INFOWAR |
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E' guerra.
E' soprattutto guerra dell'informazione. Il controllo della propaganda
e' una delle priorità dell'esercito "alleato" e l'immagine
di un conflitto vittorioso, pulito, e senza nessun tipo di ostacolo e'
cruciale per spezzare l'opposizione tanto quanto le centinaia di bombe
che tutti i giorni cadono sull'Iraq. I giornalisti di guerra, oltre a
rischiare la vita [ 1 - 2 - 3 - 4 ] devono aspettare che le proprie informazioni
attraversino decine di filtri prima di essere pubblicati [ 1 - 2 ] Vengono
anche espulsi,e minacciati di morte. Persino Peter Arnett, icona storica
della prima guerra del golfo, è stato licenziato in seguito a una
intervista rilasciata alla tv irachena file audio. Le uniche informazioni
ufficiali arrivano tramite conferenze stampa realizzate in uno studio
hollywoodiano costruito a Doha per i Generali. Nel frattempo viene bombardata
anche la televisione irachena in barba alla Convenzione di Ginevra . Fonti
di informazione indipendenti cercano di spezzare il cerchio della propaganda,
con radio, siti web e televisioni, tra cui la televisione araba Al Jazeera,
che riesce a decostruire giorno per giorno l'immagine patinata di una
guerra sanguinaria e sporca come tutte le altre, nonostante gli attacchi
militari e telematici. Israele mette sotto controllo militare tutta la
rete nel paese, mentre i siti che non si sottomettono al regime censorio
statunitense subiscono la repressione e il controllo dei servizi segreti,
come nel caso di Yellow Times, che ha pubblicato le foto dei prigionieri
"alleati" che hanno messo in crisi l'immagine invincibile dell'
"esercito del Bene". In Italia nasce Mediawatch, un osservatorio
che tenga traccia di tutta la disinformazione ufficiale, e moltissime
iniziative per informare nelle strade, nelle piazze, nelle case di tutti
i quartieri: media center a Bologna, Napoli [media center contro la guerra
| Media center all'Orientale ] e Milano , televisioni satellitari come
Global Tv e No War Tv, circuiti di televisioni urbane ad accesso comunitario,
radio su web e su etere, operazioni di guerrilla marketing e di boicottaggio
dei brands , materiale informativo come adesivi, dossier [ 1 - 2 ] e infowall
sui muri delle citta'. |
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