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TELEMATICA-
Satana sul sito di Roma
-------------------------------------------------------------------------------- Il parroco siciliano ha denunciato così il fatto, indignato perché l'indirizzo delle pagine incriminate esordiva con www.comune.roma.it/, vale a dire con la Url del sito del Campidoglio. Che immediatamente è intervenuto. "Foro Romano Digitale - dice Mariella Gramaglia, responsabile del sito del Comune - ha rotto in modo gravissimo il rapporto di fiducia con l'amministrazione. Ci hanno raggirati sia nel merito (contenuti con inviti molto espliciti e violenti all'orgia, al sesso con i bambini, a perversioni sadiche), sia nelle modalità, con la contraffazione del nostro indirizzo". Cosa c'era di preciso nelle pagine dello scandalo? "Nient'altro che la citazione di un brano letterario pubblicato su una rivista a distribuzione nazionale e acquistabile in tutte le librerie", dicono in un comunicato i partecipanti al Foro romano digitale. Che aggiungono: "La citazione è all'interno del progetto 'Femminile nella fantascienza: modelli di scrittura' che è anche una tesi di laurea discussa con successo alla facoltà di lettere di Roma". Macché, risponde Mariella Gramaglia, "non è vero che si tratti di un testo relativo a una tesi di laurea, è un testo di una violenza terribile. Nella colonna di sinistra c'erano tra l'altro simboli e formule magiche che, secondo gli esperti, servono all'organizzazione di messe nere. Mi dicono inoltre che cliccando sulla figura dell'Anticristo che campeggiava sulla pagina si andava direttamente su siti di pedofilia. È gente da cui guardarsi" Al di là della questione specifica, la polemica è scoppiata perché non sono state cancellate soltanto le pagine sataniste. Ma quelle di tutte le associazioni non-profit, 63 in totale, a cui il Comune aveva offerto ospitalità. Che da un giorno all'altro si sono trovate, incolpevolmente, fuori dalla Rete. "I link alle pagine degli ospiti del sito sono temporanemente disattivati". Compaiono solo queste undici parole sul video di chi clicca sul bottone "Associazioni non-profit" della sezione "Oltre il confine" della rete civica del Comune. Eppure proprio quella sezione si presenta al navigatore come uno spazio di grande libertà: "Il visitatore potrà vagabondare tra i siti che sono graditissimi ospiti dell'amministrazione comunale, ma che vivono in piena autonomia, elaborano le loro pagine e offrono informazioni sui temi più vari della vita cittadina". È facile immaginare lo sconcerto dei gruppi oscurati. Fra essi c'è per esempio Peacelink, associazione di pacifismo telematico, il cui club romano era ospitato sul sito del Campidoglio. "Ci auguriamo - dice Carlo Gubitosa, segretario nazionale aggiunto di Peacelink - che la denuncia di una singola pagina non penalizzi ulteriormente tutte le associazioni di volontariato che non sono più in grado di offrire dei servizi informativi". Fuori Rete anche il Cipax, Centro interconfessionale per la pace, che fornisce servizi bibliotecari e di formazione nel settore dell'educazione pacifista. E poi, solo per citare le associazioni più conosciute, il Wwf, la Lipu, Libera, la Croce rossa, la Cgil università, l'Associazione per la pace. Ma qual è la ragione dell'oscuramento generalizzato? Il Comune risponde che c'è necessità di dare ordine all'accesso alle pagine del Comune. "Le password per mettere materiali nel nostro sito - continua Mariella Gramaglia - erano state date anni fa dal mio predecessore. Per una questione di pulizia ho pensato fosse mio dovere verso i romani azzerare una situazione di cui nessuno sembrava sapere nulla. Non muore nessuno: si tratta solo di rifirmare il codice deontologico e nel giro di dieci giorni li rimetteremo in Rete". Difficile però spiegare alle associazioni che motivo c'era di bloccare tutto. Nulla escludeva infatti che - ferma restando l'immediata cancellazione della pagina satanista - si potessero ricontrattare gli accessi mantenendo le pagine sul web. È il secondo caso, questo, di oscuramento di interi blocchi di sito, in poco più di una settimana. Il 29 giugno la procura di Vicenza aveva infatti sequestrato il server del sito "Isole nella Rete", che a sua volta ospitava oltre 15.000 pagine di associazioni di volontariato e non-profit. In una delle pagine - gestita da una associazione pro-Kurdistan - era infatti comparso l'invito a boicottare una agenzia di viaggi milanese che organizzava tour in Turchia. Il server è stato poi dissequestrato tre giorni dopo, ma anche in quel è risultata determinante la mobilitazione del popolo della Rete. (10 luglio 1998)
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http://www.fortunecity.com/tattooine/forbidden/246/censura.html http://www.repubblica.it/online/internet/turchia/comune/comune.html http://www.geocities.com/ResearchTriangle/9717/frd.htm |