Hacktivism. La libertà nelle maglie della rete
di A. Di Corinto e T.Tozzi |
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2.2.2.
La Filosofia Politica della Sorveglianza Digitale |
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Da questo
punto di vista Lyon ritiene parimenti inadeguate le metafore del Grande
Fratello o del Panopticon nel descrivere il nuovo panorama del controllo,
laddove egli scorge l’aspetto progressivo della società della sorveglianza
nella sua crescita collegata all’affermazione dei diritti di cittadinanza
e in definitiva del welfare. In sintesi, secondo Lyon è pur vero che
«siamo tutti schedati», ma è lo stesso codice numerico che ci identifica
in quanto cittadini che ci consente di partecipare al sistema sanitario
nazionale o a quello pensionistico nei paesi dove ancora esistono.
Gli si potrebbe obiettare che la sorveglianza correlata ai diritti
civili resta un sistema di controllo perverso fintanto che la cittadinanza
è vincolata al sistema del lavoro e alla collocazione geografica dei
cittadini, decidendo così l’inclusione di alcuni e l’esclusione di
altri dai sistemi di protezione del welfare state e dalla partecipazione
al ciclo delle merci. Ma, soprattutto, questo lato progressivo diventa
sempre più ambiguo con la crescente pervasività del controllo dello
stato e del mercato, i cui sistemi di sorveglianza si amalgamano e
superano la soglia domestica, valutando e inducendo comportamenti
di consumo. Certo, le
tecnologie della sorveglianza diventano meno intrusive, si fanno raffinate
e seduttive, ma il loro compito è comunque quello di mantenere l’ordine
sociale nelle loro sfere tradizionali: Stato, mercato, lavoro, comportamenti
sociali. Cioè il controllo dell’adesione alla norma in quanto cittadini,
il controllo dei comportamenti di consumo, il controllo delle funzioni
e dei tempi nella produzione, il controllo dei corpi e del pensiero. Secondo Lyon,
infatti, è tempo di rinnovare forme e contenuti del comunicare, di
inventare nuove pratiche organizzative attraverso cui noi cittadini
possiamo conservare indipendenza e privacy senza rinunciare ai benefici
della macchina sociale spinta dal motore della sorveglianza, oggi
come sempre. Senza dimenticare che invocare leggi a tutela dei soggetti
sociali spesso provoca l’ambiguo risultato di rendere i cittadini
più condiscendenti verso sottili forme di controllo, immaginandosi
garantiti dalla stessa macchina che li vigila.
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