Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete
di A. Di Corinto e T.Tozzi |
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La
possibilità di creare aggregazioni tra una moltitudine di soggetti
all'interno di comunità virtuali di base è dunque stato un ingrediente
essenziale per la nascita dell'hacktivism. Senza
le prime lotte, ricerche, "sbattimenti" e felici riunioni
negli anni settanta, non si sarebbe sviluppata non solo certa
tecnologia, ma soprattutto una certa attitudine a pensare le comunità
virtuali come il luogo per "diffondere la tecnologia e i
saperi al popolo".
Ted
nelson
All'inizio
degli anni Sessanta T. Nelson inizia a realizzare il progetto
Memex di V. Bush. Nel 1965 T. Nelson definisce il suo progetto
"ipertesto" nel testo "Literary Machines"
in cui dichiara "che per 'ipertesto' si intende un testo
scritto in maniera non sequenziale che si dirama e fornisce opzioni
al lettore, meglio se letto su di uno schermo interattivo."
All'inizio degli anni settanta T. Nelson è uno dei partecipanti
delle riunioni della rivista People Computer Company e nel 1974
pubblica Computer Lib/Dream Machine, un libro autoprodotto in
cui tra le altre cose si legge: "il potere dei computer al
popolo!". Da
ideatore del progetto di lettura e scrittura ipertestuale dei
saperi Nelson negli anni settanta giungerà ad essere uno degli
attivisti che cercheranno di realizzare quei modelli comunitari
che negli anni sessanta rimanevano utopie o semplici progetti. Nel
1981 T. Nelson progetta Xanadu. Xanadu, prevede una base dati
di tutta la letteratura mondiale, comprendente qualsiasi cosa
venga scritta da chiunque. I lettori sarebbero in grado di accedere
ai documenti e il sistema addebiterebbe automaticamente ai richiedenti
una piccola quantità di denaro accreditandola all'autore. Xanadu
è il più vecchio progetto software del mondo che non abbia ancora
generato un prodotto a disposizione del pubblico.
La
People's Computer Company e Bob Albrecht
Dal
1972 un'organizzazione cercava di mettere i computer a disposizione
delle persone; era la People's Computer Company (PCC) di Bob Albrecht. Bob
Albrecht aveva partecipato alla Midpeninsula Free University che
era a san Francisco un'incarnazione dell'attitudine al fai-da-te
con persone come T. Leary, McCarthy, .... Inoltre
Albrecht era stato coinvolto nel Dipartimento per l'Educazione
Informatica mandato avanti da una fondazione senza scopo di lucro
chiamata Portola Institute che avrebbe dato vita in seguito al
Whole Earth Catalogue. La
People's Computer Company (che malgrado il nome non era un'impresa
commerciale ma piuttosto un'organizzazione no profit), aveva legami
con altre diramazioni della controcultura degli anni sessanta
e ne sosteneva il principio generale del Power to the People (i
movimenti in difesa della libertà di parola, dell'ambiente e degli
animali e per il progresso della condizione delle donne e degli
omosessuali avevano un forte seguito nella Bay Area). Il
fondatore della PCC, Bob Albrecht, promosse l'uso del computer
nella lotta contro i poteri burocratici dell'epoca. Sulla copertina
del primo numero della rivista People's Computer Company (ottobre
1972) si afferma esplicitamente la necessità di usare i computer
per liberare le persone mentre gli articoli fornivano una chiara
descrizione della computer revolution. C'era scritto: "I
computer perlopiù vengono usati contro le persone, invece che
a loro favore. Usati per controllarle invece di LIBERARLE. È il
momento di cambiare tutto ciò -abbiamo bisogno di una People's
Computer Company" (Levy S., 1996a, p. 172). In
quel periodo Albrecht è citato nella Saturday Review mentre afferma
che "vuole creare Computer Center di quartiere che siano
accessibili a tutti". In
seguito, Albrecht si trasferì dal gruppo della Pcc all'Homebrew
Computer Group a cui partecipa fin dalla riunione iniziale nel
1975.
Il
Collettivo Resource One e il Community Memory Project
Nel
1971 L. Felsenstein prende un computer e conosce quelli del Collettivo
Resource One di San Francisco che "credevano che gli strumenti
tecnologici potessero diventare strumenti di cambiamento sociale
una volta che fossero controllati dal popolo". L. Felsenstein
va ad abitare nella stanza dove viene tenuto il computer XDS-940
che il gruppo Resource One si fa dare e che è destinato a raccogliere
elenchi di indirizzi alternativi per un progetto sociale di alfabetizzazione
informatica e di controinformazione. Tale progetto, avviato nel
1971, è il Community Memory Project. E' "il primo progetto
di telematica sociale del mondo (...) che consisteva nel mettere
a disposizione nelle strade e in luoghi ad alta frequentazione
giovanile dei terminali di computer collegati in rete a un grosso
sistema, regalato dall'università perché obsoleto" (Guarneri,
1999, pag.61). E' una sorta di enorme bacheca on-line (BBS) a
cui tutti potevano accedere liberamente per scambiarsi messaggi,
ma è anche un database per raccogliere i saperi della comunità.
L. Felsenstein è uno dei suoi fondatori. Nel
1973 Efrem Lipkin ipotizza che il computer del Resource One possa
essere portato per strada. E quindi il gruppo Community Memory
realizza a san Francisco il Community Memory Project che secondo
il volantino distribuito era "un sistema di comunicazione
che educava la gente a prendere contatto con gli altri sulla base
di interessi condivisi, senza dover sottostare al giudizio di
una terza parte" (Levy S., 1996a, p. 156). Si potevano inserire
liberamente inserzioni e messaggistica, al punto che alcuni iniziano
ad usare il mezzo per scrivervi messaggi creativi. E' dunque il
primo esempio di BBS aperta, senza censure, ai contributi di chiunque.
Il Community Memory è un precursore di quel modello di comunità
virtuali di cui il già citato The Well sarà il primo esempio significativo.
Per altri può essere invece definito come il primo embrione di
rete civica. Il primo terminale viene installato a Berkeley in
agosto, nel negozio di dischi Leopold, all'interno una scatola
di cartone che lo proteggeva da caffè e sigarette.
Lee
Felsenstein
L.
Felsenstein è uno dei protagonisti del movimento hacker e della
telematica sociale. Studente alla University of California di
Berkeley, nel 1964, espulso da un centro di ricerca della NASA
a causa del padre comunista, L. Felsenstein si unisce al movimento
studentesco di Berkeley aderendo al Free Speech Movement. Progetta
anche un attrezzo che è allo stesso tempo un megafono e una mazza
per difendersi dai poliziotti. Nel 1968 L. Felsenstein entra a
far parte del Berkeley Barb in qualità di "redattore militare".
Scrive articoli politici rivoluzionari, nei quali afferma che:
"la rivoluzione non può essere fatta da un manipolo di cospiratori
che mormorano intorno a una candela in un seminterrato distrutto.
Essa richiede infiniti approvvigionamenti, macchine e armi moderne
(...) deve esserci lealtà (...) e un'organizzazione superlativa". L.
Felsenstein crede che i computer distribuiti alle persone "avrebbero
diffuso l'etica hacker nella società dando alle persone non solo
il potere sulle macchine, ma anche sugli oppressori politici".
"Felsenstein teorizza la necessità di attivare sempre più
reti comunicative. Reti che devono essere concepite sul modello
rizomatico. L'intento di Felsenstein è mirato alla costruzione
di un'etica specificatamente hacker, che guidi l'azione di ogni
gruppo nella propria pratica. In questo senso si sta oggi impegnando,
lavorando nell'organizzazione di convegni che tentino di focalizzare
sempre più l'obbiettivo di una società dove la macchina venga
messa al servizio dell'uomo e della sua liberazione" (Scelsi,
1990, pag. 24-25).
L.
Felsenstein collabora fin dal 1972 con la rivista People's Computer
Company. Il suo obbiettivo è quello di permettere a tutti di "mettere
le mani" su un computer e per tale motivo è tra i promotori
della nascita dei "personal" computer. Nel 1974 inizia
il progetto di un PC che chiama Tom Swift Terminal, ma viene preceduto
dall'uscita dell'Altair 8800, il primo PC della storia. Felsestein
dunque non realizzerà mai il suo progetto. Nel
1975 L. Felsenstein partecipa alla riunione iniziale dell'Homebrew
Computer Club e ne diventa in seguito il moderatore. Quindi inizia
a pubblicare il Journal of Community Communication che prosegue
le intenzioni del Community Memory. Nel
1976 B. Marsh e L. Felsenstein progettano il Sol, ovvero il primo
terminale intelligente che avrebbe permesso di portare i computer
nelle case della gente. Nei
suoi progetti Felsestein prevede il riutilizzo di materiali di
recupero accessibili a tutti, come ad esempio un bidone della
spazzatura, per evitare la trappola di dover "dipendere"
da tecnologie costose e dai loro eventuali proprietari.
Nel
1977 Felsenstein progetta il PC Osborne I che ha un gran successo.
Felsenstein userà gran parte dei soldi ricavati per finanziare
le attività del Community Memory. Ma poco dopo il CM va in crisi. E'
su iniziativa di Felsenstein che nasce in seguito The Hacker's
League 12.
L'Homebrew Computer Club
Nel
marzo del 1975 F. Moore e G. French fondano l'Homebrew Computer
Club con lo scopo di creare un punto di riunione tra utenti interessati
a scambiare pezzi di hardware, idee, programmi, informazioni e
progetti per costruire un computer come l'Altair 8800. Entrambi
erano attivi nella PCC. Affissero a una bacheca questo avviso:
"Gruppi di utenti di computer amatoriali Homebrew Computer
Club... o chiamalo come vuoi. Stai costruendo il tuo computer?
Un terminale? Una telescrivente? Dispositivi di i/o (input/output)?
Oppure altre misteriose scatole magiche digitali? Oppure stai
comprando il tempo di un sistema time-sharing? Se è così, potresti
partecipare a una riunione di persone con interessi simili ai
tuoi. Scambiare informazioni, barattare idee, lavorare insieme
su un progetto, e qualsiasi altra cosa..." (Levy S., 1996a,
pag. 203). Alla
riunione iniziale dell'Homebrew Computer Club partecipano S. Wozniak
(che costruirà il primo computer Apple), L. Felsenstein. B. Albrecht,
S. Dompier e un'altra trentina di persone. F.
Moore lavorava per la condivisione di idee ed esperienze nell'H.C.C.
e fa partire a questo scopo anche una newsletter dell'H.C.C.. L'Homebrew
Computer Club fu "un'associazione di libero scambio di informazioni
dalla quale uscirono venticinque tra le prime società d'informatica
della Silicon Valley. (...) Dopo quattro riunioni il gruppo si
era già esteso a più di cento persone." L. Felsenstein alle
riunioni dell'HCC divide gli interventi in una fase di mapping
(in cui ogni relatore presenta ciò che sta facendo) ed in una
fase ad accesso casuale (un dibattito in cui il resto della platea
contribuisce liberamente con domande, pareri, e riflessioni basate
su altri esperimenti personali). Durante il mapping si viene a
conoscenza di segreti industriali e l'informazione viene condivisa.
"Il risultato era un flusso di competenze che potevano liberamente
incrociarsi" (Guarneri, 1999, pag.60). "Le
invenzioni di quel periodo non potevano mai essere attribuite
a un singolo inventore, ma erano sempre espressione dell'intuizione
del singolo, corretto, emendato, consigliato, spesse volte in
punti centrali, dall'intera collettività della comunità informatica.
Oggi Minsky ricorda con nostalgia quel periodo, perché proprio
grazie a quel tipo particolare di atmosfera divenne possibile
creare le condizioni necessarie affinché nascesse il cuore pulsante
della Silicon Valley, questo sì miracolo dell'economia americana
(Scelsi, 1994, pag. 35). E'
un membro dell'H.C.C., S. Dompier, che fa suonare per la prima
volta un Altair 8800. Nel
1975 D. Sokol dell'H.C.C. riproduce gli schemi del chip dell'Atari
con cui sarà lanciato il gioco Pong e li distribuisce all'H.C.C. P.
Allen e B. Gates (che a quel tempo faceva parte dell'Homebrew
Computer Club) scrivono il Basic per l'Altair all'inizio del 1975.
A giugno del 1975 "qualcuno" e D. Sokol del HCC lo sottraggono
di nascosto a un meeting, lo duplicano e lo distribuiscono liberamente
in quanto considerato troppo caro. In seguito a ciò, B. Gates
scrive la Lettera Aperta sulla Pirateria in cui attacca apertamente
la copia non autorizzata. La lettera verrà riportata sul bollettino
di febbraio del 1976 dell'Homebrew Computer Club. L'argomentazione
principale di Gates contro la diffusione incontrollata dei programmi
è che questa pratica scoraggia i programmatori, rendendo meno
remunerativa la realizzazione dei loro prodotti. Riceve critiche negative un po' generali. Inoltre nel frattempo
il Basic da lui scritto viene diffuso gratuitamente nel mondo
dagli hackers e lui diventa dunque il referente per gli aggiornamenti
di un software molto diffuso. D.
Allison scrive una versione del Tiny Basic per Altair e rende
il codice pubblico attraverso un articolo su PCC come progetto
partecipativo. Gli hackers iniziano a migliorarlo e diffonderlo.
Da quell'articolo nascerà il presupposto per la fondazione della
rivista Dr. Dobbs Journal che si sarebbe occupata di "software
gratis o molto economico", in chiaro antagonismo con la lettera
di B. Gates come verrà dichiarato nel primo numero. Secondo J.
Warren, il suo direttore (per conto di PCC), la rivista era un
"mezzo di comunicazione e di agitazione intellettuale".
J. Warren usava o la rivista oppure le riunioni dell'HCC per diffondere
le novità su hardware e software. (...) T. Pittman in polemica
con B. Gates scrive il Tiny Basic per il Motorola 6800 e lo vende
sulla rivista Byte a 5 dollari. Ottiene consensi e la gente gli
spedisce i soldi anche dopo aver ottenuto il software copiandolo
da un amico. (...) Nel 1975 L'HCC apre un servizio di Call Computer
che permette a due persone che hanno un terminale a casa di collegarsi
a un mainframe per chattare. S. Wozniak hackera tale sistema.
(...) S. Wozniac conosce J. Draper "Captain Crunch"
al HCC (Levy S., 1996a, pag. 236). A
metà degli anni settanta l'azienda Processor Tecnology di B. Marsh
(per cui lavorò anche L. Felsenstein) distribuiva il software
gratis e dava lo stesso stipendio a tutti i dipendenti. Nel
1976 S. Wozniac progetta il personal computer Apple I grazie anche
all'aiuto ottenuto all'HCC e con S. Jobs fonda la Apple Company.
Negli annunci pubblicitari dicono: "la nostra filosofia è
fornire software per le nostre macchine gratuitamente o a un costo
minimo" (Levy S., 1996a, pag. 256-258). Il prezzo è di 666
dollari e 66. I diagrammi di costruzione, fin nei minimi dettagli
di progettazione sono liberamente consultabili, e assieme al computer
viene distribuito gratuitamente l'interprete Basic scritto dallo
stesso Wozniack (Gubitosa, 1998). In
un'intervista televisiva Wozniac descrivendo gli anni settanta
dice: "eravamo tutti hackers, eravamo sempre alla ricerca
di password o di altre informazioni che non dovevamo sapere. La
maggior parte della gente in gamba nel ramo dei computer ha iniziato
in questo modo" (Scelsi, 1990, pag. 115). Nel
1977 S. Jobs e S. Wozniac presentano l'Apple II per la prima volta
alla First Annual West Coast Computer Faire organizzata da J.
Warren che segna il punto di incontro tra l'ambiente hacker e
quello commerciale. La fiera è un successo di affluenza di pubblico.
E' co-sponsorizzata dall'HCC, dalla SCCS, dalla PCC e dal CC e
altri. Si tengono quasi cento seminari tra cui quello di Felsenstein
sul Community Memory e di T. Nelson. Nelson gridava: "l'IBM
andrà in casino". A
luglio del 1980 Bill Gates viene contattato dall'IBM. A questo
incontro ne seguirà un secondo, un mese più tardi, durante il
quale Gates firma un contratto di consulenza con IBM per la realizzazione
di un sistema operativo da utilizzare per i futuri PC IBM. Ad
agosto Gates acquista dalla Seattle Computer Products per una
manciata di dollari un sistema operativo "veloce e sporco",
il Q-Dos, "Quick and Dirt Operating System", che sarà
la base del futuro MS- DOS, destinato a diventare uno standard
nell'ambito dei personal computer grazie alla potenza economica
di IBM e al senso degli affari di Bill Gates. Gates ottiene da
Tim Patterson, che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza
non esclusivo, che prevedeva la possibilità di rivendere il prodotto.
In seguito Microsoft chiuderà il cerchio comprando tutti i diritti
della Seattle Computer Products, assumendo alle sue dipendenze
lo stesso Patterson (Scelsi, 1994, pag. 36). |
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