Tribù Astratte |
Un
popolo in MOVIMENTO
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Le vie di
Seattle "Un nuovo
mondo è possibile" è stato lo slogan che da Seattle a Genova ha fatto
da colonna sonora a tutte le campagne antiglobalizzazione. E sui metodi
che permettono di portare avanti le istanze di cambiamento del cosiddetto
popolo antagonista si è discusso e si discute tanto fuori e dentro il
movimento, al di là delle piazze e degli appuntamenti istituzionali
degli organismi internazionali più contestati, dal G8 al Wto. Perché,
si sa, dalle piazze le immaggini che passano sono gli scontri, i feriti
e le violenze, niente dibattiti, niente progetti politici e controproposte.
Di campagne e iniziative, invece, i gruppi e le realtà che si riconoscono
nella lotta antiglobalizzazione ne organizzano di continuo, in tutto
il mondo. Dai contadini di Bovè in Francia, ai Sem Terra brasiliani,
alla rete di Lilliput di casa nostra, a Wandana Shiva in India. Iniziative
e campagne a tutti i livelli, locali e internazionali, con un unico
leit motif: il pensiero glocal contro quello unico del potere costituito.
E l'azione diretta. Dove, però, azione diretta, non per forza significa
violenza e non si limita alle tensioni di piazza. Di azione diretta
parlano anche i gruppi pacifisti ( tutte le associazione che aderiscono
alla Rete di Lilliput, ad esempio) e il riferimento è a tutte quelle
iniziative che, in un modo o nell'altro provano ad intaccare il processo
di mondializzazione dell'econimia e del pensiero con proposte concrete.
In quest'ottica diventa azione diretta anche il Buy Nothing Day, una
sorta di giornata contro il consumismo sfrenato a cui si risponde semplicemente
non comprando niente. "Una volta si comprava quello che serviva per
vivere - recita il documento scritto per lanciare la campagna (www.adbusters.org)
- adesso, che non abbiamo bisogno di niente, compriamo per altre ragioni,
per passatempo, per impressionare gli altri, per riempire un vuoto.
Appena il 20% della popolazione mondiale usa l'80% delle risorse naturali
della Terra. Il nostro consumismo sta uccidendo il pianeta". Il Buy
Nothng Day, quindi, vuole far riflettere sul modo di comprare e sugli
effetti che produce. "Scopri il potere che hai da consumatore - continua
il documento - per cambiare i processi economici". Le campagne di boicottaggio
poi sono le più note e le più pubblicizzate. La Nestlè, la Nike, la
Monsanto, McDonald's e la Danone, sono tra le grandi multinazionali
più prese di mira dagli antagonisti di tutto il mondo. Per ragioni diverse,
ma sempre legate alla logica dello sviluppo sostenibile contro il mercato
selvaggio. Di iniziative contro McDonald's ad esempio, i contestatori
ne organizzano di tutti i genere. Una delle più famose è "McNudo", libretto
di appena 48 pagine al prezzo di sole 2000 lire, in cui si svelano tutte
le tecniche pubblicitarie e i metodi di produzione del cibo in vendita
nei fast food della catena. In occasione dell'inaugurazione del punto
di Trento, poi, alcuni volontari di associazioni tra cui Tam Tam per
Korogocho, Italia Cuba, Tremembè e Unimondo, hanno diffuso volantini
contro la catena di fast food e hanno distribuito documenti anche nelle
scuole dando origine a dibattiti e discussioni tra studenti e professori.
Strettamente legate alla questione alimentari, poi, ci sono le inizaitive
di promozione dei prodotti locali e biologici contro, oltre McDonald's,
gli organismi geneticamente modificati e i cibi trasgenici. A Modica,
qualche settimana fa l'apertura di una McDonald's ha scatenato le reazioni
delle associazioni locali che hanno organizzato una degustazione di
pecorino locale e altri prodotti tipici. Un confronto senza storia:
il formaggio fresco contro l'hamburger in serie. Resistenza ai Frankenfood
ed alla Biopirateria ha lanciato, invece, la Campagna Comune Antitransgenico
alla quale hanno aderito già 89 amministrazioni locali italiane tra
cui Roma, Genova, la regione Toscana, la Provincia di La Spezia, Gorizia
e tanti altri. Non solo piazze e scontri, insomma. Il tentativo è quello
di andare oltre la contestazione urlata proponendo un'alternativa concreta
alla globalizzazione e al libero mercato. |