Nella nozione comune il gioco è inteso come tempo dedito ad un'attività distensiva, divertente.Si traduce quindi in tempo preso al lavoro, forse in tempo perso o perlomeno non produttivo.
Non solo, tale spazio ritagliato all'interno di un'intera vita è per molti confinato a se stesso, ininfluente sul contesto, privo di conseguenze nella vita reale.
Quello che si tende a trascurare è quindi associare all'idea di gioco come attività rilassante, ma stimolante, quella di attività formativa, non necessariamente confinata all'età infantile, si tralascia quindi la sua capacità produttiva e determinante. Contribuisce alla crescita morale e intellettuale attraverso vie più o meno dirette, ad acquisire in modo complementare, proprietà percettive tralasciate dalla didattica comune.
Se il gioco può quindi agevolare l'approccio del singolo alla realtà, è vincolante conoscerne le potenzialità, valutarne limiti, capirne i confini. Sembra quindi indispensabile riconoscere nel vasto insieme dei giochi categorie più specifiche, che raggruppano i diversi giochi secondo le caratteristiche generali che li accomunano.
Riporteremo dal testo di Roger Callois, 'I giochi e gli uomini', la classificazione in categorie fondamentali di giochi, operata in base alle predominanti all' interno di essi, quali competizione, caso, simulacro e vertigine.
Sarà:
Agon la categoria di giochi in cui predomina la competizione,
Alea la categoria di giochi in cui predomina il caso,
Mimicry la categoria di giochi in cui predomina il simulacro,
Ilinx la categoria di giochi in cui predomina vertigine.
Agon ed Alea risultano categorie vicine all'immaginario comune dell'idea di gioco, poiché entrambe prevedono un insieme di regole precise e pari opportunità, che creano un universo scisso dalla realtà e dalla sua confusione ordinaria...
...nell'uno e nell'altro modo, si evade dal mondo facendolo altro. Si può evaderne anche facendosi altro. A questo bisogno risponde la mimicry.(1)
(1)I Giochi e gli Uomini. La maschera e la vertigine, Roger Caillois, Tascabili Bompiani, 1967