Le
Comunità Virtuali
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Nonostante la società del XXI secolo sia la società dell'informazione e della specializzazione della conoscenza, si parla poco dell'impatto dei nuovi media nella vita quotidiana degli individui, ed in particolare, delle nuove forme di aggregazione che gli stessi sperimentano per comunicare. Tra queste modalità che sfruttano la potenza delle nuove tecnologie, vi sono anche le cosiddette "comunità virtuali".
Internet
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Fin dalla sua nascita, uno dei più grandi punti di forza della Rete è stata la sua capacità di aggregazione: sono moltissime le possibilità di socializzazione che Internet offre ai suoi utenti, soprattutto verso quelli che non amano fermarsi alle semplici suggestioni delle chat, ma hanno voglia di costruire qualcosa insieme agli altri. È questo il motivo per cui le comunità virtuali (di qualunque tipo) riscuotono da sempre un notevole successo. All'interno di Internet la quantità di informazioni a disposizione dei navigatori è davvero impressionante, tale da costringere chi ne deve fare un qualche utilizzo ad imparare a selezionare le fonti, per soddisfare al meglio i propri interessi. Si sta inoltre venendo a formare in rete, un vocabolario telematico sulla base di milioni e milioni di singole interazioni via cavo, che riflette il modo in cui stanno cambiando le personalità nell'era della saturazione da mass media. I giovani di tutto il mondo, quella che gli esperti di Internet chiamano Net Gener@tion, sono pronti a sperimentare questo vocabolario come loro lingua di aggregazione, abbattendo spazi territoriali e confini geografici, arrivando ad identificarsi in un'unica comunità di interessi, quella appunto dei cybernauti. Tutto ciò è favorito dal fatto che alcune persone, trovano ideale rifugiarsi in luoghi della mente in cui poter dare massima libertà alle proprie sensazioni, opinioni ed angolature da cui guardare il mondo; indipendentemente da sesso, religione, parte politica. La società dell'informazione e della comunicazione sta diventando sempre più "technology driven", perché proprio nella comunicazione "mediata", gli individui ritrovano il senso della compartecipazione, della solidarietà, della collaborazione. Persone incapaci di discutere insieme in una stanza, si dicono disposte a collaborare a distanza ad un progetto comune, volenterose di apportare i loro valori più intimi e slegati da qualsiasi formalismo sociale. La rivoluzione industriale, l'economia del lavoro e la necessità di trovare luoghi di aggregazione, hanno avvicinato gli uomini al punto di condizionarli a vivere "schiacciati" in città generose di traffico, smog, delinquenza, ammassati in appartamenti piccoli e dagli esili muri, costretti a partecipare alle vicende altrui, anche quelle meno interessanti. L'individuo sociale scopre invece, con Internet, il gusto di vivere con gli altri in modo meno costrittivo, di costruire città digitali dove circondarsi di individui che condividono i suoi stessi interessi, di prendere le distanze da una società intrusiva e generalista, di concedere la propria presenza e la propria partecipazione solo a progetti e vicende degne di attenzione. Le modalità di interazione tra soggetti, mediate da Internet, sono più libere, più democratiche e coinvolgono gli individui anche solo per periodi di tempo determinati e su tematiche di interesse certo. Inoltre Internet è il media incontrollabile per definizione, quello per il quale nessun organismo è in grado di calcolare il numero di pagine messe in rete o il numero di persone che lo frequentano abitualmente. E' il media delle stime e delle ipotesi, a differenza del determinismo con cui si tendono a catalogare radio, televisioni, linee telefoniche ecc. È dunque logico che la rete attiri milioni di persone a condividere una "vita digitale" alternativa a quella reale, dove poter dar sfogo a quei valori individuali che la società moderna rifiuta o non gratifica pienamente. Questo senso di libertà potenzialmente infinita di parola, opinione, atteggiamenti, conduce gli individui a prendere contatto con gli altri con maggior disponibilità al dialogo ed alla conoscenza reciproca, pur sempre mantenendo le distanze; tanto che a differenza delle comunità tradizionali dove prima si incontra la gente e dopo la si conosce, nelle comunità virtuali è esattamente il contrario. Non mancano però le sorprese, poiché questo mezzo di comunicazione per sua propria natura sarà sempre soggetto a "falsificazione" (i soggetti si sentono liberi di mentire sulle proprie caratteristiche personali), anche se la sicurezza che da ciò ne deriva, lo renderà sempre un luogo dove gli individui tenderanno a svelarsi molto più intimamente di quanto siano disposti a fare senza la mediazione del video o dello pseudonimo. In verità però, anche questo elemento della falsificazione va ridimensionato, poiché nel cyberspazio ci si può ingannare sulle persone che stanno dietro le parole, al pari di persone conosciute al telefono. La sensazione che ne deriva in entrambe i casi è quella di averle immaginate diverse da quelle che in realtà appaiono.
Vita
nelle comunità virtuali
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Il modo di fare amicizia in rete è diverso da quello della vita reale. Nella società tradizionale, cerchiamo di condividere esperienze nell'ambito di conoscenti, vicini e colleghi, per trovare persone con interessi affini. Ci scambiamo poi informazioni, esponiamo e discutiamo interessi e, a volte, diventiamo amici. In una comunità virtuale possiamo andare direttamente nel luogo in cui vengono discussi i nostri argomenti preferiti, conoscere persone che hanno in comune le nostre passioni e che usano le parole in un modo che troviamo interessante. In questo senso, l'argomento coincide con l'indirizzo Internet: non si può semplicemente alzare la cornetta e chiedere di essere messi in contatto con qualcuno che voglia parlare di alta cucina o di storia medievale templare; si può però partecipare ad una teleconferenza su uno di questi argomenti e poi entrare in corrispondenza pubblica o privata con le persone incontrate là. E' il vantaggio di vivere nel cyberspazio, e nelle sue comunità cosiddette virtuali. Ognuna di queste piccole o grandi colonie rappresenta un esperimento sociale in corso di realizzazione, dove è possibile vivere nuove tipologie di interazione uomo-uomo ma altresì uomo-macchina. Non solo infatti è possibile abitare nelle comunità virtuali, ma in un certo senso è la comunità stessa a vivere in noi, esattamente nella misura in cui le conversazioni restano nella nostra testa fondendosi con la vita reale. L'interazione, madre di questa fusione è quella con il mezzo (il computer e la rete), dalla cui confidenza emerge la capacità di colloquiare con gli interlocutori al di là dello schermo. Potremmo dunque definire le comunità virtuali come i luoghi del cyberspazio, dove individui organizzati in gruppi aperti di discussione, condividono gli stessi interessi e percepiscono una coesione tra loro e con il mezzo, che permette loro di comunicare. Chat, città digitali, BBS, newsgroup, MUD, sono tutti esempi che realizzano questa definizione all'interno della rete. Business Week, in uno dei suoi numeri, sostiene che il 57% degli utenti ritornano sistematicamente sugli stessi siti piuttosto che vagare nel cyberspazio e ben l'89% di questi dichiara di appartenere ad una qualche comunità telematica.
Geocities
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Tra queste, l'esempio più eclatante è Geocities, città digitale con oltre 500.000 abitanti che crescono di 5.000 unità ogni giorno, con 34 quartieri differenti in cui poter chiedere in affitto qualche centinaia di m2 in megabyte. Geocities è nata da un'idea di un esperto di marketing, David Bohnett, che ha poi saputo trasformarla nella più famosa e frequentata città virtuale esistente al mondo, uno dei siti più visitati di tutta la rete, e una macchina da soldi per i suoi inventori. Trovare casa in Geocities non costa nulla, basta collegarsi al sito, iscriversi al servizio, cercare il quartiere più adatto al proprio gusto e trovare uno spazio libero dove piazzare la propria homepage. Poi l'aspirante cittadino virtuale deve dotarsi di un buon manuale HTML, oppure andarselo a pescare nella rete, per costruirsi la propria casa virtuale.
Tripod
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Un altro esempio di aggregazione in rete tra individui è Tripod. Questa comunità virtuale deve il suo successo non tanto alla creazione di dimore virtuali per i propri utenti, ma all'offerta di veri e propri servizi. Tripod offre chat line per i suoi aderenti, l'angolo dei consigli del medico e degli annunci di lavoro.
Cybertown
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Allo stesso modo accade in Cybertown, la Las Vegas dei divertimenti in rete, città progettata per il gioco in tutte le sue possibili forme, con l’aggiunta di poter visitare gallerie d’arte tra un black jack ed una mano a poker.
"Oceania"
e "City of the Sun"
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Di pari interesse è Oceania, comunità marina ispirata al mito di Atlantide rivisitato in chiave cyber e City of the Sun, creata dal suo fondatore, Luigi Taruffi, per far interagire ambienti reali e virtuali in perfetta simbiosi.
Comunicare
nelle comunità virtuali
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In tutti questi casi ogni membro ha a possibilità di comunicare contemporaneamente con tutte le persone della comunità con la conseguenza di rendere il numero di messaggi che transitano ogni giorno su Internet non precisamente calcolabili. Questo accade perché ognuno si sente sollecitato dalla possibilità di realizzare una comunicazione molteplice pluridirezionale dei propri messaggi e ciò confermerebbe il fatto che a tutt'oggi quasi l'80% del traffico in Internet è attribuito a servizi di posta elettronica e comunicazione digitale. Per non perdere questa enorme mole di informazioni in movimento, sono in atto tentativi di archiviare memorie storiche, che rendano, alle future generazioni, il quotidiano di una fase così interessante di evoluzione della rete. Ogni tentativo non consegnerà comunque e giustamente, il quadro globale di Internet che, per sua stessa natura, non può essere imprigionata nelle stesse maglie di cui è madre. Per ovviare al problema di mantenimento di un archivio generale della rete, ogni comunità virtuale mantiene la propria memoria comunitaria, preservando così i momenti più significativi della propria storia. Questo permette ai nuovi arrivati di poter conoscere i potenziali interlocutori, il loro carattere e le loro discussioni, già prima di entrarne direttamente in contatto semplicemente attraverso la lettura del file delle Frequently Asked Questions. Poter leggere degli argomenti trattati e scoprire il tono delle discussioni on line, è un'arma molto preziosa per i nuovi arrivati, che permette loro di capire se la comunità prescelta è quella giusta. Paradossalmente si potrebbe assistere a situazioni in cui non si decide di entrare in un gruppo perché gli altri interlocutori sono troppo rissosi, calmi, superficiali o tecnici. Ciò favorisce il crearsi di più luoghi di dibattito per uno stesso argomento a seconda dell'impostazione che i partecipanti sapranno dare alla discussione.
Interazioni
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Anche se lo spirito, che guida le discussioni in una certa comunità virtuale, può essere differente da quello di tutte le altre, tutte condividono uno stesso elemento di fondo. L'utilizzo infatti di differenti "confraternite", per condividere informazioni ed opinioni in rete, è un buon modo per moltiplicare il livello individuale di esperienza, ma alla base vi deve essere in ogni caso la piena adesione ad un modello comunitario caratterizzato da una buona dose di senso di solidarietà e di compartecipazione interessata alle esperienze altrui. La reciprocità, d'altronde, è un elemento fondamentale in tutte le culture di mercato, ma l'accordo solidale che fa da collante alle comunità virtuali di successo, è una vera e propria "economia di scambio" in cui gli individui realizzano qualcosa per condividerlo con altri, oltre che per sé, rispondendo al desiderio di realizzare un progetto comune. Quando Bill Gates fondò la Microsoft, impose modelli di comportamento imprenditoriali in contrasto con il concetto di economia di scambio di cui sono permeate le comunità virtuali. In sostanza tra i programmatori d'America non si capiva quale ragione potesse sostenere la vendita di "pezzi" di software che nelle BBS (Bulletin Board System) erano prelevabili gratuitamente. Si dava per scontato che l'iniziativa fallisse, proprio perché opposta allo spirito comunitario e totalmente gratuito di Internet. Ad ogni modo, nelle comunità virtuali, non si è mai abbandonato quel senso di "gratuità" della propria competenza, posta al servizio degli altri; spirito che nella maggior parte dei casi conduce a cercare nella gratificazione e nel riconoscimento del proprio lavoro, il fine ultimo per il quale molti contributi vengono realizzati. La "competenza" presentata con eleganza è una moneta preziosa nelle comunità di tutto il mondo. L'intelligenza e l'uso della lingua vengono lautamente ricompensate se si impara ad influenzare l'attenzione e l'emozione con la parola scritta. Una stessa richiesta di informazioni via em@il è spesso contraccambiata con maggior altruismo, nel caso ci si accorga che chi richiede è più generoso, simpatico, pertinente e gradevole. Un sociologo direbbe che nelle comunità virtuali "la percezione della mia utilità accresce il mio capitale sociale".