendo di definire l'identità sia individuale che collettiva dell'essere umano. Tutti questi processi che tradizionalmente erano confinati e determinati in larga misura dalle limitazioni fisiche, spaziali e temporali del supporto fisico-biologico del corpo, con le reti vengono largamente ad esser superate. E questo permette, quindi, da un lato di rimettere al centro della questione della comunicazione il fatto che la vera comunicazione non è mai quella tra uomo e macchina ma quella tra uomo e uomo, mediata dalla macchina, e dall'altro permette di ritrovare una sorta di nuova unità nel rapporto tra l'uomo e la macchina. Molti hanno definito questo processo come il superamento della forma umana nella dimensione "post-umana". Qui mi sembra di scorgere la posta in gioco del prossimo secolo, e, in prospettiva, del prossimo millennio. Più che un tentativo di spettacolarizzare in continuazione tutti i nuovi media, ed in particolare l'ambiente di comunicazione digitale - come stanno tentando di fare, dal loro punto di vista, comprensibilmente, ma dal nostro forse meno, le grandi multinazionali dell'intrattenimento - bisogna valorizzare, invece, la dimensione comunicativa nel senso che ho detto prima. In questo senso il corpo disseminato può essere uno strumento potentissimo di comunicazione, perché consente da un lato una valorizzazione e un innalzamento delle capacità del singolo, mai visto precedentemente, dall'altro una vera e propria dimensione collettiva, in tempo reale, non solo delle intelligenze astratte, ma dell'insieme delle funzioni e delle attività corporee dell'uomo.