Professor mouse

 

Come utilizzare al meglio il computer a scuola? Il pianodi "alfabetizzazione elettronica" del ministro Berlinguer ha reso questa domanda di stringente attualità anche in Italia. Nessuno dubita che le nuove tecnologie offrano, almeno in teoria, grandi possibilità di migliorare la didattica. Assai meno chiaro, però, è quale sia la strada giusta per applicare in concreto le chances offerte dai linguaggi elettronici, in modo che se ne avvantaggi sia la didattica che la crescita personale dei ragazzi. Come fare, insomma, ad usare il computer per insegnare meglio? E d'altro canto, come insegnare ai giovani a dominare un modo di comunicare talmente nuovo che nessuno (nemmeno negli avanzatissimi Stati Uniti) ha ancora capito fino in fondo come sfruttarlo? La sensazione è di essere alle porte di una gigantesca sperimentazione di massa, carica al tempo stesso di paure e di entusiasmi. Una sperimentazione che ha però dei precedenti anche nel nostro paese, perché molti insegnanti italiani, in forma spesso individuale e talvolta con sacrifici personali, già da tempo hanno portato il computer in classe e si sono messi al lavoro con i loro studenti. Un'appassionante assaggio di quel che hanno fatto si è avuto a Roma con il convegno "Sulla lavagna si accende il computer", dove sono stati presentati al pubblico oltre 100 ipertesti realizzati in scuole della Toscana e del Lazio, dalle elementari alle medie superiori. Da quel che si è visto, insegnanti e studenti se la sono cavata benone, dimostrando di saper applicare le nuove tecnologie con disinvoltura e fantasia. Si va da ipertesti sui fossili alla "navigazione" tra le strade di Ferentino, da progetti multimediali sui Beatles al viaggio virtuale in Piazza Navona, dai diritti umani nel mondo al rapporto con l'ambiente cittadino. Secondo Luca Toschi, docente di linguistica informatica e responsabile di Vignale Lab Coop, un servizio per la sperimentazione didattica dei nuovi linguaggi che era tra i promotori del convegno, la chiave del successo sta soprattutto "nella creatività dei ragazzi, che usano il codice di comunicazione elettronico per fare cose nuove e non per ripetere in altra forma quelle vecchie". Contrapporre i computer ai libri, dice Toschi, è insensato. Si tratta piuttosto di capire "in che modo il testo elettronico sostituirà il libro, dove lo sostituirà e dove no, anzi dove è bene che non lo faccia". I ragazzi, cresciuti in una cultura che è già una mescolanza "multimediale" di linguaggi, tendono istintivamente a percorrere strade nuove. A loro va insegnato soprattutto che non esiste un modo di comunicare superiore agli altri. La loro libertà, sottolinea Toschi, sta nell'essere in grado di capire ogni volta quale sia il linguaggio più adatto per dire quel che si propongono. E quindi, ben vengano i computer, purché inseriti nell'intera gamma delle comunicazioni possibili: parola, immagine, suono, libro da leggere in silenzio o poesia da recitare ed ascoltare ad alta voce. Insomma, guai a creare una realtà monocorde, a pensare al computer come una stella che oscurerà tutte le altre. Le sue potenzialità potranno essere sfruttate in pieno solo se saremo capaci di usare tutte le tecnologie disponibili, carta e penna, libro e tastiera.

Classici su CD-Rom Se le nuove tecnologie non devono sostituire i libri, certamente possono contenerne tanti. Ecco su disco ottico, in pochi grammi di plastica e metallo, il testo integrale di 500 opere di 113 autori diversi. E che opere. "LIZ", la Letteratura Italiana Zanichelli su CD-Rom, raccoglie praticamente tutti i classici della letteratura del nostro paese, da Dante a Pirandello, passando per Ariosto e Machiavelli, e senza dimenticare Goldoni, Collodi o Leopardi. Ma attenzione: non si tratta di rimpiazzare i libri di carta, ma di usare il computer come prezioso strumento di integrazione alla loro lettura. Il CD-Rom, infatti, è corredato da un programma di ricerca molto duttile che permette un vero e proprio lavoro sui testi all'altezza dei più avanzati studi linguistici. Un caso esemplare di applicazione didattica dell'informatica, in grado di convincere anche gli umanisti più riottosi.

[A cura di Di Giorgio Claudia]

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