Il libro di Carlo Formenti, "Incantati dalla rete", per documentarsi
sulle teorie della new economy. Una mutazione antropologica, un'evoluzione
dell'immaginario che genera conflitti sociali tutti da capire.
Sembra difficile continuare a sostenere che i mutamenti dell'economia,
della struttura sociale, del regime dell'immaginario connessi con lo
sviluppo tecnico degli ultimi 25/30 anni del XX secolo, rappresentino
uno dei tanti cicli dello sviluppo capitalistico, governabile (o ingovernabile),
come i precedenti, con gli strumenti tradizionali opportunamente ritoccati
e sottoposti a cosmesi. Può darsi che abbiano ragione i tardi
cantori della razionalità, e che il termine dì "mutazione
antropologica" con il quale talvolta abbiamo descritto l'insieme
di questi processi sia eccessivo: ma la sostanza non cambia, e ogni
giorno che passa ci pone sotto gli occhi nuove prove che stiamo vivendo
una discontinuità radicale della cultura e della civiltà
occidentali. Per chi, come me, ne è convinto da tempo, il libro
di Carlo Formenti giunge particolarmente benvenuto, e non perché
ribadisca questa tesi, ma perché la sostiene con una chiarezza
inusuale e con un'ampiezza di riferimenti e di informazioni che ne fa
una strumento prezioso per tutti coloro che cerchino di orientarsi nel
dibattito su Internet, new media, sulla fase postfordista del capitalismo.
In effetti "Incantati dalla rete" rappresenta una delle rassegne
più complete che ci siano sulle teorie e le interpretazioni dei
mutamenti della società, dell'economia, dell'immaginario nell'era
delle reti telematiche dal punto di vista, naturalmente, di chi considera
le trasformazioni dell'immaginario inscindibili dal conflitto sociale.
Dopo una prima parte dedicata all'esame degli immaginari della "grande
mutazione", nella seconda sezione del libro Formenti affronta di
petto le due questioni centrali che riguardano le caratteristiche e
il futuro del conflitto sociale.
Primo: c'è qualcosa che "resta fuori" dal processo
di sussunzione capitalistica enormemente ampliato dalle reti digitali?
In altre parole, all'appropriazione da parte del capitale della comunicazione
sociale che circola in rete corrisponde davvero, come sostengono i teorici
della new economy, un soddisfacimento illimitato dei bisogni sociali?
E' evidente che, se la risposta a questa domanda è affermativa,
ogni possibilità di progetto sociale alternativo viene meno:
il capitalismo avrebbe vinto a livello mondiale non solo nell'immediato
(il che è pacifico), ma, per così dire, "per sempre".