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Se leggere consiste nel gerarchizzare, selezionare, schematizzare, costruire una rete semantica e integrare le idee acquisite in una memoria, allora le tecniche digitali di ipertestualizzazione e di navigazione costituiscono una sorta di virtualizzazione tecnica e di esteriorizzazione dei processi di lettura. Grazie alla digitalizzazione, oggi il testo e la lettura attraversano una fase di nuovo sviluppo e parallelamente di profonda trasformazione. Si può immaginare che in futuro libri, giornali, documenti tecnici e amministrativi stampati non saranno, nella maggior parte dei casi, che mere proiezioni provvisorie e parziali di ipertesti on line molto più ricchi e vivaci. Dal momento che la scrittura alfabetica oggi in uso è nata in funzione di un supporto statico è legittimo domandarsi se la comparsa di un supporto dinamico non possa suscitare l'invenzione di nuovi sistemi di scrittura che sfruttino appieno le nuove potenzialità. Le "icone" informatiche, certi videogame, le simulazioni grafiche interattive utilizzate in campo scientifico costituiscono dei primi passi nella direzione di una futura ideografia dinamica. La moltiplicazione degli schermi preannuncerebbe la fine dello scritto, come lasciano intendere certi profeti del malaugurio? Molto probabilmente no. Certo, il testo digitalizzato, fluido, riconfigurabile a piacere, organizzato in modo non lineare, circolante all'interno di reti locali o mondiali di cui ogni partecipante è potenzialmente autore ed editore, è in rottura con il testo stampato tradizionale. Ma il testo non va confuso né con il modo di diffusione unilaterale rappresentato dalla stampa, né con il supporto statico costituito dalla carta, né con la struttura lineare e chiusa dei messaggi. La cultura del testo, con tutte le sue implicazioni di differimento nell'espressione, di distanza critica nell'interpretazione e di rimandi di prossimità nell'ambito di un universo semantico di intertestualità, è, invece, destinata a un immenso sviluppo nel nuovo spazio di comunicazione delle reti digitali. Lungi dall'annientare il testo, la virtualizzazione sembra farlo coincidere con la sua essenza improvvisamente svelata. Quasi la virtualizzazione contemporanea compisse il divenire del testo. Quasi stessimo uscendo da una sorta di preistoria e solo ora avesse inizio l'avventura del testo. Quasi avessimo appena inventato la scrittura. |