da "il manifesto" del 05 Febbraio 2002 "No
alla guerra e al liberismo" Approvato il documento finale del Forum
sociale, tra cortei di protesta e qualche torta in faccia. Decise le
prossime mobilitazioni. E da Porto Alegre Bertinotti dice addio al "vecchio"
partito leninista BENEDETTO VECCHI eROBERTO ZANINI - INVIATI A PORTO
ALEGRE Il nemico numero uno è la "guerra globale permanente",
il rifiuto del neoliberismo e della guerra sono gli atti fondativi del
movimento dei movimenti sociali. E l'uno-due di torte in faccia che
la ministro francese Marie Georges Buffet si prende da due militanti
del gruppo francese Aarrgg sancisce con spreco di crema e cioccolato
che votare la guerra, stare in un governo considerato liberista e blandire
le istanze del movimento presenta qualche rischio. Il forum di quella
che rappresenta la parte maggioritaria del popolo di Porto Alegre, il
"Social movement forum", si è concluso ieri con un
documento finale in cui sono definiti i principi ispiratori della politica
prossima ventura del movimento, e l'agenda dei principali appuntamenti
internazionali che i social forum organizzeranno in giro per il mondo.
Ce n'è per tutti, a partire dall'Italia: il forum sociale europeo
si terrà da noi, la scelta è tra Firenze e Venezia, qualcuno
infila anche Napoli tra le candidate.La posizione sulla guerra è
chiara. I forum sociali condannano la strage dell'11 settembre definendola
"un'azione terrorista", e condannano "i metodi terroristici"
dell'attacco all'Afghanistan. E' una formulazione giunta dopo una lunga,
estenuante riunione dove si sono manifestate posizioni diverse, se con
conflittuali tra loro. Del resto è tra le caratteristiche di
questo movimento quella di evitare accuratamente votazioni con maggioranze
e minoranze, ma arrivare in fondo con una posizione comune. Mettere
d'accordo i brasiliani bombardati dalla Cnn con gli indiani e i pakistani
che si bombardano reciprocamente da decenni non è semplice, il
valore delle vite umane e la lettura degli eventi cambiano profondamente
al variare di meridiani e paralleli.Il documento finale è stato
approvato per acclamazione in un vero e proprio happenning nell'Auditorium
Araujo Viana, una moderna costruzione nel Parco da Redençao in
cui quattromila persone hanno cantato, udite udite, l'Internazionale,
buciato bandiere di Monsanto, Nike, Coca cola e varia umanità
mercantile e infine passato il documentone finale in sedici punti che
rappresenta il manifesto politico dei forum sociali senza farne infuriare
nessuno. E quando la presidenza ha dato la notizia dell'ultimo bombardamento
sull'Iraq, si è levato un urlo di commozione. Neoliberismo e
guerra come questioni fondative, concentrazione della ricchezza e proliferazione
della povertà gli oggetti della lotta, la "svolta drammatica"
dell'11 settembre come rivelazione della faccia più brutale del
neoliberismo, l'Argentina e la Palestina (sono previste iniziative a
Gerusalemme, con palestinesi e pacifisti israeliani) i paesi più
urgenti, e poi diritto mondiale alla libertà sindacale, estinzione
per illegittimità del debito estero dei paesi poveri, Tobin tax.
Il tutto in un mare di bandiere rosse, quasi tutte del Pt che sfrutta
al massimo il successivo corteo contro l'Alca, l'area di libero scambio
delle Americhe.E il movimento va. Va tanto che il segretario di Rifondazione
ci spinge il suo partito sempre più dentro: "E' ora di rompere
con il modello tedesco e la sinistra partito-sindacato-cooperativa,
il movimento antiglobalizzazione ha per questo secolo lo stesso significato
che il movimento operaio ha avuto per il Novecento" dice Bertinotti
al forum sul socialismo possibile, dove citazioni di Gramsci, Marx e
del papa fanno salire l'applausometro. "Non è ancora un
movimento compiutamente anticapitalista - continua Bertinotti - ma ha
tutte le possibilità per diventarlo". Le polemiche su Lenin
cassato dallo statuto sembrano letteralmente incenerite da questo Bertinotti
made in Brazil.All'interno del "Social movement forum" la
dialettica si è fatta comunque sentire. Un corteo dei Sem terra,
uno di un gruppo brasiliano che si batte contro la privatizzazione dell'acqua
e uno anarchico che si è dedicato a strappare tutti i cartelli
dalla sala vip hanno reso fisicamente percepibile (i tamburi di latta
sono letali, se percossi violentemente in un luogo chiuso e affollato)
che i social forum non sono un pranzo di gala, e il lavoro da fare per
tenere insieme tutto è parecchio. La torta in faccia alla ministro
Buffet è stata la contestazione "coreografica" numero
due all'interno del Social forum, dopo quella italo-argentino-brasiliana
al Forum dei parlamentari, e due non è una grande cifra: prima
che il Forum mondiale cominciasse, lo scontro tra sinistra moderata
e radicale sembrava destinato ad essere píù acceso. La
ministro del Pcf ha ricevuto la prima torta all'uscita da una conferenza
stampa, ha cercato un bagno per lavarsi, è stata centrata in
pieno volto dalla seconda proprio all'uscita dalle toilettes. Pochi
minuti dopo, l'invasione della sala vip del Forum mondiale al ritmo
dei tamburi, con lancio di schizzi d'acqua e sistematico distacco di
ogni targhetta che contenesse riferimenti tipo "luogo riservato".
Gli autori sono tutti legati a Operazione intergalactika, lo spazio
di discussione sulle pratiche di lotta (è un vero e proprio ateneo
itinerante della disobbedienza civile) che non a caso alloggia fuori
dalla Pontificia università che ospita il Forum mondiale, cioé
al campeggio intitolato a Carlo Giuliani. A proposito di disobbedienti,
domani stesso quelli italiani, Luca Casarini in testa, faranno le valige
per l'Argentina: i contatti con i gruppi argentini sono stati stabiliti
o rafforzati al Forum mondiale, la situazione del paese è disperata,
un pezzo di movimento non farà praticamente in tempo a tirare
il fiato dopo la chiusura (oggi) di Porto Alegre, che si ritroverà
nei barrios surriscaldati di Buenos Aires. Per gli altri, comunque,
l'appuntamento con la lotta è solo rinviato: a parte le proprie
iniziative, l'agenda delle mobilitazioni globali dei Social forum prevede
di guastare la festa al vertice Ue di Barcellona il 15 marzo, alla Conferenza
Onu sul finanziamento allo sviluppo di Monterrey (Messico) il 18 marzo,
al vertice Latinoamerica-Caribe-Europa di Madrid il 17 maggio, al vertice
Fao di Roma il 12 giugno, al vertice Ue di Siviglia il 22 giugno, al
G8 di Toronto e Calgary in luglio.
www.ilmanifesto.it/g8/portoalegre/3c5fba11e73f7.html
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