LA FILOSOFIA DI INTERNET
L' "INTERNET" dei nostri giorni è un luogo virtuale accessibile per via telematica ad ogni parte del mondo.
Persone provenienti da ogni parte del pianeta si incontrano in un newsgroup, in un canale IRC o nel loro MUD preferito; discutono di problemi sia personali sia di lavoro, fanno quattro chiacchiere, o semplicemente giocano insieme. Queste persone, usufruendo degli strumenti telematici, arrivano a conoscersi a fondo, con un forte coinvolgimento emotivo ed affettivo; e ciò avviene, nella maggior parte dei casi, senza che si siano mai incontrate di persona.
Un recente sondaggio promosso dalla rivista americana Wired\ sembra sottolineare l'esistenza di convergenze ideologiche ed abitudinali fra le persone che fanno uso intensivo di nuove tecnologie, come posta elettronica, telefoni cellulari computer portatili. Dal sondaggio emerge che i 'superconnessi' hanno una innata fiducia nella democrazia, sono particolarmente attenti a temi politici e sociali, utilizzano Internet soprattutto per conoscere ed incontrare nuove persone. I 'superconnessi' sono un popolo che ha fiducia nel futuro e considera Internet come un luogo di incontro democratico le cui valenze sono prevalentemente positive. Pur considerando che il sondaggio è condotto sulla base di un campione di 1.444 individui tutti americani (un campione statistico relativamente basso e non pienamente rappresentativo), e che è ovviamente molto difficile stabilire cosa dipenda effettivamente dall'abitudine all'uso di alcuni strumenti di comunicazione piuttosto che dall'appartenenza ad una determinata fascia anagrafica, o dalla particolare estrazione economica, sociale e culturale, questa indagine sembra comunque indicare che le persone che si incontrano in rete hanno molto in comune: per condizione socio-economica, per conoscenze ed abitudini, per la possibilità di condividere degli spazi (anche se non fisici) a diverse ore al giorno.
Le novità e le diversità derivano soprattutto dal peculiare modo di comunicare attraverso la rete: basti pensare al fatto che i rapporti sociali nel ciberspazio sono tuttora prevalentemente affidati alla comunicazione scritta. Questo implica sicuramente delle profonde trasformazioni rispetto ai normali rapporti interpersonali basati sulla conoscenza diretta dell'interlocutore.
Gli studi sociologici, che finora sono stati svolti sulle comunità virtuali, concordano nell'affermare che il ciberspazio ha, nei confronti dei suoi frequentatori, un effetto disinibente.
Nonostante il fascino che possono avere considerazioni di questo tipo (e le perplessità che possono suscitare), è molto probabile che la velocità di sviluppo dei mezzi telematici ne vanificherà molte, rendendole superate prima ancora di aver raggiunto la mole di dati necessaria per delle generalizzazioni attendibili. Già con tecniche come CU-SeeMe (alle quali si è accennato altrove) è possibile una interazione audiovisiva fra le persone connesse alla rete. E con l'avvento della nuova tecnologia ATM (Asyncronous Transfer Mode), che permette collegamenti con larghezza di banda assai maggiore dell'attuale, si può immaginare la diffusione, ormai prossima, di realtà virtuali condivisibili in rete. Non è fantascienza ritenere che tutti i sensi potranno essere, in futuro, coinvolti nella comunicazione telematica. E questi sviluppi avranno ulteriori e rilevanti implicazioni nell'ambito del sociale.
Riguardo a questo argomento, si sono sviluppate numerose teorie.
La filosofia di Internet , nasce dalla necessita' di decentramento del potere, infatti,come ho già detto, inizialmente per esigenze militari si vollero distribuire sul territorio americano i centri di potere del pentagono prima concentrati in una solo zona e quindi facilmente attaccabili. Questa necessita' militare di decentramento del potere e' stata da sempre alla base della struttura di Internet ed ha portato, e portera' sempre piu', a decentrare il potere di qualsiasi natura esso sia: potere politico, potere economico, potere informativo.
Quindi la rete Internet e' per sua natura fonte di decentramento del potere e quindi di maggiore opportunita' di democrazia.
Non bisogna poi dimenticare che la gestione di tale rete venne affidata alle piu' prestigiose universita' americane, che con i loro professori, ricercatori e studenti, ben presto si ritagliarono degli spazi per comunicare e pubblicare il loro lavoro, in un ottica di puro progresso intellettuale e per il piacere di condividere idee, ricerche ed esperienze.
Attualmente si parla di New Economy, del "miracolo Internet" e si vede la rete come fonte di facile guadagno oltre che la principale fonte di nuova occupazione. Tutto questo può essere vero, ma non bisogna dimenticare la filosofia con cui Internet e' nata e cresciuta, per divenire il più grande mezzo di comunicazione globale. Alla base di tutto questo, c'e' il volontariato ed il piacere di condividere con altri ricerche e scoperte. Se cerchiamo per un attimo di scoprire, chi ha inventato Internet, ci risultera' molto difficile trovare una sola persona che ha realizzato tutto cio', cosa invece comune per la gran parte delle invenzioni dell'uomo.Internet e' infatti di tutti e di nessuno, tanti sono stati i contributi fondamentali per la sua nascita e per la sua diffusione, tali contributi in idee ed informazioni, sono stati il piu' delle volte donati gratuitamente da tutte le parti del mondo. Per molti anni la gestione di Internet e' stata affidata a ricercatori universitari, abituati a lavorare insieme su progetti, per il piacere di scoprire nuove idee e condividerle con altri, per il solo piacere di farlo, senza guardare al denaro come fine ultimo. Si pensi ad esempio che i programmi inventati per navigare in Internet, sono stati inventati al CERN di Ginevra, struttura europea per la ricerca nucleare, i cui ricercatori hanno inventato il WWW (World Wide Web) e non hanno speculato economicamente su tale invenzione, ma l'hanno donata gratuitamente alla comunita' mondiale, rinunciando ad arricchirsi con la loro scoperta.La filosofia di base della rete e' "Donare prima di prendere", condividere, invece di speculare sulle proprie piccole conoscenze, condividendole per crescere insieme. Questo non vuol dire pero' che chi lavora seriamente in Internet non debba trovare anche delle soddisfazioni economiche, anzi questa dovrebbe essere la vera sfida della New economy e non il facile guadagno sulle "scommesse sulla borsa degli altri".Premiare chi lavora seriamente per il progresso di tutta l'umanita' deve essere il motore che anima Internet e non chi usa la rete per arricchirsi o per speculare sul lavoro degli altri.Bisognerebbe quindi parlare non di New Economy, ma di New Society , una nuova societa' che comunica e cresce con Internet. La rete Internet e' anche "velocita' di attuazione". Si parla spesso di "quick time", e sempre di piu' i giovani si impossessano della rete, per la loro voglia di creare, per le loro capacita' e per la loro impazienza. Si assiste quindi ad uno scontro epocale tra old e new economy, in cui da una parte ci sono le vecchie logiche di potere e le conoscenze consolidate e dall'altra le nuove frontiere con i rischi che esse comportano. Si assistera',quindi, ad una fase di forte turbolenza dei mercati, che oscilleranno tra il vecchio ed il nuovo, cercando di prendere il meglio od il peggio dei due sistemi. Non bisogna poi dimenticare che questo e' solo l'inizio di un processo, che portera' ad ulteriori sconvolgimenti in tutti i settori della vita dell'uomo; quello che conosciamo ora di Internet e' solo una fase di transizione verso una nuova e piu' potente rete che vedra' mezzi di comunicazione sempre piu' evoluti e semplici da utilizzare, portatile e senza fili e mille altre forme di interscambio che hanno il solo limite della creativita' umana.