UN
SAPERE ANCHE MOBILE |
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Essere capaci di rendersi visibili in Internet, quindi conoscere bene
le regole che ci garantiscono un ottimo posizionamento nei risultati dei
motori di ricerca e sapersi districare nella caotica fruizione del materiale
divulgato dalla rete, rappresentano un sapere. Come abbiamo gia'detto,
un sapere-metodo che permette a chi frequenta il mondo telematico difar
fronte al momento, "nei prossimi cinque minuti" ce ne saranno
altri,ai due problemi nodali: la visibilita' e ricerca in rete.Al sapere
enciclopedico, decentrato e "prelevabile" da chiunque scorre
parallelo il sapere come puro know-how, conoscenza tecnica detenuta da
poche persone: "il mouse e' la nuova chiave a stella, e' lo strumento
polivalente per conoscere e possedere il mondo. Nella rete concreta del
territorio, c'e' un sapere che la scuola di per sè non possiede".
Ilsapere assume una posizione centrale, mantenuto in una roccaforte nella
quale non tutti entrano. Detto così brutalmente potrebbe apparire
unagratuita provocazione, una difesa di coloro che sono contrari a qualsiasi
innovazione scientifica. Invece crediamo possa essere una spinta positiva
per migliorare la nostra vita all'interno della rete. Ne e' la prova evidente
il sempre maggiore aumento delle pratiche comunicative che si basano sulla
filosofia del work in progress e delle risorse free, tipiciatteggiamenti
che connotano soprattutto il sapere pratico, il sapere come strumento.
Il know-how ha stretta necessità di essere condiviso per migliorarsi
continuamente, non tanto di essere custodito gelosamente comeun mistero
esoterico. L'eccezionalità del sapere individuale viene meno,a
favore della cooperazione nell'acquisizione e nella costruzione di unsapere
di gruppo, che diventa un patrimonio collettivo aperto pronto a ricevere
costanti apporti, sia demolendo che ampliando il già conosciuto.Il
know-how caratterizzato dalle differenze e specializzazioni assumedunque
un ruolo centrale e decisivo nell'aspetto situazionale della comunicazione,
dell'arte e soprattutto delle imprese. La centralità delsapere
e' allo stesso tempo mobile, provvisoria e flessibile. Sarebbe impossibile
pensare il conoscere un mestiere informatico come un qualcosadi definitivo,
di durevole per tutta la vita; sovente bisogna azzerare quello che abbiamo
appreso per ripartire di nuovo. Questa centrale flessibilita' influisce
profondamente nei rapporti interni al mondo della voro; le strutture rigide
e gerarchiche di produzione sono costantemente scalfite dalle individualita'
dei singoli i quali si sentono sempre piùresponsabili e co-autori
di un processo unico. Non si debba credere però che sia oro tutto
ciò che luccica, i nuovi orizzonti della New Economy non fanno
sparire con un colpo di bacchetta magica le disuguaglianze e losfruttamento
del lavoro; l'astrattezza di certi investimenti ed operazioni commerciali
destinati a pieni fallimenti ricadono sempre sui più deboli,singoli
lavoratori, costretti a camminare sempre più sul filo del precariato,
dell'insicurezza e del rischio. Gli slogan che molti imprenditori della
rete, a più riprese ripetono spesso: "la rete siete voi",
"Internet e' di tutti", eccetera, non riescono concretamente
a farsparire i fantasmi del Fordismo. |
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