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L'UTILIZZO DELLA MASCHERA NELLA SOCIETA' PRIMITIVA

Nelle società primitive la maschera è strumento di metamorfosi e non solo, il suo utilizzo consente il temporaneo abbandonamento della dimensione reale, per condividere un universo anch'esso alterato, ordine e stabilità subordinate all'interregno di rapinoso fervore, si ripristinano solamente con il concludersi della festa.
  • Gli officianti si trasformano in Dei, Spiriti e Antenati, tramite l'uso del rombo, appreso durante l'iniziazione, ne riproducono le voci identificandosi così in essi esorcizzano le paure.
  • E' la vittoria della finzione: la simulazione porta ad una possessione che, quanto a essa, non è simulata. Dopo il delirio e la frenesia che provoca il soggetto riemerge alla coscienza in uno stato di ebetudine e svuotamento che gli lascia solo un ricordo confuso, attonito, di ciò che è avvenuto in lui, senza di lui.

    La funzione della maschera è quella di collante sociale l'evento è difatti condiviso dall'intera comunità, è quindi un evento collettivo, donne e bambini si prestano sinceramente alla finzione, immaginano gli officianti, ossia i loro stessi familiari, realmente trasformati e posseduti. Per subire tale possessione questi si abbandonano ad ogni tipo di artificio: digiuno, ipnosi, droghe, musica monotona o stridente, frastuono parossismi acustici e gestuali, ubriacature, clamori e sussulti. Dallo stato di trance che ne deriva assistiamo al convergere di mimicry con ilinx.

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