UN SALUTO A WAU HOLLAND, SIMBOLO DELL'HACKING DI CLASSE

 

È morto il fondatore del Chaos Computer Club di Amburgo, la più straordinaria fucina di hacker d'Europa. Tra tecnologia, politica e filosofia, una lezione di libertà e di equilibrio.

Il 29 luglio scorso è morto Wau Holland, fondatore del Chaos Computer Club.

Scrivo queste righe con molta tristezza, i ricordi si confondono e le immagini mi tornano in mente confuse, offuscate. Wau nasce il 20 dicembre del 1951 in Germania e fonda, nei primi anni '80, il Chaos Computer Club di Amburgo, mondialmente conosciuto come Ccc. Il club voleva essere qualcosa in più di un semplice ritrovo per smanettoni, maniaci di videogiochi e di Commodore 64. Il Ccc rappresenta da quasi trent'anni l'hacking europeo, l'unico rivale degno di nota dei grandi gruppi hacker americani.

Kevin Mitnick scoprì infatti, con grande disappunto, come la sua idea di rubare il codice sorgente del Vms (il sistema operativo della Digital Equipment Corporation-Dec per i sistemi proprietari Vax) e trojanizzare la procedura di login era in realtà un'idea vecchia, già fatta anni prima da membri del Ccc.

Alla fine degli anni '80 Wau ed i suoi colleghi denunciarono pubblicamente l'insicurezza del Btx, il sistema Videotext tedesco (l'equivalente del nostro Videotel o del Minitel francese) attraverso il quale era possibile effettuare acquisti e collegarsi a pagamento con svariati fornitori di servizi: il Ccc "rubò" alcune migliaia di marchi dal conto della Telecom tedesca stessa, utilizzando le insicurezze del sistema Btx prodotto dalla stessa Telecom, donando i soldi a un'ente benefico di Amburgo.

Questi due esempi fanno comprendere lo spirito e la mentalità del Ccc, la voglia di trasparenza e chiarezza, il loro urlare forte al mondo "c'è un errore e ve lo facciamo vedere!". Nel nostro paese il concetto di hacking si lega molto, forse a volte anche troppo, alla politica: il Ccc ha sempre fatto hacking ottenendo significativi riscontri politici, ma mai viceversa. Una nota degna di merito per un gruppo che, a mio parere, è sempre stato quello con più "classe", più voglia di fare.

Dal 1981 Wau ha affrontato e combattuto tematiche davvero interessanti e profonde quali la crittografia, l'unificazione tedesca, il rischio dei monopoli nelle telecomunicazioni e l'importanza dell'insegnamento ai più giovani. Era il papà del Ccc, il padre ideale di un'intera generazione di hacker, tedeschi e non. Troviamo tracce del suo passato in molti libri, tra cui ricordo Cyberpunk di Raf Valvola Scelsi (edizioni Shake, Milano, 1992), The Cuckoo's Egg di Clifford "Cliffy Boy" Stoll (Sperling & Kupfler, Milano, 1990) e The hacker's Crackdown (Giro di vite contro gli hackers, Shake, Milano, 1993).

Naturalmente c'è anche il rovescio della medaglia, altrimenti tutto apparirebbe troppo "pulito". Nel 1986, quando a Berlino c'era ancora il muro, alcuni membri del Ccc - tra cui Pengo e Hagbard - furono coinvolti in svariati episodi di spionaggio militare, dove gli hacker tedeschi violavano a pagamento sistemi militari americani e fornivano le informazioni al Kgb. I soldi erano spesi per il pagamento delle bollette telefoniche, l'acquisto di droghe e di nuove apparecchiature. Uno degli amici di Pengo, complice all'epoca, si suicidò dieci anni fa e, a tutt'oggi, le circostanze della sua morte non sono completamente chiare.

Ho incontrato Wau alcune volte nel corso della mia vita. L'ultimo incontro è stato nel 1999, durante l'hack meeting di Milano al Deposito Bulk. Ricordo la lunga chiacchierata, il piacere di scoprire amicizie comuni che credevo perse negli anni, la voglia di insegnare che trasmetteva. I suoi racconti avevano dell'incredibile, la sensazione di assurdità era spesso tangibile. Sino al 1989, prima della caduta del Muro di Berlino, nella Germania dell'Est esisteva il divieto di effettuare semplici fotocopie, mentre due anni dopo circolavano già i primi floppy disk contenenti libri interi, dei quali prima era vietata anche la semplice lettura; Wau mi spiegò come, a quel tempo, scoprì e amò subito gli "hacker venuti dall'Est", i quali avevano la capacità di saper leggere tra le righe, non fermarsi alla prima informazione... una deformazione dovuta al permanere della stampa di partito nella Germania dell'Est, mi venne spiegato sorridendo.

Wau era per il Ccc un filosofo, un visionario, un profeta, un maestro e una guida. Per lui le tecnologie non dovevano essere fini a se stesse, ma rappresentare anzi un mezzo di comunicazione tra gli esseri umani. Wau Holland ha sempre evidenziato i problemi e le grandi possibilità della cosiddetta Information Society, anticipando di molto le grandi problematiche – a tutt'oggi esistenti – legate alla legislazione, la giurisprudenza, il commercio e la tutela dell'informazione.

Sono in partenza per Hal e speravo di incontrare di nuovo il Maestro del Ccc, parlargli e porre mille domande: cosa sta accadendo, cosa c'è dietro queste acquisizioni così forti nel campo delle telecomunicazioni? Cosa pensi, Wau, dell'hacking di oggi, dei Web defacements? Mi stavo preparando alla partenza con tanta voglia di rivederlo, quando ho saputo che è morto.

Saluto Wau, insieme agli amici del Chaos Computer Club, insieme a Enrico Novari ed a tutti gli amici della Grande Rete e di quel Villaggio Globale che tanto ha sognato.

N.B Per chi andrà ad Hal2001 (Hackers At Large, in Olanda nel mese di agosto) e vorrà dare un ultimo saluto a Wau, l'appuntamento è per venerdì 10 agosto. I funerali avverranno invece, entro un paio di settimane, a Marburg. Per ulteriori informazioni; per scrivergli un'ultima volta: wau@ccc.de.

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