Pag 2
Intervista
 
 

E' uno sviluppo naturale del mio interesse per la questione "arte e tecnologia", un interesse un po' particolare, vorrei precisare, non da"critico d'arte" (cosa per cui non ho studiato, né sono diventato tale perché mi occupo a volte del lavoro di alcuni artisti o di certe questioni teoriche connesse; lo dico perché ho visto che gli altri nomi interpellati sono dei critici "veri" - almeno quelli che conosco - e non voglio, anche per rispetto a loro, fregiarmi di titoli che non mi competono). Con questa premessa, perciò, rispondo sinteticamente: a) se mi interesso di arte e telematica è perché mi interesso di arte e tecnologia, o più generalmente di uso sociale delle tecnologie; b) se mi interesso di arte e tecnologia e' perché sono convinto che le tecnologie siano fattori sociali primari (di cambiamento, di conservazione, di costruzione dell'immaginario e di trasformazione della vita quotidiana), e che questa loro caratteristica si esprima molto fortemente in certe esperienze di arte "tecnologica" (in Italia Verde, Canali, Gilardi, etc.); c) in particolare la telematica può far emergere con decisione una delle caratteristiche dell'arte che mi interessa, cioè il suo carattere cooperativo e collettivo, il superamento dell'opera e la valorizzazione del processo, il contributo alla costruzione sociale del senso.

Sono praticamente un analfabeta tecnologico, faccio fatica (data la mia età, la mia formazione e la mia pigrizia) a tenere il passo con gli sviluppi e le possibilità della rete. Il mio lavoro in rete, quindi, non è esaltante. Gironzolo sul web su alcuni siti, a volte leggo qualche newsgroup, in genere preferisco lo strumento e-mail, e infatti quest'anno ho dato vita (con Federico Bucalossi, Claudio Parrini, Tommaso Tozzi e Giacomo Verde) alla mailing-list Arti-Party, che, ma non certo grazie al mio contributo, sta sviluppando una serie di discussioni molto interessanti.

Per fortuna avete raccomandato concisione nelle risposte, ma questa domanda è una provocazione. Cercherò di contenermi. Una parte dei problemi (quelli più personali e idiosincratici) li ho già accennati nella risposta precedente. Più in generale, mi sembra che il problema numero uno di Internet oggi sia il suo eccessivo successo. Le forze che spingono a trasformare Internet in una televisione interattiva (e cioè nel più diabolico degli strumenti tesi a conservare il carattere passivo dell'utente e quindi a mortificare e stabilizzare il cambiamento sociale) sono oggi più vispe e arzille che mai, e nel breve periodo proprio la massa sempre crescente di nuovi arrivati rischia di essere uno degli elementi del successo di queste forze.