«Noi vogliamo
sviluppare la conoscenza degli uomini. Noi lavoriamo per l’umanità
e di questo andiamo fieri»: con queste parole Richard Stallman,
hacker leggendario e fondatore del movimento «Free Software»,
si è presentato alla platea di giovani studenti della Sapienza,
al centro Congressi, oggi interamente tappezzato dalle bandiere
pacifiste con i colori dell’arcobaleno. Stallman è
considerato un idealista e un rivoluzionario. Nato a Manhattan,
figlio di un veterano della seconda guerra mondiale e di un insegnante,
la sua «missione» è quella di battersi per i
principi della libera diffusione del software e delle idee che hanno
caratterizzato i primi tre decenni dello sviluppo dell’informatica.
Principi ora violati, è il suo j’accuse, dalle aziende
leader di questo settore che non distribuiscono più il codice
sorgente dei loro programmi per evitarne la copiatura e non consentono
ai loro utilizzatori l’adeguamento alle proprie esigenze.
Stallman ha spiegato
il senso della sua crociata: il prodotto dell’ingegno deve
restare libero perché il codice sorgente di qualunque programma
rappresenta un bene comune e proteggerlo con brevetti andrebbe considerato
un crimine contro l’umanità. Capelli e barba lunga
alla maniera dei santoni, Stallman ha letteralmente sedotto la giovane
platea raccontando la sua storia e quella del movimento che da vent’anni
si batte contro burocrazia, segreti, mancanza di cooperazione e
scambi intellettuali. «Io - ha detto agli studenti - non
so chi vi sta tradendo in questo momento ma di sicuro qualcuno lo
sta facendo.
Noi non chiediamo
di svelare i dettagli di un rapporto d’amore. Sulla loro segretezza
potrei essere d’accordo ma non posso avallare l’idea
assurda di tenere nascoste informazioni che riguardano tutti».
Il nome di Stallman, laureato in fisica ad Harvard, è legato
al progetto Gnu la cui prima pietra fu posta nel 1985, quando nacque
la Free Software Foundation con l’obiettivo di creare un sistema
operativo libero compatibile con quello Unix di proprietà
dell’At&t. Nel giro di pochi anni nacque il sistema Gnu/Linux
che ottenne un successo travolgente, in grado di impensierire persino
un colosso del calibro di Windows della Microsoft.L’ultimo
vero hacker, come Stallman ama definirsi, è in Italia, unica
tappa Roma, per fare proseliti e portare avanti la sua battaglia:
quella tra i sostenitori del software libero e i grandi interessi
commerciali.
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