L’età della stampa

 

 

Il problema di riprodurre in più esemplari scritti e immagini, interessò fin dai tempi remoti tutti i popoli, ma una soluzione diversa dalla copiatura a mano si ebbe soli in tempi relativamente recenti: in Cina, nel sec. IV, si diffuse la cosiddetta "stampa tabellare". Una lastra, prima di legno poi di rame o bronzo, veniva incisa con il testo (scritti e illustrazioni) da riprodurre impresso al rovescio: i figli venivano poi stesi uno alla volta sulla lastra inchiostrata e leggermente compressi in modo che su di essi rimanesse l’impronta dei grafismi. Questo metodo (xilotipia), adottato più tardi anche in India e nei Paesi islamici, si diffuse durante il Medioevo in Europa, ma essenzialmente per la produzione di carte da gioco, immagini sacre e, talvolta, orazioni e bandi.

Nel sec. X, sempre in Cina, ebbe inizio la stampa con caratteri mobili, prima in legno poi in terracotta; il primo "libro" stampato con caratteri mobili di piombo, mediante un torchio tipografico, venne realizzato in Corea nel 1409. Contemporaneamente, in Europa, si era perfezionata la stampa tabellare su lastre metalliche soprattutto a opera di stampatori olandesi e tedeschi, ai quali si devono anche i primi tentativi per realizzare caratteri tipografici mobili in metallo e l’uso di nuovi inchiostri a rapida essiccazione. Chi risolse i problemi della produzione di un elevato numero di caratteri tutti uguali, del perfetto allineamento delle righe di stampa composte e di un metodo rapido d’impressione su fogli di carta fu Johann Gutenberg, che, in collaborazione con Johann Fust e Peter Schoeffer, inventò il compositoio e la forma di stampa per caratteri mobili in piombo e introdusse il torchio da stampa, derivandolo da quello per vino allora in uso.

Gutenberg e i soci stamparono, fra 1445 6 1460, in più copie assai nitide, una grammatica, un calendario, alcune "lettere d’indulgenza", un salterio e le famose Bibbie. Con Gutenberg, il nuovo metodo di stampa, noto in seguito come tipografia, si affermò rapidamente: da Magonza passò via via in tutta l’Europa e alla fine del Quattrocento non esisteva città importante che non avesse una sua tipografia. Pur se la tecnica era primitiva, i torchi a braccio di questi prototipografi diedero opere meravigliose: nel sec. XVI fu tutto un fiorire di classici, di opere in volgare, di volumetti spesso impreziositi dalle illustrazioni realizzate a parte col metodo della xilografia e poi inserite nella composizione prima della stampa.

Il progresso nell’arte della stampa fu notevole nell’Ottocento, secolo in cui furono introdotti, e in gran parte sviluppati, i sistemi di stampa ancora oggi in uso, che permisero le tirature necessarie e a basso costo perché i prodotti di stampa (libro giornale) fossero accessibili a un vasto pubblico. La stampa di libri, giornali, riviste ebbe, e ha, un’importanza primaria non solo nella divulgazione della cultura, ma anche nella formazione sociale e civile dei popoli e nel progresso stesso della tecnica.