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Ricomincio da Jet-Net

 

Gli attivisti digitali e la diffusione della conoscenza informativa no-profit. Il gruppo Avana con Jet-Net oltre alla formazione all'uso di Linux, punta all'informazione su privacy e tecnologie di controllo sociale, identità elettronica e nomadismo in rete, accessibilità e usabilità dei siti web

 

 

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Concluso l'infelice rapporto con la Rete civica romana (Rcr), gli attivisti digitali del Forte Prenestino, come a chiudere un ciclo cominciato nel 1994 con l'installazione di Avvisi ai naviganti Bbs e l'avvio dei primi seminari di alfabetizzazione informatica, ricominciano dalla formazione con l'iniziativa Jet-Net (www.forteprenestino.net). Jet-Net è in realtà un calendario di corsi e di seminari, il giovedì sera al Forte Prenestino con cadenza quindicinale, in cui gli attivisti confrontano idee, apprendono tecniche di resistenza digitale, si formano all'uso di Linux, e si adoperano a costruire il nuovo hacklab romano. Le memorie digitali della Bbs ci ricordano infatti che la formazione è sempre stata una delle specificità del percorso culturale di Av.A.Na., insieme alla battaglia contro il copyright e la democrazia elettronica. Nel biennio '93-'94, infatti, internet era ancora un gingillo da ricercatori universitari, e per esplorare Internet si usava il gopher. Tuttavia all'epoca era assai vitale il circuito della telematica amatoriale, quella fatta dalle Bbs da cui, dopo la secessione dell'area di discussione Cyberpunk dal circuito Fidonet, nacque la rete parallela Cybernet, che contava fra i suoi nodi le HackerArt Bbs di Firenze e Decoder Bbs di Milano, oltre che la stessa Avana e molte altre. Intorno ad Avana Bbs si raccoglieva una comunità consistente di cibernauti in erba, circa mille utenti registrati nel momento di massima diffusione.
Il segreto stava nel fatto che, nelle stanze buie dell'ex forte militare occupato nel 1986, un pugno di attivisti teneva acceso un computer da cui inviare posta elettronica gratuitamente e in tutto il mondo. I tempi erano maturi per i Corsari - così si chiamavano gli allievi - che alla sera, con una sottoscrizione volontaria, seguivano i corsi di "Livello Zero" per apprendere i segreti della rete. Era stato aperto un varco nell'immaginario e Avana Bbs era diventata il non-luogo per parlare di autogoverno, aids, produzione immateriale e democrazia elettronica. Successivamente, fra il 1995 e il 1996, una trasmissione condotta da alcuni membri del gruppo sulle frequenze della radio indipendente romana Radio Onda Rossa (www.tmcrew.org/ror), irradiava nell'etere la serie "imparare navigando" che, nel riprendere lo slogan rivoluzionario degli zapatisti da poco insorti, "camminare domandando", prefigurava il senso rivoluzionario della telematica sociale. La trasmissione parlava di immaginario mediatico e culture digitali, insegnava le parole delle nuove tecnologie, e procedeva descrivendo le modalità della connessione a un computer remoto, mentre i suoi conduttori intervistavano esperti e militanti sul futuro della cosiddetta rivoluzione digitale.
Quelli di Avana da tempo avevano capito che occorreva un'offensiva ad ampio spettro per familiarizzare i giovani all'uso della telematica ed è per questo che nel 1994 decisero di dare il loro contributo alla nascita della Rete civica del comune di Roma - RomaOnLine - insieme alle altre Bbs della provincia. Lo scopo era quello di sensibilizzare il Comune a creare spazi di apprendimento e formazione specifici all'uso della rete, nelle biblioteche, nelle scuole, nei laboratori di quartiere e di garantire l'accesso pubblico e gratuito agli strumenti della comunicazione elettronica. In parte ci sono riusciti, ma con la nuova gestione della rete civica - diventata RomaNet - il rapporto col Comune si è subito degradato.
Per gli attivisti il rapporto con la Rete civica romana è ormai chiuso. L'esperimento che aveva visto Comune e alcuni gruppi di volontariato collaborare a una rete telematica territoriale si è concluso dopo le accuse di filo-pedofilia rivolte loro dal vicedirettore generale del Comune per aver pubblicato un libro-inchiesta su quel fenomeno. Nel novembre scorso cinque gruppi storici della telematica di base, Virtual mondo Bbs, l'Osservatorio per i diritti della comunicazione, il Foro romano digitale, Matrix-brain workers network e The thing Roma, hanno volontariamente abbandonato la Rete civica romana (www.forteprenestino.net/RCR).
Nel frattempo il gruppo Avana, insieme agli altri hacklab, con gli occupanti del centro sociale Forte Prenestino ha ospitato l'hackmeeting 2000 nei 13 ettari del centro, cablati per l'occasione come parte del progetto Cybersyn II (www.forteprenestino.net/cybersyn2). Uno dei risultati di questa intensa attività di diffusione della conoscenza informatica, rigorosamente no-profit, è stata la formazione di figure lavorative non ancora preparate dal mercato o dalla scuola. Molti dei corsisti di Avana sono diventati web-designer, sistemisti di rete, gestori di reti satellitari, formatori a tempo pieno o programmatori, che hanno creato le loro proprie società e che adesso scrivono educationals e programmi free e open source. Ma non rinunciano a socializzare conoscenza e saperi in un posto come un centro sociale occupato.
Con Jet-Net Avana torna alle origini. Dopo la lunga esperienza con reti e computer rimanendo nel solco della pratica hacker, il gruppo telematico del centro sociale punta diritto alla "formazione all'uso di Linux e degli applicativi necessari a vivere felici senza Winzozz e Microsoft Pork (come sarcasticamente li chiamano)". In agenda però ci sono pure i temi caldi della società digitale: la privacy e le tecnologie di controllo sociale, l'identità elettronica e il nomadismo in rete, l'accessibilità e l'usabilità dei siti web, la teoria degli ipertesti. Se i temi dei seminari sono comunque legati alla democrazia elettronica, l'accesso all'informazione e ai suoi strumenti è considerato un prerequisito inscindibile dall'esercizio della cittadinanza, e lo sforzo è sempre quello di "essere una fabbrica sociale di idee orientata a rompere i meccanismi di esclusione che, per lo stretto rapporto che lega sapere e lavoro, lavoro e diritti, si trasforma in un potente mezzo di controllo sociale". Il progetto Forthnet, l'infrastruttura di rete che connette i computer del Forte, è stato infatti pensato per favorire l'accesso gratuito al web a tutti i visitatori del centro sociale, che dalle postazioni informatiche possono fare editing di testi, spedire posta, navigare e telelavorare, il tutto con software libero. Un modo concreto per colmare il digital divide della periferia metropolitana.

 

 

 
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