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La nostra libertà, le loro leggi

 

Intervista a T.H.E. Walrus e Ferry Byte. Forme di protesta volte ad evitare lo sgombero del CPA di Firenze

 

 

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L'INTERVISTA Ferry Byte e T.H.E. Walrus: "Non siamo criminali. Facciamo solo hacking sociale"

Due hackers sociali in carne e ossa: T.H.E. Walrus e Ferry Byte.

T.H.E. Walrus, puoi dirmi che cosa caratterizza l'Hacklab?

La diffusione e l'acquisizione di competenze tecniche e saperi, l'elaborazione teorica e per così dire filosofica, l'amicizia, la passione per l'informatica, la convivialità, sono molto importanti. E rispecchiano lo stile dell'hacklab: rilassato, informale e assolutamente non gerarchico. Chiunque può proporre progetti, nessuno è tenuto a parteciparvi se non interessato.

Ferry Byte, in cosa consiste il Massive Media Attack contro lo sgombero del Cpa?

L'Mma è una forma di protesta attuata attraverso tutti i media disponibili. Per noi una pratica efficace di dissenso è rappresentata dal netstrike, il corteo telematico paragonabile al ripetuto attraversamento pedonale che rallenta il traffico, ma ci rendiamo conto che non tutti hanno la possibilità di accedere ad un computer per farlo, e allora invitiamo quelli che difendono l'esperienza del centro sociale ad usare ogni strumento a loro disposizione per esprimere contrarietà allo sgombero. Anche la fotocopiatrice, come dicono quelli del Chaos Computer Club, è da sempre un efficace mezzo di mobilitazione a basso costo.

Il netstrike può avere ripercussioni legali?

Non esistono leggi che lo vietano e non ritengo possibile estendere la legislazione attuale a questa forma di protesta: dovrebbe essere permessa dalla legge come manifestazione d'opinione che si svolge in rete e non in piazza.

T.H.E. Walrus, che pensi della "legge sul cybercrime"?

Noi dell'hacklab sappiamo bene che la nostra idea di accesso agli strumenti della comunicazione telematica non è la stessa del legislatore. Noi rivendichiamo una totale libertà di espressione e l'eventualità di trovarci a non ottemperare in modo pedissequo e acritico ad una norma di legge - magari lesiva di libertà ondamentali - fa parte del nostro percorso di analisi. Per noi è preminente il concetto di responsabilità personale, che non significa indulgere al vandalismo o rinunciare a una valutazione etica severa delle azioni nostre ed altrui. Vogliamo togliere all'hacking la fama "criminale" che spesso lo accompagna in Italia, senza per questo rinunciare a sottolineare che ragioni e obiettivi dell'hacking sociale e della libertà di comunicazione spesso non coincidono con le ragioni e gli obiettivi dei governi che emanano le leggi.

Ferry Byte, "Strano Network" ha teorizzato per primo il netstrike. Come ci siete arrivati?

Il libro che avevamo intitolato al netstrike e al copyright è parte di un lungo percorso di riflessione. Il copyright - così come oggi è concepito - è inadeguato alla natura dell'informazione digitale che è diversa dal contesto in cui le leggi sul diritto d'autore sono state concepite. Un esempio. Con la riproducibilità tecnica del digitale viene a cadere una delle obiezioni più forti alla copiatura di materiale intellettuale, per il fatto che la copiatura "non priva" il suo detentore del bene che ha realizzato e neppure del ritorno economico della vendita dell'opera. Piuttosto è una forma di pubblicità gratuita che ha l'effetto di farla conoscere e iscutere, perché se copi un libro digitale e scopri che ti piace, lo vai a comperare. Mentre se copi un software, probabilmente sei disposto a pagare il manuale e gli aggiornamenti.

 


 
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