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All'assalto dell'ordine del discorso
"Comunicazione-guerriglia",
un manuale per muoversi in una realtà dominata dalla comunicazione
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Uno dei pilastri della società
disciplinare è, secondo Michel Foucalt, l'ordine del discorso,
ordine che stabilisce, tra le altre cose, chi ha diritto di parola e chi
no in un dato contesto, e che riflette i modi dell'inclusione o dell'esclusione
sociale stabilendo i criteri di appartenenza attraverso cui i gruppi sociali
definiscono se stessi.
Sempre seguendo Foucault, l'ordine del discorso è un processo che
si autoperpetua attraverso l'interiorizzazione di norme relazionali e
regole sociali apprese nei luoghi della socializzazione primaria - casa
scuola, famiglia, oratorio - e che, perfezionati sul luogo di lavoro,
nei circuiti del consumo e nelle istituzioni totali, in genere sfociano
nel conformismo, nell'autodisciplina e nel controllo reciproco.
Sovvertire l'ordine del discorso è alla base dell'idea del rovesciamento
della "grammatica culturale" proposta dal libro Comunicazione-Guerriglia.
Tattiche di agitazione gioiosa e resistenza ludica all'oppressione (DeriveApprodi,
pp. 191, L. . 26.000).
Nel libro, Sonja Brunzels, Luther Blissett e l'autonome a.f.r.i.k.a. gruppe
passano in rassegna i mille modi per rompere e superare i modelli della
grammatica culturale dominante, descrivendo i principi ed effetti della
"comunicazione-guerriglia" applicata ai temi di grande rilevanza
politica come l'ambiente, la salute, la guerra, e la libertà d'espressione.
Invalidare le strategie di produzione del consenso attuate dal potere,
prefigurando una strategia delle tattiche che possa diventare patrimonio
collettivo di resistenza culturale, è quindi il primo obiettivo
della "comunicazione-guerriglia".
La "comunicazione-guerriglia" usa le tecniche del detournment
semiotico - l'affermazione sovversiva, lo sniping, il nome multiplo, il
fake, il camouflage, il plagio e il collage - ma opera sulle base di due
principi psicologici, lo straniamento e la sovraidentificazione.
Lo straniamento procede attraverso l'appropriazione di forme, idee e concetti
preesistenti modificandoli quel tanto che basta per svelarne la seconda
natura ed innescare un processo di riflessione critica sulla percezione
delle cose. E' il caso del Billboard Liberation Front che ha creato capolavori
urbani intervenendo sulle pubblicità murali, dove "Obsession
for Men" di Calvin Klein diventa "Recession For Man" o
di quelli di Adbusters che hanno ridisegnato JO Camel, il vanaglorioso
cammello testimonial delle omonime sigarette, in Jo Chemio nello scenario
di un centro
oncologico. E' la stessa filosofia di quei buontemponi che hanno dipinto
un naso da pagliaccio sui manifesti di Berlusconi.
La sovraidentificazione sposa invece la logica dominante di una relazione
comunicativa per rimarcare valori e finalità implicite e nascoste
del discorso. E' il caso dell'assemblea operaia in cui contestatori impeccabili
nella loro mise da finti e ricchi manager applaudono insistentemente il
sindacalista che cerca di convincere le perplesse tute blu della necessità
dell'intesa con la direzione. Lo straniamento è assicurato, se
gli operai vedono i padroni d'accordo col sindacalista.
Un metodo per scomporre i meccanismi di costruzione mediatica della realtà
è quello di inventare notizie false al fine di creare eventi veri.
Allen Ginsberg durante un'azione di contestazione della guerra del Vietnam
in un sobborgo di New York entra in un supermercato e urla che la guerra
è finita. I poliziotti impegnati a disperdere la manifestazione
solidarizzano coi manifestanti. Ma l'invenzione ha anche altre modi.
Come nel caso della telefonata all'Ansa in cui Luther Blissett sotto le
mentite spoglie di Aldo Curiotto, portavoce della "Comunità
Incontro", dichiara trafelato che non c'è nulla di vero nella
notizia di Don Pierino Gelmini accusato di traffico di video pedofili
e fermato all'aeroporto con dei bambini asiatici. Il giornalista che non
poteva conoscere la notizia essendo falsa, si affretta a comunicare ai
colleghi di non tenere conto di segnalazioni di quel tipo, ma la competizione
fra testate giornalistiche e la voglia di scoop avranno l'effetto di produrre
titoli cubitali come: "Arrestato Don Gelmini/Calunniato per vendetta".
All'interno di una realtà sociale incentrata sulla comunicazione,
il libro sviluppa così il tema del "Caos comunicativo",
descrivendo le modalità del linguaggio performativo usato per rompere
l'unità di spazio-tempo-azione della grammatica culturale, ricordarci
che ogni informazione è al contempo deformazione e che i suoi effetti
sono una variabile dipendente del soggetto che la interpreta in un contesto
sociale. E quando si rompono le regole della comunicazione cambia la percezione
dei suoi contenuti. Luther Blissett direbbe che si tratta di un libro
di omeopatia mediatica.
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