sottosezioni:I giochi presuppongono l'accettazione di un universo di regole, sotto certi aspetti la dimensione ludica appartiene ad un mondo fittizio, ricreato nella realtà e al contempo fuori da essa. Il gioco può anche consistere nel divenire noi stessi un personaggio illusorio
"negare, alterare o abbandonare temporaneamente la propria identità per fingerne un'altra"(1)
Il termine inglese mimicry, designato a questa tipologia di giochi, si riferisce in modo diretto al mimetismo degli insetti, non viene scelto dall'autore solo per il riferimento esplicito al mascheramento, ma per sottolineare la natura organica del manifestarsi di tale impulso nell'uomo. Il mondo degli insetti è l'opposto sotto tutti i profili di quello dell'uomo, ma non è meno elaborato, complesso, sorprendente ... ad un libero comportamento dell'uomo, versatile, arbitrario, imperfetto e soprattutto diretto a qualche costruzione esteriore, corrisponde nell'animale, e più particolarmente nell'insetto, una modificazione organica, fissa, assoluta, che contrassegna la specie e che vediamo infinitamente ed esattamente riprodotta di generazione in generazione in miliardi di individui: ad esempio, le caste delle formiche e delle termiti rispetto alla lotta di classe, o i disegni delle ali delle farfalle rispetto alla storia della pittura... la maschera, il travestimento fa parte del corpo invece d'essere un accessorio inventato e costruito La tendenza ad imitare non è una prerogativa unica della dimensione ludica della mimicry, si manifesta anche in semplici gesti fisici per contagio esterno, come accade per lo sbadiglio, per il sorriso.
Nel bambino la Mimicry si manifesta nell'imitazione dell'adulto, gli strumenti di cui si serve il bambino riproducono più volte gli utensili utilizzati dagli adulti, arnesi in miniatura: apparecchi, macchine, armi. La mimicry non è confinata all'infanzia, si manifesta anche nella vita adulta, qualora ci si abbandoni a mascheramenti e travestimenti, anche il teatro nella sua dimensione ludica entra in questo gruppo di giochi. Ma da cosa nasce il piacere del mascheramento? Il piacere consiste nell'essere un altro o nel farsi passare per un altro. Ma, dal momento che si tratta di un gioco, la questione essenziale non è esattamente quella di ingannare lo spettatore. Il bambino che fa il treno può anche rifiutare il bacio del padre dicendogli che non si baciano le locomotive, ma in fondo non cerca di fargli credere di essere una vera locomotiva. A Carnevale, la persona mascherata non vuol realmente far credere di essere un vero marchese, un vero torero, un vero pellerossa; cerca piuttosto di spaventare e di approfittare della generale atmosfera di libertà, essa stessa risultato del fatto che la maschera mette in ombra il personaggio sociale e libera la vera personalità del soggetto.
Sono i giochi in cui si compie un distacco totale dalla realtà, in cui la sensorialità viene intensificata e la soglia della percezione superata. I giochi di vertigine
...fanno subire alla coscienza, lucida, una sorta di voluttuoso panico.
In tutti i casi si tratta di accedere ad un specie di spasmo, di trance o smarrimento che annulla la realtà con vertiginosa precipitazione.
MASCHERE INVISIBILI
La maschera da elemento tangibile, concreto può annullarsi interiorizzata, assorbita. Il mascheramento da gioco esternato, manifesto e confinato a se stesso in quanto gioco, diviene un'attitudine riflessa e liberatoria, e poichè l'imitazione, la finzione generano uno sdoppiamento, a sua volta responsabile dell'intorpidimento della coscienza, da qui il legame con la vertigine la situazione che si viene a creare è fatale 'fingere di essere un altro aliena ed esalta...'
...Così che , in questo ambito rischioso in cui ogni lucidità è sconvolta, il connubio maschera-estasi è fra tutti il più temibile. Esso provoca tali eccessi, arriva a tali parossismi che nella coscienza allucinata dell'ossesso il mondo reale viene provvisoriamente abolito.(2)
(1)-(2) I Giochi e gli Uomini. La maschera e la vertigine, Roger Caillois, Tascabili Bompiani, 1967