CRONOLOGIA
DATA: nato nel periodo natalizio del 1989
La definizione culture jamming, "interferenza culturale", è stata coniata nel 1984 dai Negativland di San Francisco, una band che suona una sorta di collage musicale. Uno dei membri del gruppo, parlando dell'album Jacom '84, ha dichiarato che 2i cartelloni pubblicitari contraffatti ad arte... spingono lo spettatore a riflettere sulla strategia aziendale di partenza ".
Nel 1934, i pubblicitari iniziarono ad usare l'auto parodia per far fronte alle crescenti critiche nei loro confronti, una tattica che molti interpretano come una dimostrazione dell'incombente tracollo del settore.
New York Times, 4 Aprile 1990, B1. DeWitt F.Helm Jr., presidente della Association of National Advertiser (Associzione Nazionale Pubblicitari), battezzò "censori vigilanti" quei gruppi parrocchiali che imbiancavano i manifesti pubblicitari che promuovevano alcolici o sigarette
Collins e Skower nel loro libro "The death of discourse" menzionano la culture jamming come via d'uso contro culturale dei media. Inoltre mirano ad evidenziare il paradosso tra regolamentazione libertà dove troppa regolamentazione porta alla morte del discorso ma anche troppa libertà può far morire il discorso.
Shorris, Earl, ANation of Salesmen:"The Tyrranny of the market and the Subversion of Culture", Avon Books, New York 1994
Nel 1957 , Vance Packard pubblicò il suo travolgente best sellers "I persuasori occulti", che ha sconvolto gli americani con la teoria secondo cui i sociologi riempivano la pubblicità di messaggi invisibili all'occhio umano.
Nel 1973 Bryan Key pubblicò "Subliminal Seduction" , uno studio sui messaggi lascivi nascosti nei cubetti di ghiaccio della pubblicità del gin Gilbey. Secondo Key la promessa subliminale per chi acquistava il gin Gilbey non era altro che la solita vecchia orgia sessuale.
Nel 1993, Mark Dery ha scritto l'opuscolo Culture jamming: "Hacking, Slashing and Sniping in the Empire of Sign", pubblicato da Open Magazine Pamphlet Series. Per Dery l'interferenza culturale è una combinazione eclettica di teatro e attivismo.
Nel 1929 in seguito al crollo della borsa di New York nacque un rivista chiamata "The Ballyhoo", una voce nuova e cinica, che si faceva beffe della "psichiatria creativa" degli annunci pubblicitari di sigarette e collutori e derideva ogni forma di ciarlataneria usata per vendere ogni tipo di pozioni e lozioni. Nel 1931 ebbe una tiratura di un milione di copie. The Ballyhoo è una sanguisuga che si nutre del grottesco ed esagerato del marketing.