-GROSSI E L’ORCHESTRA

. la didattica

Nel 1956 si trova in Indiana ad insegnare violoncello alla Indiana University di Bloomington, gli vengono proposti vari progetti non solo didattici, ma decide di tornare in Italia. Mantiene comunque contatti con gli State, tant’è che nel 1966 viene chiamato ad inaugurare il corso di musica elettronica:

“Avevano procurato una bella attrezzatura, sintetizzatori Moog, registratori e altri apparecchi. Accettai per l’intero anno accademico, ma dopo il primo semestre-malgrado qui in Italia i computer fossero ancora abbastanza primitivi, mentre in America erano molto evoluti e malgrado avessi trovato anche alcuni ingegneri per collaborare-sono tornato a Firenze,proprio il giorno prima dell’alluvione. Anche questa volta mi avevano offerto di rimanere a Bloomington; però i miei figli facevano la scuola superiore e davano molto da fare alla mamma, così dopo molte pensate rinunciai: al posto mio andò Xenakis”.

L’arco della sua attività didattica, strumentale e non, è piuttosto lungo ed articolato; la sua carriera di insegnante, sia sul versante del violoncello, sia su quello elettroacustico ed informatico-musicale è formidabile.

“Tra gli ultimi allievi di violoncello ne ricordo alcuni che si sono affermati nella vita professionale, prima di tutto Andrea Nannoni poi Giovanni Lippi, Ilaria Maurri, Paolo Mencarelli, Damiano Puliti, Gabriele Cocchi, Wolfango Dami, Alessandra Scarselli e, tra quelli precedenti, Bruno Ficarra, Aldo Belluomini, Settimio Guadagni. Nel campo della musica elettronica ho avuto prima come studente poi come collega Albert Majr (teorico e compositore, docente di musica elettronica al Conservatorio di Firenze) che emergeva su tutti gli altri anche per il suo pensiero e per il modo di vedere i problemi della musica. Un altro che era bravissimo dal punto di vista informatico è Riccardo Androni, divenuto poi, responsabile del centro di calcolo dell’Osservatorio Astrofisico di Arretri. Imparò a programmare nel febbraio del ’69 con un corso di Fortran (linguaggio di programmazione ad uso scientifico) al Conservatorio, tenuto da un matematico del centro ricerche IBM di Pisa, Cesare Chignoli. In quell’occasione anch’io iniziai ad avere un’idea della programmazione, idea che approfondii in seguito a Pisa. Altri allievi importanti sono stati Mario Baroni, il musicologo, che poi ha continuato nel settore della musicologia computazionale. Sono rimasto molto amico di uno studente di Carrara, Giancarlo Paletti che ora si occupa di grafica. A Pisa poi venne Mario Dilani, diventato in seguito anche mio collaboratore era molto bravo, originariamente violinista ma anche laureato in fisica, per lavorare a Pisa si era fatto trasferire in un liceo di Pontedera; fu anche invitato all’Icram di Parigi. E’ dolorosamente scomparso proprio quando aveva ricevuto un’offerta di lavoro per sei mesi all’Icram. Anche Italo Gomez iniziò con me e aveva notevoli attitudini; studiava italiano con mia moglie e violoncello con me fino a quando ha orientato il suo interesse verso la musica elettronica. Scrisse anche una bella partitura per quartetto che andò persa con l’alluvione del 1966. ”

Da tutto questo possiamo dedurre quanto importante sia stata l’attività didattica, strumentale e non, del Maestro e quante persone ne hanno tratto beneficio e sviluppo nella propria maturazione artistica.

 

 

 

 

 

 

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