IL GIOCO.

 

Una esperta conoscitrice dell'infanzia la Isacs osserva che oltre all'uomo soltanto gli animali grandi giocano . Questo fa pensare che il gioco è strettamente in relazione con la capacità di apprendere . Attraverso il gioco il bambino non sviluppa soltanto le sue attività fisiche ma anche molte capacità di ordine psichico , come l'immaginazione , l'intelligenza , la socialità ecc.

L'adulto gioca per divertirsi , per distrarsi dalle abituali occupazioni , il bambino invece impegna tutto il suo essere nel gioco ma non avverte mai i segni della stanchezza. Alcuni autori ritengono che il bambino gioca soltanto per sfogare la proprie energie : in effetti il gioco nasce da una motivazione di natura psicologica dal piacere stesso che gli suscita.

I primi giochi sono di movimento e sensori , ad essi seguono quelli costruttivi e creativi e poi quelli di imitazione.

Karl Groos vede il gioco come un esercizio indispensabile alla maturazione di alcune attività motorie e mentali. Chi gioca perfeziona quelle strutture che gli saranno utili nella età adulta. Secondo Freud il gioco ha soprattutto una funzione liberatoria . Se un bambino ha paura del lupo , giocherà ad essere il lupo poiché identificandosi con l'animale egli controllerà il timore e quindi potrà meglio liberarsene . Quando invece, gioca a d essere il padre o la madre , egli si identifica non per paura ma per amore, quindi ci si identifica tanto con chi si ama, quanto con chi si teme .

 

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