FERITO UN ATTIVISTA
L'esercito israeliano ha ferito gravemente un altro attivista americano dell'International Solidarity Movement, poco tempo dopo l'uccisione di Rachel Corrie. Si tratta di Brian Avery, 24enne del Nuovo Messico, operato questa mattina all'ospedale di Jenin alcune ore dopo essere stato colpito al volto da una pallottola israeliana. In un primo momento, l'esercito israeliano aveva emanato un comunicato secondo cui Brian si era trovato coinvolto in una sorta di "fuoco incrociato", versione smentita prontamente dai testimoni oculari presenti sul luogo. Fondamentale, per smascherare le bugie di Israele, la testimonianza di Tobias Karlsson, pacifista svedese che era con Brian nel momento del ferimento, il quale ha dichiarato che non vi erano scontri nell'area, non vi erano guerriglieri palestinesi e gli spari da parte del carroarmato israeliano sono stati "totalmente non provocati". Ecco la testimonianza: "Alla vista dei blindati che si avvicinavano, sia io che Brian abbiamo alzato le mani sulla testa. Quando uno dei tanks e' arrivato a 50 metri da noi, ha sparato, improvvisamente. Mi sono buttato a terra e quando ho guardato verso Brian, ho visto che era riverso faccia a terra in una pozza di sangue. Non vi e' stata alcuna comunicazione con i soldati, eravamo chiaramente identificabili come osservatori stranieri e nell'area vi erano pochissimi palestinesi a causa del coprifuoco".
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