LE FACOLTÀ DELL'UOMO FUTURO

"L'uomo che fruisse d'un libero accesso a tali simulazioni avrebbe una conoscenza profonda dell'inganno nel quale per la massima parte del tempo sarebbe immerso e così arriverebbe a capire anche l'abbaglio intrinseco all'esistenza di per se stessa, premessa filosofica fondamentale d'un liberato in vita.

I programmi d'insegnamento sono la parte che meno ci deve interessare nel repertorio dei mondi alternativi e credo che col tempo diverrebbero secondari perfino i programmi di ricreazione e di voluttà, anche se assorbirebbero forse la maggioranza della popolazione.

Resta la possibilità mirabile della disponibilità di fiabe, di miti e infine di iniziazioni sciamaniche.

Si arriverebbe al punto in cui molti condividerebbero lo sconfinato entusiasmo di Lawrence E. Sullivan, il sommo studioso di religioni indigene sudamericane, che le ha congiunte e trasforate in un complesso sistema. Tratta dello sciamano d'una tribù caribe del Venezuela, ed esclama: "Vedere in modo nuovo e straordinario significa che lo sciamano assume una forma nuova e straordinaria. E immerso in una pura luce, colori inimmaginabili di realtà sacre soffondono la sua sostanza o si concentrano dentro di lui come cristalli. L'esperienza di una luce celeste e di soprannaturali visioni (nel sogno, nella transe, nell'estasi, nella stupefazione) si acuisce e riplasma la sensibilità. La luce soprannaturale rifa l'occhio offrendogli un'acutezza, un fuoco che penetrano fino al cuore delle realtà invisibili. Scompare l'oscurità delle distinzio- ni tra le forme, le quali cessano d'essere separate fra loro. Gli sciamani scorgono la realtà come assoluta immediatezza.

Il concetto centrale è akwa, luce, brillantezza, vitalità, e si trova nel luogo del sole. Akwa e uno stato dell'essere simboleggiato dal sole. Basandosi sul proprio rapporto con akwa si assume una condizione soprannaturale come akwalu (uno spirito, una "specie di luce") o come akwalupo (fantasma, ombra, alla lettera, "senza luce").

Lo sciamano è colui che vede, ha esperienza del regno di luce, della vera vita".' Verso questa condizione, che Sullivan è pervenuto così a descrivere, tanti oggi confusamente si protendono negli Stati Uniti, ma il velo dell'ideologia pragmatica e utilitaria, l'incapacità di trovare spettacoli, iniziazioni serie, scompariranno soltanto quando le nuove attrezzature offriranno tramiti adeguati. Allora si potrà finalmente assurgere a una vita pari a quella dello sciamano tucano sul cui capo un anaconda si tramuta in corona d'oro, mentre una farfalla immensa gli parla sbattendogli le ali sulla spalla e intanto tutt'attorno gli ballano ser- penti, ragni, pipistrelli, mentre le sue braccia s'accendono di migliala d'occhi e fiumi scorrono mormorando nelle sue orecchie. Di bozzetti come questo, che svela la pienezza esultante delle visioni sciamaniche, nelle quali acquistano ordine e costanza le rivelazioni sgranate dagli stupefacenti, se ne può tracciare un gran nu- mero. Molti tuttavia chiederanno una precisazione di ordine più razionale.

La possiamo fornire: la sensibilità del liberato in vita che sia passato attraverso l'iniziazione yoga si determina come la presenza di otto poteri, che sono esaminati in modo metodico sui trattati. Essi appaiono di molto ristretti rispetto agli elenchi compilati nell'epica e in altri documenti della letteratura sanscrita, come il Rgvidhdna1 dove troviamo menzionati: la proiezione della propria immagine, il diventare invisibili, il passare attraverso gli oggetti solidi, l'entrare dentro alla terra come fosse acqua, e sull'acqua camminare come fosse terra, il volare infine toccando sole, luna e stelle oltre alle cime dei monti. Il culmine della conoscenza comprende la facoltà di levitazione, di udienza e di veggenza divine, il ricordo di precedenti nascite e delle varie rinascite altrui, la produzione di un'aura mercé il calore che si sviluppa dentro, l'ascolto dei suoni prodotti dagli organi invisibili del corpo e infine, secondo la Yogatattva Upanisad, la facoltà di trasmutare ogni metallo in oro spalmandolo delle proprie feci.

Tutto questo accumulo fiabesco di poteri ci mostra le immagini di sogno più amate, mentre nei trattati di yoga si può supporre di trovarsi dinanzi a descrizioni responsabili dello stato supremo."(1)

(1) Uscite dal Mondo, Elemire Zolla, Adelphi, 1992

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