27 GENNAIO 2001 DAVOS


Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio si svolse a Davos l'annuale World Economic Forum.Non furono solo i leader politici ed esperti di economia a fare autocritica ma anche i potenti del business lanciarono segnali di pentimento. Il messaggio più autorevole arrivò da Kofi Annan che, lanciò il progetto Global Impact, che intende mettere assieme almeno mille aziende di tutto il mondo entro il 2002. Il popolo delle proteste sbarcò con bandiere, slogan e rabbia nel santuario svizzero appannaggio di Mercedes e visoni per sfidare i big della Terra e urlare un altro no alla globalizzazione selvaggia: Un migliaio di ambientalisti infransero il divieto di manifestare imposto dalle autorità elvetiche e sfilò nella cittadina di montagna a poche centinaia di metri da Bill Clinton, ospite del World Economic Forum. Una protesta che lasciò dietro di sé un poliziotto ferito alla testa, una vetrina in frantumi, due limousine danneggiate, uno striscione pubblicitario in fiamme, scritte sui muri e un tappeto assai poco ecologico di bottiglie di plastica. Alla fine la polizia svizzera arrestò due manifestanti. Anche stavolta - come avvenne in grande stile per Seattle - a fare da tam tam furono i siti web specializzati: centri sociali, Verdi e "rifondaroli" italiani, organizzazioni ecologiste, ma anche movimenti per i diritti del popolo curdo, maoisti, filo-zapatisti, arrabbiati tout court si passarono parola via internet. Molto folta la delegazione italiana con i verdi Grazia Francescato, Athos De Luca, la Pratesi , l'europarlamentare di Rifondazione Luisa Morgantini e sette pullman. Forti dell'esperienza negativa di Seattle, le forze di sicurezza svizzere trattarono con i guanti di velluto i manifestanti - non autorizzati - in arrivo. Bandiere del "Che", la faccia di Mao, "Il proletariato non ha nazione, internazionalismo rivoluzione", "Bandiera Rossa trionferà", ma anche "No al cibo modificato", "Non credete al World Economic Forum". Un frullato di abbasso ed evviva che spazia attraverso decenni di battaglie Tutti insieme con la testa coperta dalla keffiah d'ordinanza, il dito medio levato al cielo in segno di sfida agli elicotteri che sorvegliavano la zona.