Analisi del sito: Lee Felsenstein and The Homebrew Computer Club

La semplicità dell’interfaccia, che manca totalmente di qualsiasi richiamo iconografico, come animazioni, fotografie ecc., sembra voler focalizzare l’attenzione dell’utente esclusivamente sull’importanza dell’informazione ottenibile dalla consultazione del sito. Dunque, il “senso” di esso pare poggiare sul bisogno di creare un messaggio di facile accesso per chiunque sia interessato a raccoglierlo. Nel caso specifico, si avverte il bisogno di rendere l’informazione di carattere tecnologico aperta ad una condivisione di tipo collettivo. In altre parole, l’obiettivo principale che se ne può dedurre è la trasformazione di ciò che è complesso in qualcosa di semplice.

TEMA
Il sito parla della costituzione dell’Homebrew Computer Club, una comunità di persone, professionisti o semplici appassionati d’informatica, impegnati nella risoluzione dei problemi tecnici, riguardanti appunto la costruzione di computer accessibili a tutti. Il suddetto Club si connota con l’obiettivo di fornire un accesso alle nuove tecnologie quanto più vasto possibile, per chiunque voglia avvicinarle ed utilizzarle. Per l’importanza del proprio ruolo nella progettazione di supporti informatici d’ampio utilizzo, e in qualità di membro fondatore dell’Homebrew Computer Club, Lee Felsenstein occupa un posto di primo piano all’interno del tema affrontato dal sito, facendo tutt’uno con esso, così come è palesato dallo stesso titolo.

TEMATICHE
Il tema si sviluppa in sei unità tematiche, che vengono chiaramente esplicitate per consentire all’utente di formarsi un’idea precisa di ciò che si appresta a visitare.
La prima verte sull’importanza della trasformazione in senso democratico della società americana, in modo tale che gli individui possano avere conoscenza degli strumenti, tra cui il computer, attraverso i quali viene esercitato il potere. Nel caso in questione, particolare rilievo assumono i movimenti studenteschi, che a partire dagli anni sessanta hanno operato in questa direzione, come i “computing movements” degli anni settanta, sino ad arrivare alla costituzione dell’Homebrew Computer Club (HCC).
La seconda consegna al lettore due capitoli sulla nascita dell’HCC, di cui il primo è dedicato al ruolo pioneristico svolto da Lee Fesenstein. Essi sono tratti dal libro Hackers di Steven Levy, il cui titolo fa ben intuire lo stretto legame, che avvicina le finalità del Club con alcuni degli obiettivi che animano l’attività di quest’ultimi, come la condivisione delle conoscenze informatiche per incrementarne lo sviluppo.
La terza offre le memorie di uno dei membri dell’ HCC. Il racconto, vivamente partecipato ed accompagnato da fotografie, fa breccia nella fervente attività della comunità, sottolineando la vitalità e la creatività del gruppo.
La quarta traccia un profilo approfondito, tutto al passato, della prodiga attività di Lee Felsenstein nel campo dell’informatica, nonché della sua paternità quale membro fondatore del HCC, attraverso un’intervista ed una serie di 4 articoli scritti da lui.
La quinta dà un saggio della sua attività più recente.
L’ultima,infine, svolge una funzione aneddotica diffondendo la fonte d’ispirazione degli obiettivi inseguiti da Felsenstein, che hanno la loro matrice nel pensiero di Illich Lee, il cui libro “Tools for Conviviality” ne ha influenzato profondamente il suo impegno di ingegnere informatico.

 

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