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HACKERS
Da " The Media Lab.- INVENTING THE FUTURE AT MIT "di Steward
Brand e da" Hacktivism-La liberta' nelle maglie della rete"
di Di Corinto - T.Tozzi
Why programmers Work at Night - Chi programma di notte -
Gli HACKERS inventarono se stessi intorno al 1961, un evento ricordato
da Steven Levys in " Hackers: heroes of the computer revolution."
Seymour Papert il quale era cocapo al MIT del Laboratorio di Intelligenza
Artificiale in quei giorni ricorda : " gli hackers stavano creando
l'avanguardia dell'informatica. Senza istruzioni specifiche iniziarono
a programmare velocemente senza badare ai dettagli. Essi fecero la prima
grafica del computer, il primo processore di parole, i primi computer
games, il primo timesharing ( sistema operativo a condivisione di tempo).
Se cercavi di dire loro cosa dovevano fare non ti davano retta, dovevi
invece catturare la loro attenzione.Al MIT ci sono ancora oggi ( il riferimento
e' alla data del testo 1987 ) alcuni Hackers ma prevalentemente rimane
la loro gloriosa tradizione.Claude Shannon nel 1953 prendera' due assistenti
di laboratorio di nome J. McCarthy e M. Minsky i quali parteciperanno
, nel 1956, ad una conferenza al Dartmouth College finanziata dalla fondazione
Rockfeller che sara' l'inizio delle ricerche sull'Intelligenza Artificial.
I due assistenti, successivamente, fonderanno il dipartimento di Intelligenza
Artificiale al MIT. Attorno a loro, in particolare a Minsky, si riuni'
un gruppo di studenti che verranno riconosciuti come i primi Hackers che,
con il loro appassionato lavoro di programmazione, getteranno le basi
per l'informatica attuale. Intorno agli anni 60 i computers erano considerate
macchine costose e quindi per pochi eletti,in camice bianco; in questo
clima si perviene ad un punto d'incontro tra alcuni studenti del MIT che
si accingono ad un approccio particolare col computer: "tutta la
tecnologia al popolo". Era nata l'etica Hacker. Questa e' fortemente
antiautoritaria, si oppone alla burocrazia e ad un accesso riservato alla
macchina. L'etica hacker cerchera' di rendere l'uso del computer accessibile
a tutti e di accelerarne i tempi di calcolo nonche' la possibilita' a
tutti di accedere ai computers del MIT ( considerato allora come ora il
il piu' alto concentrato tecnologico del mondo). Un altro aspetto, il
principale, dell'etica hacker era la condivisione dei linguaggi e dei
saperi in modo da permettere la cooperazione a distanza, per diversi gruppi,
per realizzare obiettivi comuni, con scambi continui di indagini di ricerca.
Al MIT, Marvin Minsky che era un difensore della liberta' degli Hackers
a quel tempo annoto': " gli Hackers dovevano ritirarsi dagli schemi
previsti nei primi anni del 60 non potendo seguire una linea ortodossa
perche' la loro conoscenza era superiore a quella dei professori."
Osserva Brand : "Oggigiorno necessariamente non ne sanno piu' dei
professori e ci sono inoltre altre differenze tra gli Hackers di allora
e i programmatori di oggi. Questo fatto appare molto chiaro al Terminal
Garden (sala dei computers ), anche se il linguaggio Hackers e' ancora
molto usato. Gli Hackers del 60 erano molto grassi, oggi i programmatori
sono magri e un terzo sono femmine.Frequentemente viene detto loro cosa
devono fare ed essi lo fanno, nonostante cio' lo zelo per l'esplorazione
e per l'iniziativa di gruppo resta ancora. Brand dice:" Ho chiesto
a Valter Penter qual'era l'attrazione del Garden per gli Hackers ed egli
rispose che la' c'era tutto un equipaggiamento interessante per loro e
in piu' potevano esercitare la socializzazione di gruppo." L'ultimo
e miglior equipaggiamento e' sempre stato quello per cui c'era sempre
concorrenza per poterci lavorare sopra ma anche per altre macchine piu'
comuni la concorrenza era forte. I programmatori stavano molto insieme
ai compagni a mo' di Hackers ( il termine e' intraducibile e presumibilmente
il suo significato sta per chi modifica righe di codici in modo improvvisato
pur di far funzionare un software) stando nel Garden e passando la notte
legati alla tastiera. Questo modo di utilizzare il Garden dava un'aria
di vissuto alla sala, che l'autore trovava attraente ma non tanto gli
sponsor che vi entravano.Ma siccome si sa' sempre in precedenza quando
deve venire uno sponsor, i ricercatori si toglievano i jeans e le scarpe
a tennis per mettere cravatta e calzoni e sopattutto toglievano i plaids
accumulati sul pavimento che vinivano usati per la notte.L'orario di lavoro
dei programmatori somiglia a quello dei musicisti ossia va dal tardo pomeriggio
fino al mattino seguente e questo fatto non e' sorprendente perche' i
programmatori sono spesso anche musicisti. Il lavoro durante il giorno
e' prevalentemente amministrativo, di notte con meno telefonate e cicli
di computer piu' lunghi la concentrazione e' chiaramente migliore. La
brigata notturna al Terminal Garden puo' prendere pause dal lavoro e socializzare
pero' l'evento principale e' il lavoro finalizzato e tutti coloro che
lavorano in quelle ore lo sanno e lo rispettano. La programmazione di
notte e' come un sogno, un periodo esclusivamente mentale, di intero assorbimento,
senza luogo, senza tempo, smembrato. " L'uomo elettronico" non
ha corpo fisico proclamo' recentemente Marshall McLuhan. C'era molta attenzione
al dibattito per quanto concerne la questione se il computer avrebbe aumentato
l'intelletto umano. I computers permettono ai programmatori di vivere
al limite delle loro abilita''imtellettuali costantemente spostando e
premendo quel limite sempre piu' in la'. Come i centauri della mitologia
essi diventano "CYBORGS" parte umana e parte macchina. Il programmatore
piu' di ogni altro studente al MIT ha l'aria dell'alieno e cio' e' considerato
una cosa positiva. Le toilettes del terzo piano del Lab hanno i profili
a silouette di un marziano al posto dell'insegna maschio-femmina sulle
porte. Gli studenti tendono ad essere la colla che tiene integro quel
posto. Dei 140 membri del Lab , 65 sono laureati in Arti Mediali e Scienze
mentre altri 37 sono UROPers, cioe' studenti del programma di opportunita'
del Mit che permette ai laureandi di partecipare ai programmi di ricerca
guadagnando pochi dollari all'ora in uno qualunque dei 45 laboratori dell'istituto.La
politica del Mit verso lo studente e' rivoluzionaria. Il prsidente Jerome
Misner concede che le nuove materie interdisciplinari siano portate avanti
dagli studenti stessi e non dalle Facolta'. Infatti e' possibile che uno
studente possa iniziare un programma dalle caratteristiche che possano
attirare altri studenti e cosi' in poco tempo nasce un movimento nuovo.
Questo e' successo con la biofisica, la biochimica e la simulazione economica
con la utilizzazione dei computers. "Il segreto del Mit ( dicasi
successo) e' che abbiamo gli studenti migliori del paese, cio' che fanno
gli insegnanti o come lo fanno e' irrilevante". Addirittura Visner,
che e' il capo del Media Lab, sostiene che l'indicazione del successo
o fallimento di un progetto al Media Lab lo si vede subito dal numero
degli studenti che ne viene attratto.Nel 1981 la maggior parte degli hackers
del MIT si trasferirono alla Symbolics e venne detto che l'unico vero
hacker rimasto al Lab AI era Stallman. Questi era un eccellente programmatore
ma aveva degli ideali estremi per quanto riguardava la sua professione
- egli credeva che tutto il software dovesse essere dato via gratis.Il
significato del termine hacker e' quello che si applica con genialita'
per creare un risultato intelligente chiamato" hack". L'essenza
di un Hack e' che viene realizzato velocemente ed e' spesso inelegante,ma
riesce ad ottenere lo scopo desiderato senza modificare la struttura del
sistema in cui viene effettuato. E' alla terza edizione by Eric S. Raymond
(ed) from MIT Press -" New Hacker's Dictionary"
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