Berardi
Franco
"Postfazione
a Gino the Chicken"
(postfazione)
Gino venne al mondo
verso la fine del Ventesimo. Qualcuno fece obiezione perché non
si era mai verificato un fatto come quello: che gli onori della cronaca
(e i riflettori dello showbiz) fossero per un pollo anziché per
un... Per un chi? Qualcuno fece obiezione, ma poco alla volta divenne
normale.
Tanto per cominciare gli esseri umani non avevano fatto proprio una bella
figura durante il breve periodo durante il quale avevano spadroneggiato.
Inutile qui elencare Inquisizioni e camere a gas, sono tutte registrate
accuratamente nel sistema di memoria distribuita del quale dispone ogni
Aggregato Provvisorio. Poi, fortunatamente, un po' per celia un po' per
non morir (un po' per caso un po' per oculatezza) si diffuse la pratica
di ricombinazione cellulare interspecistica.
Lo sapevamo dai tempi di Democrito che l'organismo non è che un
aggregato provvisorio, n'est-ce pas? Ma avevamo fatto finta di niente,
gelosamente abbarbicati alla congiomerazione identitaria (come se avesse
dato dei buoni risultati). Alla fine del Ventesimo cominciò l'interscambio
genico. E Gino fu uno dei primi risultati ahi quanto soddisfacenti ahi
quanto entusiasmanti ahi quanto divertenti.
L'Aggregato Provvisorio denominato Andrea Zingoni (APdAZ) lo generò
ricombinando genomi provenienti da vari organismi monospecifici: un idraulico
quarantenne fanatico dei Jefferson Airplane, un cristiano fondamentalista
che senza saperlo stava diventando omosessuale, una dose di anfetamina
di qualità scadente, quella che si vende nelle farmacie suburbane,
e naturalmente una confezione di Pollo Arena, acquistata alla Esselunga
di Rifredi. APdAZ non credeva alle sue orecchie quando Gino cominciò
a starnazzare saltellando qua e là nel laboratorio. Furono giorni
felici, e gli amici facevano la fila per assistere alle esibizioni. Poi
Gino pensò di essere ormai grande, di potersene andare per il mondo
saltellando sulle sue zampette autonome, come se il mondo fosse cosa facile.
Ma il mondo non era più quel territorio semplice sul quale per
millenni avevano zampettato insieme polli e cristiani. Eran cresciuti
ovunque strati ironici, strati illusori, e multisensoriali. Come volete
che un pollo poligenico (un povero Aggregato Provvisorio) se la potesse
mai cavar da solo, in un simile intrico labirintico? Si smarrì
quasi subito, sbattendo l'occhio ingenuo. Si smarrì in uno spazio
in cui si intersecavano parole e anime, fili di rame e onde elettromagnetiche,
neuroni e dollari e sedicenni nude.
Aggregati Provvisori di vario genere sghignazzarono cinicamente per qualche
tempo per le avventure di Gino the Chicken Lost in the Net, senza sapere
che intergeneticamente erano persi nella stessa rete.
Fino alla disaggregazione dell'organismo, fino alla dispersione democritea,
fino alla prossima ricombinazione.
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