Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete
di A. Di Corinto e T.Tozzi |
||
3.3.
Le Utopie Californiane |
||
Le
utopie californiane degli anni sessanta hanno avuto una forte influenza
su un differente approccio alle nuove tecnologie della comunicazione. Da
una parte vi è stata una forte spinta verso l'idea di coevoluzione,
ovvero di un'evoluzione comunitaria frutto di uno scambio cooperativo
e mutuale tra le parti sociali. Il modello comunitario veniva proposto
in alternativa a quello di società secondo approcci tra loro molto
differenti. Ad un'idea di vita comunitaria non contaminata dalle
nuove tecnologie, con il passare degli anni si aggiungeva una scelta
di vita comunitaria virtuale realizzata attraverso le nuove tecnologie
(vedi"Fare comunità" nel capitolo 1). Dall'altra
parte il movimento della psichedelia nato negli anni sessanta a
San Francisco cercava di indagare sui meccanismi del linguaggio
e della mente umana per espanderne i limiti o farne recuperare potenzialità
inespresse. Anche in questo caso ad un metodo basato su processi
naturali (in particolare le droghe) si aggiungeva la possibilità
di usare le nuove tecnologie informatiche per produrre stati alterati
della coscienza. In particolare nella psichedelia erano fortemente
valorizzati gli aspetti creativi e artistici. Nella letteratura,
nella musica, nel disegno, così come in molte altre forme artistiche
furono sperimentati nuovi linguaggi creativi, producendo un forte
interesse del settore artistico verso tale area. Nel momento in
cui tali sperimentazioni saranno successivamente realizzate tramite
computer, l'aspetto creativo fungerà da forte catalizzatore intorno
a una tecnologia, quella informatica, verso cui vi era una forte
diffidenza. In
entrambe i casi l'approccio verso il computer era quello di usarlo
come strumento di liberazione sia individuale che collettivo. Libertà,
cooperazione e creatività sono stati dunque alcuni degli ingredienti
alla base di un percorso che ha visto spesso ruotare molte delle
sue tappe principali intorno a determinati personaggi, gruppi, riviste,
comunità virtuali, associazioni, ecc..
Un
filo di continuità collega, ad esempio, le attività di S. Brand.
Negli
anni sessanta fonda la Point Foundation, dalla quale successivamente
saranno realizzati il Whole Earth Catalog, il CoEvolution Quarterly
(1974), il Whole Earth Software Catalog (1984) e The Well (Whole
Heart 'Lectronic Link) (1985). Il
Whole Earth Catalog fu un punto di riferimento negli anni sessanta
ed inizio settanta sulla vita in comunità, l'ambiente e il ritorno
alla terra. La sua evoluzione elettronica negli anni ottanta dette
luogo a The Well, una delle prime e più grosse comunità virtuali.
The WELL è il BBS della california post-hippy, all'interno del quale
si muoveranno numerosi attivisti per la difesa dei diritti civili
e della libertà di espressione nel cyberspazio, come Mitch Kapor
(Fondatore della Lotus Corporation) e John Perry Barlow (paroliere
dei Grateful Dead), futuri fondatori dell'Electronic Frontier Foundation
(Gubitosa, 1998). Nel
1987 S. Brand scrive "uno può prevedere un nuovo principio
di comunicazione tanto fondamentale quanto lo è quello della libertà
di parola e di stampa. Esso riguarda il diritto alla riservatezza,
che deve invece trovare una nuova giustificazione in un mondo ricco
di comunicazioni, altrimenti l'individualità e i mutamenti diminuiranno.
Esso vorrebbe essere il diritto di accesso. Tu puoi scegliere di
non raggiungere chiunque, o di essere raggiungibile da chiunque,
ma la connessione dovrebbe essere possibile. Come ha fatto notare
Pool, questo richiederebbe una <<connettività universale,
informazione indicizzata, standard condivisi, e un diritto legale
di interconnessione>>" (Tozzi, 1992). Un'altro
forte attrattore è stato "Computer Lib/Dream Machine"
di T. Nelson del 1974, un libro autoprodotto in cui tra le altre
cose si legge "il potere dei computer al popolo!" una
sorta di parola d'ordine che si è tramandata di generazione in generazione
e che era frutto degli slogan del movimento negli anni sessanta. Nel
1984 T. Leary, guru della psichedelia negli anni sessanta, scrive
"Personal computers, personal freedom" in cui invoca il
"potere al popolo" nell'idea di D.I.Y. (Do It Yourself,
Fai-da-Te) applicata alle nuove tecnologie personali. Quindi descrive
la mutazione antropologica conseguente al passaggio dalla stampa
(Personal Book) alle reti telematiche (Personal Computer in rete)
ed al conseguente divario tra chi ha e chi non ha accesso a tali
tecnologie. "La parola d'ordine è ovviamente 'interazione'.
(...) Se vogliamo restare liberi dobbiamo far sì che il diritto
di possedere elaboratori di dati digitali diventi inalienabile quanto
la libertà di parola e di stampa garantiti dalla Costituzione"
(Leary, 1984, pag. 41). Sempre
T. Leary intorno alla metà degli anni ottanta crea una società,
Futique, e crea un videogioco controculturale: Mind Mirror. Nel
1986 in un articolo di C. Johnston sul The Village Voice (New York)
si afferma che T. Leary "sta scommettendo sul fatto che c'è
la possibilità di uno spazio per una controcultura computeristica".
Intervistato Leary dice "i computers sono la cosa più sovversiva
che abbia mai fatto" (Scelsi, 1990, pag. 174). Intorno a T.
Leary si forma il fenomeno del Cyber Psichedelico, traendo spinta
anche dalla rivista Enciclopedia Psichedelica (1987) di F. Clarke.
Il fenomeno da luogo a un nuovo soggetto pacifista a metà tra lo
hippy e la tecnologia definito "zippie". La
rivista è l'organo ufficiale degli Zippies, che nelle intenzioni
degli autori dovrebbe pubblicare 100 volumi entro l'anno 2000. Lo
Zippy è l'hippy del '90, pagano, tecnologico, eco-liberazionista,
che combina l'idealismo di tipo socialista con l'affermazione individuale,
che sa dominare le droghe. Insomma un soggetto che sa equilibrare
la dimensione materialistica con quella spirituale, che comprende
quindi che la tecnologia non è da rifiutare, come facevano gli hippies
degli anni '60, ma da considerare come possibilità reale di progresso
per la gente, chiaramente se gestita direttamente dalla gente stessa
(Scelsi, 1990, pag. 177). Intorno
al 1987 T. Leary realizza
il videogioco Neuromancer versione dell'omonimo romanzo di Gibson.
Nel 1988 T. Leary scrive "The next twenty years" in cui
si legge: "Cibernetica (gestione del cervello sinistro). Cartografare
e colonizzare i data-mondi digitali esistenti dall'altra parte dello
schermo. Uso interpersonale del computer. Intervideazione con altri.
Costruzione di info-strutture comuni. Protezione dei ciber-spazi
dall'invasione e dallo sfruttamento da parte di altri. Psibernetica
(gestione del cervello destro). Cartografare e colonizzare la prossima
frontiera -il proprio cervello. Costruire info-ambienti nel proprio
neuromondo, collegare il proprio neurospazio con quello altrui.
Marketing, leasing e condivisione della propria potenza cerebrale
con altri. Proteggere il proprio cervello dall'invasione e dallo
sfruttamento esterno" (Leary, 1994, pag. 83). Un
misto di psichedelia e realtà virtuali lo ritroveremo inoltre attraverso
la mediazione della rivista Mondo 2000 (che all'inizio si chiamava
Reality Hacker) il cui primo numero esce nel 1988 (Rushkoff, 1994,
pag. 294). Nel 1994 esce la raccolta di saggi di T. Leary "Caos
e cibercultura" (Leary, 1994).
Un
personaggio che incrocia le attività di S. Brand è H. Rheingold.
Collaboratore di The Well, Rheingold nel 1989 scrive il saggio "Nuovi
strumenti per il pensiero: le tecnologie per l'estensione della
mente e le comunità virtuali" (Rheingold, 1989) in cui, citando
in parte Licklider, scrive "saranno comunità senza un luogo
comune, ma con un interesse comune. (...) La tua età, sesso, razza,
aspetto, e altre caratteristiche che sono ovvie quando sei presente
fisicamente, semplicemente non saranno percepibili in una conferenza
tramite computer. Come conseguenza, le tue parole determineranno
la tua identità nella mente di chi le legge. Ciò che tu dici, come
lo dici, e le condizioni in cui tendi a dire qualcosa saranno tutto
quello che si saprà di te. Tu puoi costruirti una nuova identità
per ogni BBS. Puoi perfino usare un nome differente; contributi
da pseudonimi nacquero contemporaneamente al mezzo e non sono mai
veramente spariti (...) La differenza tra questo modo di organizzare
la comunicazione e la posta regolare o i network telefonici è che
nel network telefonico devi sapere chi stai cercando per chiamarlo,
e devi ottenere il loro numero telefonico prima di poter mandare
il messaggio dall'altra parte, e se scrivi una lettera devi mettere
un indirizzo sulla busta prima di spedirla, mentre nelle conferenze
tramite computer <<il contenuto del messaggio è l'indirizzo>>
(...) Rendendo il messaggio l'indirizzo, le BBS fanno diventare
centro della discussione l'argomento, piuttosto che l'identità dei
conversanti (soddisfacendo in tal modo i pronostici di Licklider
e Taylor riguardo a comunità tenute insieme solamente dagli interessi
comuni). Esse creano una specie di spazio virtuale sociale -una
serie di messaggi che è destinata a ottenere una risposta da persone
sconosciute, ora e nel futuro, la cui sola caratteristica comune
sia un interesse condiviso su un argomento specifico" (Tozzi,
1992).
Nel
1993 Rheingold pubblica il libro "Comunità virtuali" che
diventa un punto di riferimento rispetto a tale argomento. Nel libro
Rehingold afferma: "La concezione di una rete mondiale di comunicazioni
progettata dai cittadini è una versione dell'utopia tecnologica
che potremmo chiamare "agorà elettronica". Ai primordi
della democrazia, ad Atene, l'agorà era il mercato e il luogo in
cui i cittadini si incontravano per parlare, spettegolare, discutere,
giudicarsi esaminare i punti deboli delle ideologie discutendone
insieme. Ma ben altro tipo di panorama uscirebbe dall'uso della
rete nel modo sbagliato, il panorama tenebroso di un luogo meno
utopistico, il Panopticon. (...) Il critico sociale contemporaneo
Michael Foucault, in Sorvegliare e punire, ha affermato che l'apparato
della rete mondiale di comunicazioni costituisce una sorta di Panopticon
sotto mentite spoglie; ogni cittadino del mondo si porta in casa
(...) le orecchie dello Stato che origliano. Gli stessi cavi che
portano le informazioni in casa nostra sono tecnicamente in grado
di portarle fuori, trasmettendole all'istante a eventuali interessati.
(...) Man mano che i nostri dati personali e il nostro comportamento
privato si trasferiscono nel ciberspazio, il potenziale abuso totalitario
di questo tessuto informativo diventa più importante (...) Chi crede
con entusiasmo nel potenziale umanitario delle comunità virtuali,
in particolare i fautori della democrazia elettronica, deve prendere
in considerazione anche i risvolti negativi di questi mezzi di comunicazione."
(...) Tre sono i principali filoni di critica della potenzialità
democratica della telematica. Il primo, storico-mediologico, si
basa sulla mercificazione della sfera pubblica: la trasformazione
dello spazio dei mass media in spazio pubblicitario. Il secondo,
la critica basata sul modello del Panopticon, punta sul potenziale
impiego delle reti interattive come arma a doppio taglio: per sorvegliare,
controllare e disinformare gli utenti. (...) La terza critica è
quella della scuola iperrealista, che sostiene che le tecnologie
informative hanno già trasformato la realtà in una simulazione elettronica.
Viviamo in un'iperrealtà attentamente costruita per scimmiottare
il mondo reale e cavare soldi dalle tasche dei consumatori"
(Rheingold, 1994, pag. 319-20). Un
altro dei collaboratori di The Well, K. Kelly, sarà l'editore della
rivista Wired, il cui primo numero esce nel 1993. La rivista sarà
uno degli amplificatori nel mondo di quell'area di pensiero californiana. Sarà
J. P. Barlow, paroliere dei Greatfull Dead (uno dei gruppi più famosi
della musica psichedelica californiana), insieme a M. Kapor a fondare
nel 1990 l'Electronic Frontier Foundation (E.F.F.) "un'organizzazione
no profit e non faziosa che lavora nel pubblico interesse per proteggere
le libertà civili fondamentali, comprese la privacy e la libertà
di espressione, nell'arena dei computer e di internet" (Electronic
Frontier Foundation, "About EFF", disponibile in rete.).
L'EFF nasce come conseguenza di quella che B. Sterling definirà
successivamente come l'Hacker Crackdown del 1990, ovvero un'operazione
di polizia (denominata in codice Sun Devil) che ha il chiaro presupposto
di criminalizzare e ostacolare l'area degli hacker e del movimento
cyberpunk (Vedi Controllo e Repressione). Nel
1990 Il manifesto della EFF, "Delitto e confusione", scritto
in fretta e furia da Barlow annuncia di voler fondare un'organizzazione
politica per raccogliere e distribuire fondi per attività educative,
gruppi d'interesse e di supporto legale nelle aree connesse alle
attività digitali e all'applicazione della Costituzione del Cyberspazio.
(Sterling, 1992, pag. 203-204) "L'EFF finanzierà e sosterrà
azioni legali per dimostrare che i servizi segreti hanno limitato
il diritto di pubblicazione e di parola, hanno sequestrato indebitamente
macchine e dati, usato la forza in modo indebito e si sono comportati
in modo arbitrario, repressivo e incostituzionale" dichiarò
Barlow (Rheingold, 1994, pag. 297). Nel
1990 S. Wozniak annuncia immediatamente che avrebbe raddoppiato
qualunque finanziamento offerto da Kapor alla fondazione EFF. J.
Gilmore uno dei pionieri della Microsystems aderisce sia finanziariamente
che personalmente. In un secondo incontro aderiscono a San Francisco
altri personaggi all'EFF: S. Brand, J. Lanier (il guru delle realtà
virtuali), C. Blanchard e il capitalista N. Goldhaber. Nel 1990
Kapor diviene il presidente della EFF e su The Well viene aperta
un'area di conferenza dell'EFF, e The Well stesso viene dichiarata
sede dell'EFF (Sterling, 1992, pag. 203-204 e 297). Sempre
nel 1990 J. P. Barlow scrive "Crime and Puzzlement" (Barlow,
1990) un testo che era il risultato di una lunga discussione in
rete sui diritti telematici. Il testo riflette sul fatto che le
leggi usate contro i crackers non sono adeguate ai media digitali
e che c'è un'ambiguità su cosa possono realmente essere i crimini
attribuiti ai crackers: come si può discutere di una proprietà che
non ha una forma fisica e può essere riprodotta infinitamente? Il
copiare un file di testo digitale non priva il suo proprietario
di alcunché. Il cyberspazio non può essere considerato una proprietà
privata, i suoi confini di proprietà sono difficilmente circoscrivibili
e dunque l'accesso non autorizzato al suo interno non può essere
visto in modo eticamente equivalente. Inoltre la conoscenza deve
essere di tutti e non può essere proprietà di un singolo. L'uso
di un canale di accesso inutilizzato non può essere visto come un'infrazione. Nel
1991 l'EFF apre un nodo in internet: eff.org ed inizia pubblicare
il trimestrale EFFector e la rivista on line EFFector Online, oltre
a prosperare su The Well. Nel
1991 P. Samuelson, una delle legali dell'EFF, scrive "I media
digitali e la legge" (Samuelson, 1994a, pag. 82). Nel saggio
viene illustrato il motivo per cui è necessario cambiare la concezione
del diritto relativo alla proprietà intellettuale in conseguenza
alla rivoluzione digitale. A
settembre del 1991 viene dichiarato concluso con assoluzione il
processo contro Neidorf (vedi Controllo e Repressione). In occasione
del processo sempre la P. Samuelson, scrive "L'informazione
è proprietà?" (Samuelson, 1994b, pag. 132) in cui viene illustrato
il problema dell'informazione dal punto di vista legale. L'esito
di questo processo fa diventare l'EFF, che ne aveva sostenuto la
difesa sia attraverso finanziamenti che attraverso una campagna
d'informazione, un riferimento autorevole sul tema dei diritti civili
digitali. Secondo le parole di EFFector, l'EFF ha portato avanti
un'offensiva di stampa che ha influenzato il clima intellettuale
sulle reti di computer e ha cominciato a invertire la direzione
della corsa verso l'"isteria hacker" che stava cominciando
ad attanagliare la nazione (Sterling, 1992, pag. 235). Nel
1991 L'EFF finanzia la tavola rotonda organizzata dal CPSR (i Professionisti
Informatici per la Responsabilità Sociale nata nel 1981) "Public
Policy Roundtable" a Washington. Sempre nel 1991 in seguito
all'operazione Sun Devil si tiene a marzo la prima edizione di quello
che diventerà un appuntamento annuale in cui si riuniranno le varie
anime della telematica americana sia underground che istituzionale:
"Computers, freedom and privacy". J.
Gilmore della Microsystem e della EFF nel suo intervento afferma:
"I computer sono l'estensione della nostra mente. Li abbiamo
costruiti in modo che un pensiero scritto al loro interno sia da
considerare privato come se fosse nella nostra mente. La crittazione
può risolvere questo problema." In un'altra sua frase afferma:
"Il software della Rete interpreta gli interventi della censura
alla stregua di guasti tecnici, e cerca subito un percorso alternativo". A
febbraio del 1996 J. Perry Barlow scrive nella "Dichiarazione
d'indipendenza del cyberspazio": "Abbiamo il dovere di
dichiarare le nostre identità virtuali immuni al vostro potere,
anche se dovessimo continuare a rispettare le vostre leggi con i
nostri corpi. Ci sparpaglieremo su tutto il pianeta in modo che
nessuno possa arrestare il nostro pensiero. Noi creeremo la civiltà
della Mente nel cyberspazio. Che possa essere più umana e giusta
del mondo fatto dai nostri governi" (Gubitosa, 1999, pag. 9). Nel
1997 l'E.F.F. contribuisce al capovolgimento del Communication Decency
Act approvato dal Congresso degli Stati Uniti, che proponeva una
sorta di autorità per la censura su internet. Prima che il Communication
Decency Act (approvato dal Congresso degli Stati Uniti nel 1997
e che proponeva di creare una sorta di autorità per la censura in
Internet) venisse cambiato, l'E.F.F., attraverso Gilmore, aveva
costruito il DES Cracker, che era in grado di penetrare la cosiddetta
"protezione DES" usata nella crittazione di certe transazioni
bancarie e per le trasmissioni di e-mail in rete. Lo scopo era quello
di dimostrare che i metodi di crittazione leciti negli Stati Uniti
non erano in grado di proteggere la privacy. Il progetto viene descritto in Electronic
Frontier Foundation, "Cracking
DES: Secrets of Encryption Research, Wiretap Politics, and Chip
Design", Electronic Frontier Foundation, S. Francisco, 1998
(Himanen, 2001, pag. 73). Gli
Electroyippies sono attualmente tra i principali gruppi di hacktivism
internazionale (www.fraw.org.uk/ehippies/).
In
Italia le utopie californiane sono state hanno ispirato sia l'area
del gruppo Decoder di Milano (vedi I Movimenti) che l'area che ruota
intorno alle esperienza di F. Berardi "Bifo" e F. Bolelli.
Mentre i primi ne fanno una rivisitazione in chiave più attivista,
riuscendo a collegarsi al movimento internazionale hacker e cyberpunk,
i secondi ne sottolineano gli aspetti più cognitivi e collegati
agli stati di alterazione e liberazione della coscienza. Nel 1990 Bifo pubblica per A/traverso il libro "Cyberpunk - Mitologie neuromantiche. Movimento comportamentale. Allucinazione telematica.". Nel 1990 F. Berardi "Bifo" scrive "Piu' cyber che punk" su A/Traverso n.5 di novembre. A febbraio del 1990 con il n. 0 della rivista "Ario" ed una conferenza all'Accademia di Brera parte il "Progetto Ario" in cui nel testo di Bolelli, Berardi e Monti tra le altre cose si legge "proponiamo di dar vita a una biblioteca universale telematica dei saperi e dei mondi possibili". Nel 1990 esce il libretto "Una poetica ariosa" a cura del Progetto Ario. A primavera del 1991 esce il n.1 della rivista "Ario" dal titolo "Dalla Psichedelia alla Telematica verso la Telepatica". A febbraio 1991 mostra dei Giovanotti Mondani Meccanici (GMM) dal titolo "Vovomaya in infotown". I GMM, i cui fondatori sono A. Glessi e A. Zingoni, sono gli autori del primo fumetto realizzato al computer con un Apple II, pubblicato per Frigidaire nel 1984. Nel 1991 i GMM realizzano dei video che loro definiscono talvolta Hacker Test e in altri casi Mandala in quanto dovrebbero essere in grado secondo gli autori di produrre degli effetti subliminali sulla mente del pubblico. A giugno del 1991 installazione al Museo Pecci di Prato dei GMM "Tecnomaya in infotown. GMM hacker test" che consiste in una serie di installazioni che mostrano dei video collegati all'esperienze di telepatica. A giugno 1994 convegno "Cibernauti. Tecnologia, comunicazione, democrazia" a Bologna a cura di F. Berardi "Bifo" dai cui atti saranno pubblicati 4 libri: "Elementi di Psiconautica" (1994), "Ciberfilosofia" (1995), "Navigazione e reti" (1995) e "Comunicazione e democrazia" (1995). Nel 1994 F. Berardi "Bifo" scrive "Mutazione e cyberpunk. Immaginario e tecnologia negli scenari di fine millennio". A marzo 1999 esce "Gino the Chicken. Le mirabolanti avventure del primo pollo perso nella rete" di A. Zingoni (Zingoni, 1999). Gino the Chicken è un personaggio virtuale che esterna deliri filosofici sulla telematica. Nato nel 1996 come video, dal 1998 ha trovato posto in un suo sito web nella rete su cui dal 1999 ha iniziato ad avere una sorta di uscita settimanale in cui il pollo è il protagonista di un TG satirico all'interno di una sorta di web TV. |
||
|
||
Licenza: Questo testo e' soggetto alla GNU Free Documentation License Copyright (c) 2002 A. Di Corinto, T.Tozzi
Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document
under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.1 |