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Le identità mobili dei vagabondi nel cyberspazio
Il nuovo numero della rivista "Cyberzone", tra il ricordo di Felix Guattari e la ricerca di una "ecologia cognitiva"
Pichedelico e ipnopompico, ibrido e sincretico, euristico e teoretico. Il sedicesimo numero di Cyberzone in edicola e libreria può essere letto in molti modi ma la cifra che lo contraddistingue è quella di una ridiscussione ragionevolmente allucinata della costruzione consensuale della realtà sociale. L'attenzione dichiarata nell'editoriale per filosofie visionarie, erranze e geografie metropolitane, moltitudini, narrazioni post-coloniali, tecnologie e visioni cyborg, è già il manifesto per una «nuova ecologia cognitiva» che sintetiza le tensioni e le linee di fuga dell'immaginario sociale dal sistema dell'arte, dalla cultura mainstream, dall'informazione avariata e dalla produttività coatta. A dieci anni dalla morte, la rivista prende il ritmo dalle tesi filosofiche di Felix Guattari per un pensare che sia in grado di riconnettere l'ecologia ambientale a quella sociale a quella mentale. Con un monito e un avvertimento. Il monito è quello di ripensare la complessità, non solo della scienza e della tecnica, ma delle basi della partecipazione sociale, e quindi del legame umano, l'avvertimento è che il contrario non può che ricreare gli spazi per pratiche identitarie e microfasciste, dove l'eccesso di riconoscimento dell'altro si trasmuta in un relativismo culturale che con il pre-testo di definire le differenze stigmatizza le diversità e semina i germi del fondamentalismo religioso, etnico, economico, e quindi della violenza e della guerra. Un testo per molti versi anticipatorio dei temi del movimento contro la globalizzazione liberista (e contro la guerra) e per la globalizzazione dei diritti, della pace e della solidarietà che sole possono realizzarsi con l'attuazione di una politica del desiderio, e quindi della soggettività, capace di recuperare la frattura fra interiorità ed esteriorità, fra il sè e l'altro da sè, fra la condizione materiale e quella spirituale. Questo numero di Cyberzone è una piccola opera d'arte transmediale illustrata con le fotografie di Gee Vaucher, G. Basilico e Muratore, con i disegni del professor Bad Trip e una portentosa monografia illustrata delle Transfigurations di Alex Grey intervistato da Massimiliano Geraci. Illustrazioni che sono parte di un percorso ipertestuale che con le tesi degli «alberi fungo cristiani» (di Giorgio Samorini) tocca il sacro e il profano del rapporto dell'uomo con Dio e con la natura, dove gli studi etnoantropologici sugli Yarn Paintings, i quadri di filo messicani, ci raccontano primigenie forme di arte rituale, rappresentativa delle funzioni comunicative del divino attraverso le simbolizzazioni della piante allucinogene. Così, quando le pratiche religiose si mescolano con l'uso di particolari droghe, l'arte stessa diventa il veicolo di una spiritualità repressa, che connette l'umano, l'ambiente e la cultura nel flusso avvolgente del respiro cosmico. Un discorso a parte meriterebbero le acute riflessioni sulle identità mutanti del corpo cyborg e la categoria del post-umano inteso come rimescolamento delle categorie che lo definiscono nella sintesi della sua evoluzione processuale (di Antonio Caronia). Perciò l'invito è di leggerle. Così pure le cartografie del potere e delle frenetiche solitudini rappresentate dai surluoghi descritti da Marc Auge e il lavoro di Federica Timeto sul rapporto fra le costrizioni dell'arte, della visione e quindi del sapere, e la umana condizione di platonici cavernicoli. Il tutto inframezzato da pubblicità progresso - S.p.a., Spot pubblicitari antagonisti - contro la cultura (l'incultura) proibizionista sulle droghe. Cyberzone è un riuscito esperimento di autoproduzione che in pillole ripercorre dieci anni di pensiero critico e culture alternative che con pratiche diverse, dalla musica all'arte alle visioni indotte dalle droghe, ripercorre le tappe millenarie della continua scoperta di un sè multidimensionale, aperto, inconcluso, occasione di sempre nuove esplorazioni. Un viaggio gratuito (il contenuto della rivista è gratis ma il contenitore costa 10 euro), che continua sul sito della rivista (www.cyberzone.it).
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