Il movimento antiglobalizzazione
si manifesta inizialmente come attivismo anti-aziendale e anti-marchio.
Verso la fine degli anni '70 il logo era giunto al suo massimo splendore, ma
il movimento attivista si era indebolito, perché nessun mezzo di opposizione
attirava l'attenzione di uno seppur energica generazione giovanile.
Oggi c'è stato un rinnovamento del movimento che attraverso il fenomeno
dell'interferenza culturale adotta modi irriverenti e fantasiosi di opposizione.
Se il logo oggi si è costruito una diffusione mediatica sempre più
moderna ed efficace, l'antilogo si appropria di quelli strumenti per l'opposizione.
L'opposizione al marchio è stato più di una volta una questione
trascinata fino nei tribunali:
in questo modo il movimento attivista si è scoperto in tutte le sue parti,dalle
femministe del gruppo Common Threads contro la Guess che sfrutta le lavoratrici
fino agli ambientalisti contro i McDonald's e Shell.
Uno dei movimenti più variato è nato nel 1995 con il nome di "reclami
the street" (RTS) ed è composto da musicisti, attivisti antiaziendali,
artisti politici, new age, ed ecologisti radicali.
Dalla sua nascita il movimento ha occupato strade, incroci, persino tratti di
autostrade mediante raduni volontari.
Il luogo di incontro scelto da RTS rimane segreto fino al giorno prestabilito
(come i rave).
Migliaia di persone si riuniscono in un punto prestabilito e in massa si muovono
dentro un furgone equipaggiato con un potente impianto sonoro che viene parcheggiato
ai lati di una strada che verrà occupata.
I messaggi "respira", ""strada finalmente libera" vengono
declamati con sottofondi musicali.
Dopo Seattle, i movimenti prima furtivi e quasi clandestini, si sono resi conoscibili
in tutti i loro aspetti. Tutt'oggi vi è una miriade di movimenti con
sistemi di opposizione diversi, alcuni trans nazionali tutti riconducibili sotto
il nome di NO GLOBAL.