Arcipelago
Quella che vi presento è la carta nautica, certo non esaustiva, di un arcipelago… per chi ha voglia di navigare nella rete alla ricerca di un senso e non di qualcosa da comprare... per non rimanere impigliati tra le mille maglie della disinformazione… per trovare alcune di quelle che Sterling battezzò come Isole nella rete: sacche di resistenza alla mercificazione, alla commercializzazione di ogni cosa, di ogni respiro, di ogni sogno… nonostante le migliori intenzioni di chi l'ha progettata infatti anche la rete non ha potuto restare al di fuori delle logiche capitalistiche di profitto che governano il mondo intero, reale o virtuale che sia…ma come accade nel mondo reale anche in quello virtuale c'è chi si organizza, chi cerca comunque di costruire cose diverse, secondo principi diversi…ed è così che nascono le Isole… e dopo le isole gli Arcipelaghi: link, isole che si connettono, rotte che si aprono in base a interessi comuni, affinità ideologiche o pratiche, condivisione di principi…non una semplice mappa dei siti che ho attraversato seguendo le mie curiosità…un insieme coerente di realtà differenti eppure parallele o a volte complementari…
Bussola
Oltre il limite del furto: dopo la proprietà privata ora cercano di privarci anche delle idee. Quando in Inghilterra si iniziò la pratica di recintare terreni non era certo chiaro dove portasse questa direzione, così oggi in molti non si rendono conto che la pratica del copyright sottintende che, come non posso più passeggiare in un campo recintato, così in futuro non potrò occuparmi di campi non "miei". Sembra fantascienza ma non lo è. Non potrò perché non ne avrò gli strumenti o perché avranno strumenti, legali e non, per impedirmelo. I "campi non miei" vengono delimitati già da oggi ogni volta che una scoperta scientifica, una canzone, un idea diventano proprietà di qualcuno che me ne può impedire l'uso, la riproduzione o la conoscenza stessa. L'evoluzione umana è il prodotto delle loro idee, che si sviluppano attraverso un continuo contaminarsi, confrontarsi, scontrarsi, ed è necessario che possano continuare a farlo. Nella storia questo cammino non è stato così rettilineo ma ha attraversato avanzamenti sociali e guerre, innovazioni tecnologiche e barbarie, poiché ogni risultato emerge da una dinamica più ampia che vede confrontarsi forze opposte. Se riteniamo che obiettivo dell'umanità sia avanzare progressivamente non possiamo non sostenere quelle forze che in ogni momento della storia hanno lottato in questo senso. In questo senso l'hacktivism potrebbe essere a ragione considerato una avanguardia. In quanto si inserisce all'interno dello sviluppo tecnologico, riunendo tecnica e ideologia verso un obiettivo unico e coerente, opponendosi ai meccanismi economici che lo dominano per scardinarne i presupposti nella pratica. E' un avanguardia nella capacità di riappropriarsi dei mezzi di produzione (dell'informazione) e di mettere in comunicazione ambiti apparentemente molto lontani: tecnologia, industria, controllo e democrazia, movimento, arte. Sembra però impermeabile a quelle stesse contraddizione che pure sottolinea, continua fondamentalmente a credere nelle istituzioni, nella democraticità di un sistema che al massimo tollera gli spazi liberati, ma è comunque in costante lotta per soffocarli. Non osa rivendicare più del dovuto ed in questo vuoto di prospettiva politica collettiva cade il potenziale ruolo di avanguardia dell'hactivism, che rimane così relegato nei confini di un piano culturale. Porre come nord di questo arcipelago la condivisione dei saperi, è intraprendere la strada verso un obbiettivo ancora più alto che è la condivisione delle ricchezze, dei poteri, della produzione, del tempo per una società ugualitaria basata sul soddisfacimento dei bisogni.
Ma allora come si è formato quest'arcipelago? Il tema fondamentale che collega tra loro le nostre isole è l'attenzione data in ognuna di esse, anche se in forme diverse, alla libera circolazione delle informazioni. Individuato per così dire il nostro nord da esso derivano tutti gli altri punti: diritto all'accesso, libera espressione, no copyright, condivisione dei saperi, orizzontalità e trasparenza, diritto alla privacy e anche all'anonimato. Nonostante le enormi potenzialità della telematica verso un sistema di comunicazione e scambio orizzontale la rete è diventata un altro mercato da saturare, sfruttare, controllare; così le infinite possibilità che effettivamente le nuove tecnologie ci offrirebbero spesso sono nascoste da una realtà molto meno accattivante, nella quale i libri non si possono fotocopiare, i cd non si possono masterizzare, la nostra posta elettronica può essere controllata da chiunque, gestire un proprio sito non è poi così semplice ed economico, etc… Ogni isola tratta questi temi in maniera diversa, alcuni sono siti contenitore che cercano di garantire la circolazione delle informazioni e il libero accesso dando voce ad altre realtà presenti sul territorio, altri lo fanno attraverso approfondimenti e riflessioni teoriche, altri ancora lavorano sul piano dell'informazione pura/giornalistica o attraverso la distribuzione di materiale, ogni soluzione è naturalmente valida in se e insieme come dicevo costruiscono un arcipelago che ne completa i significati…una rete in costruzione che teorizza se stessa nel momento stesso in cui si sviluppa…questo sembra essere l'unico programma individuabile delle forze antagoniste in rete… ed è difficile prevedere quale sarà l'esito di un viaggio intrapreso senza fissare una meta, raggiungeremo secondo le migliori previsioni di Levy un'intelligenza collettiva in grado di far avanzare l'umanità verso un nuovo stadio della sua evoluzione? O rimarremo isole appunto, mentre i continenti saranno saldamente in mano a chi vuole un mondo virtuale con gli stessi valori e gli stessi stereotipi di quello reale: profitto, controllo e superficialità?
L'esperienza italiana
In Italia il processo di resistenza on-line è stato abbastanza veloce sia nel nascere che nell'organizzarsi probabilmente perchè anche nel mondo reale il movimento e le forze antagoniste sono sempre state presenti e reattive, ed hanno saputo cogliere velocemente le potenzialità e i vantaggi offerti dalla telematica, per quanto si sia cercato in vari momenti e tutt'ora di operare censure o di far tacere per sempre ogni voce contrastante con le accuse più becere. Data l'importanza direi centrale che hanno assunto le telecomunicazioni, in maniera diretta o riflessa, in tutti gli ambiti è naturale che la repressione non allenti le sue maglie neanche nella rete e continui ad accanirsi contro gli stessi soggetti che attacca nelle città, contro chi si oppone ai suoi interessi.
A partire dalla metà degli anni ottanta si apre il dibattito sulla opportunità di utilizzare il mezzo telematico per scambiare materiali e mantenere contatti all'interno del movimento che (sotto attacco della repressione, violenta o strisciante, e soprattutto della ristrutturazione scatenata in risposta alle proteste degli anni '70) all'epoca si era radunato intorno ai centri sociali, realtà molto diverse tra loro per organizzazione e anche ideologie con in comune però il bisogno di fare politica in maniera diversa da quello dei partiti ufficiali vicino alle persone e ai loro problemi concreti, punti di aggregazione ma anche di resistenza alla disgregazione in atto in quegli anni. Il primo motore del processo di formazione del nostro arcipelago è il gruppo Decoder di Milano che nel '89 gira il nord Italia per discutere di uso sociale delle reti e del modello rizomatico, prende così forma l'idea di creare una rete antagonista che si concretizzerà nel '90 con la nascita, dalla proposta del gruppo danese "stop tv", dell'European Counter Network. I primi nodi dell'ECN saranno tutti italiani a dimostrazione dell'immediata ricezione nella penisola delle potenzialità delle nuove tecnologie. Nei primi anni '90 le bbs iniziano a diffondersi mentre il dibattito vede delinearsi un'area cyberpunk legata al circuito dei centri sociali e caratterizzata da un approccio più consapevole verso le ripercussioni dei nuovi media sulla società e per questo rivendica l'accesso ad essi come nuovo diritto, hands-on. Nel '92 anche la legge inizia ad attrezzarsi con la legge 518 sul copyright, a cui risponde la Shake con il libro "No copyright, nuovi diritti nel 2000" a cura di Decoder, un utile guida per iniziare ad orientarsi su un tema che acquisterà sempre maggior importanza: la proprietà intellettuale. Nel '94 dopo l'approvazione delle prime leggi in materia di crimini informatici (legge Conso) avviene la più importante operazione repressiva in rete: l'Italian Crackdown porterà alla chiusura di oltre 150 bbs. Nonostante ciò continuano in tutta Italia le iniziative sia teoriche che concrete, si riflette sulle potenzialità del mezzo ma a questo punto anche sull'agibilità politica, nascono nuove realtà, on-line e off-line, con l'obiettivo di avvicinare la popolazione alla comprensione e all'utilizzo della telematica. A metà degli anni '90 possiamo già riconoscere i confini del nostro arcipelago che si riassume nel motto: tecnologia al popolo, e si concretizza in progetti come VTTV di Strano Network che offre ai suoi 5000 utenti e-mail gratuita e chat con interfaccia ad icone, nei corsi sull'uso della rete organizzati al Forte Predestino da AvANa, nei punti di accesso gratuiti allestiti nello stesso Forte Predestino e al cybercafe zut. Nel '95 nasce Tactical media crew rivendicando il rifiuto del copyright in nome del diritto alla copia e nuove forme di informazione/comunicazione per il movimento, a testimonianza della vitalità dell'hacktivism italiano inoltre Strano Network nel solito anno idea e organizza il primo netstrike, contro gli esperimenti nucleari a Mururoa. In questo stesso periodo l'avvento di Internet spinge l'ECN a trasferirvi molti dei suoi contenuti ed anche le aree messaggi nasce così: Isole nella rete, grazie al quale hanno potuto usufruire dei vantaggi offerti dalla telematica anche tutte quelle realtà, collettivi, associazioni, centri sociali, che pur rimanendo sulla terra ferma sentivano la necessità di socializzare idee ed esperienze, e per le quali è tuttora il principale punto di riferimento. Nel '97, un altra isola, Kyuzz catalizza quell'area che abbiamo definito cyberpunk, la cui maturazione e componenti si confrontano nel "hack it'98", il bilancio di questo primo incontro tenutosi al CPA di Firenze è sicuramente positivo per la qualità dell'evento ma soprattutto per la metodologia organizzativa, tutto si è svolto attraverso una mailing list, abolendo la divisione tra organizzatori e partecipanti si è garantita la più completa trasparenza ed orizzontalità. Nel frattempo tra il '97 e il '98 altra ondata di attacchi da parte di giornali e magistratura, tra querele per diffamazione e accuse di pedofilia, si cerca di bloccare Isole nella rete sequestrandone il server, ma inutilmente, una volta viene scagionato in nome della libera espressione e la seconda volta poiché non generando i log sarebbe un provvedimento ingiustificato. Il segnale è comunque chiaro si vogliono limitare i già pochi spazi di confronto colpendo chi da voce alle voci discordanti, l'ECN risponde aprendo il primo anonimous remail italiano: se consideriamo la privacy un diritto nel mondo reale perché dovremmo accettare di poter essere costantemente seguiti e rintracciati nel mondo virtuale?
Prima di continuare con la storia recente facciamo un salto indietro per osservare l'entroterra di questo processo, più attivista e meno hacker anche il movimento ha subito forti mutamenti. L'incontro di Arezzo "centri sociali: che impresa" nel '94 fa emergere le differenze che erano sempre esistite tra i centri sociali, lo scontro ruota intorno ai temi no-profit e impresa sociale sostenuti dalle realtà più radicate (area nord-est, milano, roma) mentre vede contrarie le altre realtà che privilegiano una pratica più radicale. Gli anni successivi vedranno da un lato svilupparsi numerosi progetti e collaborazioni tra centri sociali e amministrazioni, mentre dall'altro un intensa campagna repressiva per quanti non accettano di scendere a compromessi. In ogni caso si sta chiudendo un'epoca. Tra i soggetti che cercano di raccoglierne l'eredità due sono quelli che interessano di più la nostra ricerca: le tute bianche e i social forum. Quello che mi preme sottolineare delle prime è il rapporto con i media, che è anche la loro caratteristica principale, nate in quei centri che avevano aperto il dialogo con le istituzioni le tute bianche intraprendono la strada della contestazione-spettacolo, azioni simboliche, grandi coreografie, scontri concordati con la polizia, l'effetto mediatico è sicuramente notevole ma il movimento è destinato a fallire sotto l'acuirsi delle contraddizioni reali: Genova 2001 il sogno si infrange. Quando il potere smette di giocare le tute bianche esplodono, nel 2000 a Bologna però dalla loro attenzione per i media era nata Indymedia Italia, che sopravviverà anzi uscirà rafforzata dal il violento attacco repressivo G8 dell'anno successivo. Indymedia rappresenta un salto di qualità nel panorama italiano, non più un contenitore ne una semplice area messaggi ma un vero media indipendente, completo e competitivo, che sfruttando a pieno le possibilità della tecnologia si muove in maniera flessibile, orizzontale e trasparente. L'altro soggetto a cui accennavo, i social forum, ci interessano perché sono l'esperienza che più ha compreso e assimilato il concetto di rete, nel giro di un paio di anni infatti grazie a questo sistema di scambi e comunicazione un movimento praticamente sprovvisto di analisi è riuscito ad aggregare migliaia di persone. Il Social Forum Europeo svoltosi nel nov 2002 a Firenze rappresenta l'esempio più alto di un evento completamente organizzato tramite rete, dimostrando la validità non solo dello strumento in se ma anche del modello rizomatico che presuppone. Concludiamo con le ultime due isole di questo arcipelago, Artistici/Inventati è un progetto a due soli (come si autodefinisce) nato a giugno del 2001, anche se non capisco il perché di questo sdoppiamento che rende solo ridondanti le parti uguali dei due siti, il suo manifesto riassume in maniera chiara e consapevole i vari temi di riferimento dell'etica hacker elaborati in questi anni in Italia dall'area che ho cercato di presentare e a livello internazionale da molti altri ma nonostante offra numerosi servizi il progetto rischia attualmente di concludersi per mancanza di soldi… problema questo che d'altronde attanaglia quasi tutte le realtà dell'antagonismo in rete e in terra.
SCHEDE
"Per sistema aperto diversamente noi intendiamo quel sistema di tipo comunicativo che strutturalmente abilita a una comunicazione di tipo orizzontale, in ogni momento e senza limitazioni di qualsivoglia ragione, attori e soggetti sociali disomogenei tra loro" (da Decoder n6)
Indubbiamente il capostipite del cyberpunk italiano il gruppo decoder, formatosi nell'86 intorno alla Calusca city light di Milano, è stata la prima realtà ad intuire le potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione e del modello rizomatico, in particolare per il movimento e in generale come strumenti intrinsecamente democratici per tutta la società. Fondamentali nell'attività del gruppo sono l'omonima rivista Decoder e la casa editrice Shake Underground, attraverso cui iniziano a circolare anche in Italia interviste, documenti, testi della scena cyberpunk internazionale oltre naturalmente alle riflessioni dei suoi fondatori. Cresciuti nell'humus degli anni '70, in particolare da quella corrente visionaria e dissacratrice che nel '77 ha visto implodere il movimento, e poi nei centri sociali autogestiti, affiancano ad un'approccio colto, intellettuale che si esprime appunto nel campo letterario la volontà di mettere in pratica i principi affermati. Venuti in contatto già a fine degli anni '80 con le principali esperienze europee si impegnano a propagandare la costruzione di una rete telematica che funga da collegamento per il movimento. Dal lavoro svolto in questo senso non riuscirà ad emergere subito una rete unica ma attraverso la loro opera di sensibilizzazione e grazie ad una rete, non telematica, preesistente tra i centri sociali nel giro di qualche anno l'Italia potrà vantarsi di avere una delle reti "antagoniste" più ramificate; proprio come avevano sperato: "la rete deve essere pensata come il più aperta possibile, ma anche la più democratica possibile. Senza cioè luoghi privilegiati di trattamento dell'informazione, e quindi il più decentrata possibile."(Decoder n5). Il livello qualitativo dell'analisi e la capacità di recepire le istanze più avanzate sono evidenti anche solo scorrendo i titoli editi dalla Shake che da "Giro di vite contro gli hacker" (B Sterling) a "TAZ"(H.Bey), da "no copyright" ( R.Valvola Scelsi) al recente "cripto"(S.Levy), toccano tutti i nodi più scottanti delle discussioni su nuovi media, hacker, libertà d'espressione e condivisione delle informazioni, offrendoci punti di vista insoliti o poco conosciuti ma soprattutto sempre propositivi di un nuovo modello sociale. Da questo punto di vista il rifiuto del modello comunista, influenzato secondo me dal periodo storico, li porta a volte a sopravvalutare la portata del cyberpunk, che pur criticando l'attuale sistema non si propone di cambiarlo, o per lo meno non cerca una strategia coerente per farlo ma si limita a rivendicare pezzetti di libertà, a proporre soluzioni parziali per problemi che riconosce strutturali. Ciò nonostante l'attenzione posta al tema della democrazia, non come elemento astratto ma nella ricerca di possibili soluzioni pratiche (uso dei nuovi media) per ottenerla, è il motore di un processo la cui validità e ripercussioni essenzialmente positive, anche in quanto strumento di autoanalisi, portate all'interno del movimento e del dibattito italiano restano fondamentali: oggi probabilmente sarebbero ancora in meno a preoccuparsi di un tema sempre più centrale come la libera circolazione delle informazioni, delle libertà digitali, non ci sarebbe una rete antagonista, ne strutture organizzative orizzontali come quelle che abbiamo visto all'opera ultimamente e il movimento sarebbe molto più disgregato.
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Cronologia
'86 appello di Moroni al movimento a confrontarsi con i nuovi media, rispondono gomma e raf.
'87 nasce all'interno della calusca la fanzine Decoder, fondatori: uvLSI, gomma, valvola, philopat, rosi, marina.
1988-89 La redazione di Decoder fa un lungo tour nell'Italia del nord per confrontarsi con le realtà politiche circa il modello rizmatico da implementare nella rete. Purtroppo l'ipotesi di una unica rete non riuscirà ad affermarsi.
1990 luglio Durante il Festival di Sant'Arcangelo di Romagna organizzato da Decoder Il movimento "cyberpunk" italiano viene riconosciuto pubblicamente come possibile nuovo soggetto sociale
'90 visita di decoder al Chaos computer club di amburgo. Antologia Cyberpunk con la sintesi degli interventi principali dell'Icata'89
1991 luglio All'interno del Festival di Santarcangelo dei Teatri il gruppo Shake - Decoder organizza la rassegna "Tutta la tecnologia al popolo & seminari inter/attivi"
'91 area messaggi Cyberpunk (fidonet)
1993 primavera Esce "No copyright, nuovi diritti nel 2000", ShaKe, a cura del gruppo di Decoder che costituirà le basi teoriche per una risposta politica alla legge 518 sul copyright.
1993-1997Nasce Decoder BBS servizio telematico amatoriale
1995 marzo Decoder Media Party con presentazione del sito Web di Decoder e di Strano Network.
1997 28-maggio Il caso "Decoder-Mattino". Il magistrato Italo Ormanni di Roma, riferendosi a delle tavole grafiche sul n. 8 di Decoder, porta avanti la tesi che "la cyberfilosofia, la difesa della privacy e il diritto all'anonimato in rete sono da considerarsi comportamenti complici della pedofilia".
L'associazione Strano Network si presenta come un gruppo di lavoro elastico ma ben delineato, le cui attività sono tendenzialmente iniziative personali dei singoli componenti unificate dalla condivisione di un etica comune e al tempo stesso passaggi di un percorso che diventa collettivo. L'unitarietà del discorso complessivo è quindi il risultato dell'intreccio di percorsi individuali che si sostengono, alimentano, contaminano tra loro su temi condivisi. L'argomento di riflessione unificante è la comunicazione, molti sono artisti che attraverso l'arte, canale privilegiato in quanto forma di comunicazione per eccellenza, cercano di esporre le proprie riflessioni su questo problema. Complementari a questa riflessione sono le sezioni dedicate alla memoria, è attraverso le proprie radici infatti che ognuno di noi costruisce la sua identità, così succede anche qui: l'ipertesto sulle stragi di stato è una dichiarazione di antifascismo militante che si ricollega direttamente a quello sul G8 di Genova, che documenta il fascismo militante che ancora oggi caratterizza lo Stato, mentre attraverso l'esperienza di Cangaceiros ci viene riproposto lo slogan il politico è personale caro al movimento della fine degli anni '70 e denso di ripercussioni per i movimenti successivi. L'ultimo pezzo del puzzle è rappresentato dalla componente più esplicitamente hacker che articolata in varie sezioni sviluppa e argomenta i problemi della libertà in rete e dei diritti digitali, con informazioni utili (poxtasion mutante), approfondimenti storici (hackit, web disk) ed esperimenti pratici (copydown). Ritorno sul tema dell'arte perché il percorso di SN lo pone all'avanguardia, almeno in Italia, non solo/tanto per l'uso dei nuovi media quanto per l'elaborazione teorica, se l'arte infatti è morta da tempo non lo è la necessità sociale di essa, il gruppo ha digerito questa morte e propone nuovi orizzonti in cui appunto dell'arte rimane l'osso: comunicare valori sociali utili al progresso collettivo. La storia che hanno alle spalle, l'attenzione per le nuove tecnologie e per la comunicazione convergono in progetti come virtualtown e il netstrike, dove l'utilizzo dei media per realizzare progetti di utilità pubblica fa sfumare ogni connotazione artistica e ancor più la figura dell'artista, perdendo qualunque aspetto elitario e ristabilendo un equilibrio con la funzione di comunicazione sociale che le spetta. Superato il concetto di opera e di autore l'utente diventa inconsapevolmente spettatore d'arte ma consapevolmente soggetto comunicante, così si attua nell'arte un passaggio da supporto a motore della comunicazione che le restituisce senso. Tecnologia e storia, comunicazione e arte, come dicevamo è dall'intreccio di questi aspetti che emerge il senso complessivo, l'attitudine che lega pratiche e interessi diversi è l'approccio politico di fondo, la ricerca di percorsi di liberazione che partendo dal se si riflettono sulla collettività, la volontà a condividere gli strumenti, pratici e teorici, che si hanno: un etica della riappropriazione e della condivisione che non perde di vista l'analisi del contesto in cui viviamo.
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Cronologia
22 aprile 1993 nasce il gruppo Strano Network presso il centro sociale Ex-Emerson di Firenze Aprile-giugno organizza i "seminari permanenti di comunicazione antagonista" presso il Csa Ex-Emerson
Ott '94 nasce Virtual Town TV che in un anno raggiunge 5000 utenti ai quali fornisce email gratuita, chat, interfaccia ad icone Febb '95 Meeting "Diritto alla comunicazione nello scenario di fine millennio" al Museo d'arte contemporanea L. Pecci
Ott'95 crea insieme ad altre BBS toscane FirNet (di cui VTTV è l'host) e realizza al Cybercafè Zut la prima postazione Internet pubblica e gratuita di Firenze
'95 1° Netstrike ideato e organizzato da Strano Network e piattaforma principi etici
1995 Nascono i primi siti web dell'E.C.N.; sono gestiti da realtà italiane ("Tactical Media Crew" di Roma, "Strano Network" di Firenze, "Malcolm X" di Roma ??? e altri ???) ma prevalentemente ospitati dal provider "xs4all" (Amsterdam, Olanda) o da provider locali.
'96 gli atti del meeting vengono pubblicati nel libro "Nubi all'orizzonte", Castelvecchi editore
'97 stand festa nazionale dell'unità (FI). Mailing list Arty-party. Ipertesto stragi di stato
'98 partecipa al primo hackmeeting al CPA (Firenze)
"Hacktivism è l'azione diretta sulla rete. Hacktivism è il modo in cui gli attivisti del computer costruiscono i mondi dove vogliono vivere. Liberi." (dal sito)
AvANa: Avvisi Ai Naviganti, come dice il nome stesso nasce per avvisarci… di cosa? delle potenzialità, positive e/o negative, offerte dalle nuove tecnologie. AvANa ci avvisa che i computer e le reti sono strumenti di cambiamento sociale e terreno di conflitto e per questo dobbiamo usarli con consapevolezza perché possano essere strumenti di liberazione e non di ulteriore controllo, ci avvisa che esiste un modo nuovo di rapportarsi alla tecnologia creativo, irriverente e giocoso che mira a generare condivisione di saperi chiamato hacktivism, ma soprattutto ci ricorda che una volta avvisati tocca ad ognuno di noi agire con le forme dell'azione diretta proprie di chi vuole migliorare il mondo senza delegare a nessuno la responsabilità del proprio futuro. Nato nel '94 all'interno del CSOA Forte Prenestino il gruppo AvANa si iscrive da subito in quel percorso che dai primi anni '90 ha visto formarsi, attraverso una fitta rete di soggetti e collaborazioni, l'hacktivism italiano, rappresentando un esperienza importante sia per il buon livello teorico che per il grande impegno pratico. A differenza di molti altri soggetti dell'hacktivism l'impegno di AvANa sembra rivolto più al di fuori che dentro la rete, il sito pur essendo molto interessante mostra chiaramente di essere solo il riflesso di un attività più ampia, l'attitudine alla condivisione dei saperi, alla cooperazione, la voglia di "metterci le mani dentro", prendono vita e concretezza nei numerosi incontri, corsi e seminari organizzati in questi anni, che da "livello Zero" al "jet-net" hanno spaziato dall'alfabetizzazione di base all'uso di linux, programmi di grafica, sistemi in rete, html, crittografia. Così come rientra nella logica dell'hacktivism su un piano pratico il progetto Forthnet, realizzato nel '98, che risponde al problema dell'accesso con la cablatura del Forte Prenestino, permettendo la comunicazione interna tra i vari laboratori del centro e diventando nello stesso momento un punto Internet gratuito aperto a tutti. Il rapporto costante e diretto tra la rivendicazione dei diritti (accesso, comunicazione, condivisione, etc) a livello teorico e il lavoro pratico di riappropriazione e ridistribuzione degli strumenti necessari ad esercitarli è ciò che ha permesso ad AvANa di radicarsi prima ed ora di continuare ad evolversi.
http://www.forteprenestino.net/
Cronologia
'94 (16-17 Dicembre) AvANa BBS viene presentata durante la 2giorni PsycoSurf@MediaTrips al CSOA Forte Prenestino Punto posta elettronica gratuita dentro il Forte. Corsi "Livello Zero" sull'uso della rete.
'94 partecipa alla nascita della rete civica romana.
'98 progetto Forthnet, realizza la cablatura del Forte Prenestino
1998 novembre "Tra Bios e Biotecnologie: quali percorsi di liberazione all'interno di quali modelli di sviluppo", seminario partecipa 1998 dicembre "Neuromacchine - diritti digitali rovesci analogici" al centro sociale Bredaoccupata di Milano.
1999 settembre Hack-Lab Roma (collettivo Avana).
2000 hackmeeting al Forte Prenestino
2002/'03 jet-net: corsi formazione su linux
"Questa è una zona autonoma! Un luogo di visibilità, di relazione e di possibile ricomposizione per quei soggetti che i profondi mutamenti della nostra società in questi anni hanno frammentato e disperso, i soggetti non allineati al pensiero unico o rassegnati alla marginalità, i soggetti ancora desiderosi di costruire un movimento reale, che sappia cambiare lo stato di cose presenti."(dalla home page del sito)
Sotto la spinta della diffusione di Internet nel 1996 nasce Isole nella Rete con l'intento di trasferirvi i contenuti di ECN, nell'ambito di una discussione più ampia che si era sviluppata in Italia intorno alle BBS e alle nuove tecnologie della comunicazione, i promotori di questo progetto scelgono di proporsi come un contenitore per dare spazio sul web a tutte quelle realtà antagoniste che non si occupano di telematica. L'intuizione è giusta, infatti nel giro di poco tempo e tuttora Isole nella rete è un luogo di visibilità e incontro per buona parte del panorama antagonista italiano, vi si trovano decine e decine di pagine tra collettivi, centri sociali, siti di controinformazione, associazioni, con posizioni e pratiche anche molto distanti tra loro ma accomunate dalla convinzione che è possibile e necessario costruire un mondo differente. A distanza di quasi 7 anni il sito è continua a crescere, come dimostra il ricambio costante della colonna new entries, comunque pur essendo molto vasto una strutturato chiara e graficamente semplice ne rendono facile la consultazione, sia che vogliate cercare tra le presenze, sia che vogliate discutere in chat o nelle numerose mailing-list, o aggiornarvi sugli appuntamenti di movimento. La funzione svolta da InR nei suoi primi anni di vita è stata importantissima nel contrastare la crescente frammentazione che caratterizzava il movimento negli anni '90 dotandolo di un potente strumento, il fatto stesso di riunire in una situazione unica moltissime realtà ha dato visibilità ad ogni singolo soggetto ma soprattutto la forza che deriva dal non essere isolati, mentre attraverso le mailing list ha permesso a questi stessi soggetti di comunicare tra loro idee, appuntamenti e informazioni di ogni tipo, di conoscersi e di coordinarsi in una maniera fino ad allora impensabile. L'associazione che "non persegue fini di lucro ed ha come scopo lo studio e la soluzione dei problemi concernenti lo sviluppo ed il miglioramento della comunicazione in tutti i suoi aspetti, con particolare riferimento alla tutela della libertà e degli interessi degli utenti di servizi telematici" (art.2 dello statuto) è stata ripetutamente oggetto di attacchi da parte della magistratura e di campagne criminalizzatrici della stampa per il semplice motivo che tutto ciò che non si allinea con il pensiero dominante, che vorrebbe fare anche di internet solo un megasupermercato, viene attaccato e represso. Al giorno d'oggi parlare di censura suona inconsueto eppure non è scomparsa ed è soprattutto in rete che appare, forse perché negli altri media non è necessaria visto che sono tutti di proprietà di gruppi capitalisti e quindi raramente sono espressione di istanze differenti, in questo contesto il lavoro di resistenza fatto in questi anni da InR è ancora più importante. La scelta di non generare i log, l'apertura del primo anonymous remailer, per non parlare di tutti gli strumenti di difesa digitale presenti sul sito sono i passi di un percorso durante il quale l'associazione si è confrontata con i problemi della libertà di comunicazione dimostrando la propria convinzione e coerenza. Rispetto a media indipendenti più recenti come Indymedia conserva un impostazione meno fluida, in parte per motivi tecnici ma anche perché InR deve rimanere più statica, il suo obiettivo è raccogliere, ricomporre soggetti di per se frammentari, fornirgli in un certo senso un'identità, ricostituire un'appartenenza e per questo è necessario mantenere una continuità, anche formale, un ambiente che sia familiare e riconoscibile. Difendere la libertà d'espressione può sembrare una base identitaria minima eppure dati gli attuali rivolgimenti politici italiani, e non solo, quando dichiararsi comunista rasenta il reato e dopo le campagne repressive di cui dicevamo, diventa chiara l'importanza strategica di sostenere e difendere i pochi luoghi di agibilità politica esistenti.
http://www.ecn.org/....................................................................................................................................................inr@ecn.org
Cronologia
Primavera'96 nasce trasferendo su Internet i contenuti della rete ECN da una collaborazione traI gruppi e i collettivi ecn di Milano, Brescia e Bologna, Infodiret(t)e di Padova, .Zip e Zero! di Torino, e dei progetti "fratelli" di Strano Network di Firenze, Tactical Media Crew di Roma + individualita' sparse.
27 giugno 1998 Sequestrato dalla magistratura il server di Isole nella rete con l'accusa di diffamazione
26 agosto 1998 la polizia tenta un altro sequestro del server e sequestra due personal computer in casa del rappresentante bolognese di InR
26 maggio '99 articolo sui quotidiani del gruppo editoriale L'Epresso che associa InR alle "neo-BR"
Agosto 2000 il garante della privacy spagnolo chiede al suo omonimo italiano di intervenire su InR affinché rimuova il mirror del sito spagnolo ACTortura, reo di aver pubblicato i nomi dei poliziotti accusati di atti di tortura
15 ottobre 2000 l'ex parlamentare missino Giulio Caradonna chiede la rimozione di alcune pagine
18 ottobre 2000 Telecom Italia chiede la rimozione di alcuni marchi contraffatti comparsi sul siti di Hangarzone
10 agosto 2001 sequestrato su disposizione della Procura di Genova il sito www.netstrike.it ospitato su InR
Kyuzz è diventato un punto di riferimento dell'area cyberpunk italiana ospitando numerose zone di sperimentazione artistica, sia visiva che musicale, ma si presenta comunque come un semplice contenitore, la scelta di una homepage scarna indica che il senso emerge dall'insieme delle esperienze che qui si connettono e per questo non troviamo commenti o introduzioni che cerchino di dare unità al tutto. Da segnalare, tra gli altri, ordanomade dove troviamo le esperienze romane più avanzate nell'uso dei nuovi media, portatori di una cultura dal basso in cui arte, occupazioni e alterazioni della coscienza si intrecciano alla ricerca di percorsi di liberazione, di riappropriazione dei luoghi e di se stessi. Attualmente il sito nowar -piccolo network contro la guerra- è forse il luogo di visibilità di quest'unità sottintesa che si materializza su un tema specifico, no war, secondo la logica del lavoro in rete e della condivisione per cui ognuno contribuisce con le proprie capacità e conoscenze infatti stanno confluendo in questo spazio opere grafiche e mp3, tutte scaricabili, a sostegno delle campagne contro l'aggressione americana all'Iraq. Per quanto, come dicevamo, non ci siano rivendicazioni esplicite il server si colloca con decisione all'interno dell'arcipelago hacktivism italiano condividendone i valori, non solo attraverso i suoi "ospiti", ma a partire dal '98, quando il primo hackmeeting venne organizzato attraverso una mailing list ospitata proprio da Kyuzz, è inserito in una rete di link che forma ormai un grande ipertesto tra i siti più attivi nel portare avanti i temi della condivisione, no copyright, del diritto d'accesso ai nuovi media, della necessità di un uso consapevole e delle libertà in rete in genere. Per questo mentre sarebbe superfluo ribadire concetti già espressi nei siti "fratelli" risulta molto più interessante svilupparli ed esporli in maniera non teorica dando risalto all'esperienze e alle sperimentazioni di gruppi o singoli che comunque si riconoscono in essi.
Cronologia
'97 nasce a Roma
1997 fine anno. nasce Ordanomade
'98 l'hackit98 svoltosi al CPA di Firenze viene organizzato attraverso la mailinglist hackmeeting@kyuzz.org
1999 autunno Nasce Candida TV
"Indymedia si propone di dare strumenti a chiunque per "creare il proprio media", per poter essere in grado di informare su eventi e situazioni spesso occultate o falsificate dai media mainstream: un vago obiettivo di lungo termine quindi potrebbe essere quello di aiutare e facilitare lo sviluppo di media indipendenti in ogni parte del mondo" (dal sito italiano)
Nata nel 2000 Indymedia ha rappresentato un salto di qualità impressionante rispetto ai precedenti approcci alla controinformazione. La caratteristiche che ne fanno un media differente dai grandi network commerciali da un lato ma anche dalle precedenti esperienze di controinformazione derivano da scelte apparentemente organizzative, l'utilizzo di software open-publishing permette sia di limitare i costi in maniera considerevole che di avere una organizzazione trasparente e realmente orizzontale. La gestione è collettiva e non centralizzata poiché la redazione può costituirsi lì dove l'evento accade collegandosi via e-mail o canali IRC. Il software è la grande novità strutturale di Indymedia, in esso si concretizza un ideale di democrazia che annulla la distinzione tra fruitore, datore e soggetto della notizia. Chiunque può pubblicare in tempo reale e raggiungere tutto il mondo. Si attua così la riappropriazione del processo stesso di produzione dell'informazione che viene liberato, reso accessibile e trasparente in ogni sua fase di elaborazione. Indymedia è un luogo di informazione e non ha una posizione politica, non si propone di dare risposte ma di cercare gli strumenti per farle emergere collettivamente, quindi essendo "di chi la fa" riflette necessariamente il punto di vista di coloro che vi lavorano e che giornalmente confrontano le proprie idee con quelle degli altri, da ciò emerge una posizione sostanzialmente anticapitalista a favore di modelli di sviluppo e di governo alternativi. E' un laboratorio costante che sperimenta a partire dai media la possibilità di autorganizzarsi dal basso, in maniera assolutamente non gerarchica, in risposta al sistema capitalista che ci vuole isolati, soli, paurosi e quindi deboli, propone il valore costruttivo della collaborazione, dell'unione, applicando il principio della condivisione a tutti i livelli: il software è sotto licenza GNU, il materiale è no copyright, e per le scelte si segue il metodo consensuale. La frase "I mezzi sono il fine. Il viaggio è la destinazione" di Matthew Arnison, membro del gruppo Catalyst che ha sviluppato Active il primo software di Indymedia, spiega bene il concetto di identità tra i principi e la pratica di questi attivisti. L'esistenza di Indymedia ha quindi un duplice valore, il primo è di essere un media indipendente e attendibile in grado di fare informazione su scala mondiale competendo con i media mainstream, completamente inaffidabili in quanto espressione dei gruppi capitalistici mondiali o nazionali che li finanziano, l'altro è quello di sperimentare e dimostrare la fattibilità di nuovi modelli organizzativi basati sull'autogestione e la convinzione che non sia necessario delegare a nessuno ciò che vogliamo.
italy.indymedia.org................................................................................................................................... italy@indymedia.org
Cronologia
30 nov '99 nasce a Seattle come organo di controinformazione per il WTO
giugno 2000 primo nodo italiano a Bologna durante le mobilitazioni contro il meeting dell'OCSE
luglio 2001 assume un ruolo fondamentale nell'organizzazione ma soprattutto nella copertura mediatica del G8 di Genova, non a caso il media center installato alla Diaz viene anch'esso devastato dalla barbarie poliziesca
Febb 2002 sequestrati materiali documentari sul G8 in varie sedi italiane
BIBLIOGRAFIA
Cyberpunk, antologia di testi politici. a cura di Raf "Valvola"Scelsi, Shake edizioni, Milano,1990
No copyright, nuovi diritti nel 2000. a cura di Raf "Valvola"Scelsi, Shake edizioni, Milano,1994
Giro di vite contro gli hacker. Bruce Sterling, Shake edizioni, Milano,1993
Le tecnologie dell'intelligenza, il futuro del pensiero nell'era dell'informatica. Pierre Levy,Ombre corte, Verona, 2000
Cybercultura, gli usi sociali delle nuove tecnologie. Pierre Levy, Feltrinelli, Milano 1999
L'intelligenza collettiva, per un antropologia del cyberspazio. Pierre Levy, Feltrinelli, Milano,1996
Hacktivism, la libertà nelle maglie della rete. A Di Corinto e T.Tozzi, Manifestolibri, Roma, 2002
Net strike, no copyright, Et (-:, pratiche antagoniste nell'era telematica.a cura di Strano Network, AAA edizioni, Bertiolo, 1996
L'etica hacker, e lo spirito dell'età dell'informazione. Pekka Himanen, Feltrinelli, Milano, 2001
Decoder enciclopedia per l'anno 2000, raccolta volumi 5/6. rivista internazionale underground, Shake edizioni, Milano