In Italia invece, a predominanza cattolica, il profitto, ottenuto dal puro scambio di denaro o con attività di scarsa utilità sociale come puro e semplice arricchimento personale, viene maggiormente condannato perché frutto di un atto egoistico e non orientato al bene comune. Tale comportamento si va a scontrare con l'idea di comunione, solidarietà e sobrietà che la nostra religione propone. Non dovrebbe esistere l'autonomia del sistema economico rispetto al mondo morale: la società dovrebbe essere concepita come un come organismo unitario regolato da fini comuni di natura etica. L'attività economica non è che uno dei tanti aspetti in cui si esplica la condotta morale.
Da tutto questo quadro nascono due tipi di finanza eticamente orientata con forti punti di contatto, ma anche con radici motivazionali e socioculturali profondamente diverse. In Italia quindi tutta la finanza etica è rivolta solo ed esclusivamente al Terzo Settore perché da esso nasce e ad esso ritorna.

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