Il segno
Nella terminologia saussuriana il significato e il significante sono gli elementi
del segno. Questo termine segno è molto ambiguo; si inserisce infatti
in una serie di termini affini e dissimili: segnale, icona, indice, simbolo,
allegoria sono i principali rivali del segno.
"Nella linguistica la nozione di segno non determina competizione nei termini
vicini". Per designare la relazione significante, saussure ha subito eliminato
simbolo, in favore di segno, definito come l'unione di un significante e di
un significato, o anche di un'immagine acustica e di un concetto. Prima che
Saussure trovasse i termini significanti e significato, segno è rimasto
ambiguo, in quanto tendeva a confondersi con il solo significante, cosa che
saussure voleva evitare ad ogni costo.
Il segno è quindi composto di un significante e di un significato.Il
piano dei significanti costituisce il piano d'espressione e quello dei significati
il piano di contenuto. In ognuno di essi Hjelmslev ha introdotto una distinzione
che può essere importante per lo studio del segno semiologico; per Hjelmslev
ogni piano comporta infatti due strata: la forma e la sostanza. "La forma
è ciò che può essere descritto, semplicemente e coerentemente,
dalla linguistica; la sostanza è l'insieme degli aspetti dei fenomeni
linguistici che non possono essere descritti senza ricorrere a premesse extralinguistiche".
La distinzione forma/sostanza può ridivenire utile e facile da usare,
in semiologia, nei seguenti casi: 1) quando abbiamo a che fare con un sistema
in cui i significati ineriscono a una sostanza diversa da quella del proprio
sistema; 2) quando un sistema di oggetti comporta una sostanza che non è
immediatamente significante, ma può essere semplicemente utilitaria:
una certa pietanza serve a significare una situazione, ma anche a nutrirsi.