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Il corpo postorganico

 

 

di Teresa Macrì

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(conferenza a cura di Tommaso Tozzi per il progetto “Arte, Media e Comunicazione”, 1997)

 

Il corpo nella nostra società complessa è divenuto il luogo dove avvengono gli incontri/scontri di controllo sociale. E' su esso, infatti, che tutte le tensioni socio-culturali trovano il loro acume esplosivo. E' una sorta di campo minato al cui interno i conflitti esistenziali vanno a condensarsi e fluidificarsi. E' il territorio dove il potere tenta la propria follia assoggettatrice più devastante: come dimenticare l'integralismo islamico che si afferma nell'imposizione dell'hijab arabo e come, nel regime dei Talaban,  non tenere conto della libertà violata del velo integrale imposto alle donne. La sopraffazione corporea  è dunque una sorta di privilegio simbolico in uso dal potere nelle culture di fine secolo. Questa centralità del corpo è rifluita prepotentemente oggi nella dimensione estetica tramite una corporeità in mutazione divenendo una sorta di mappa all'interno della quale si possono percepire tutti i flussi di cambiamento sociale e culturale. La trasformazione della  corporeità è, in realtà, avvenuta fin dagli anni sessanta con la Body Art, momento in cui artisti e performer avevano  intuito che il sistema artistico  andava scavalcato attraverso l'utilizzo del proprio corpo. Il corpo, infatti, diveniva il momento espressivo e creativo, il fulcro mediale con cui sfalsare il sistema dell'arte basato sull'economia dei ruoli: gallerista-artista-mercante- collezionista. L'intero circuito veniva affossato con la operazione performatica proprio perché il prodotto immateriale creato dall'artista vanificava tutto il procedimento classico su cui era fondato l'iter artistico. Questa sorta di svuotamento, avvenuto grazie a una sorta di produzione di effimero culturale, ha collassato il sistema artistico negli anni successivi nononstante gli effetti siano  stati percepiti con molto ritardo.  Nel corso degli anni è venuta fuori, in maniera, inoppugnabile,  la drastica rivoluzione semiologica dell'effetto performance e la rottura fondamentale che questo tipo di evento ha comportato, ossia l'affermazione del soggetto ai danni dell'oggetto.  Rovesciamento che è avvenuto proprio perché negli anni sessanta esisteva un contesto controculturale che stimolava e propelleva questo tipo di tensione. Il "porsi contro" come poetica e come desiderio di svuotare la piattezza intellettuale tradizionale. Il produrre effimero come affermazione di una sensibilità in rinnovamento.  Un dissenso che comprendeva il pensiero globale estetico e che sconfinava sia nell'attività teatrale di quegli anni dai gruppi off come il Living Theatre, Bread & Puppet sia nella cinematografia underground sia nelle pratiche nichilistiche operate dal movimento punk come il piercing e il tatuaggio. Era in realtà un contrapporsi alla sensibilità dominante con atteggiamento dissacratorio e antagonistico, e molto spesso ideologizzato. In questo campo di sperimentazione identitaria, il corpo, era al centro di questa idea di rinnovamento estetico.

La performance, atto di radicalizzazione dell'espressività corporea, in realtà non è mai stata compresa/compressa in nessun movimento né in nessuna corrente vera e propria: Chris Burden e Paul McCarthy appartenevano alla cultura critica californiana  mentre quasi tutti gli altri performer erano europei, gli azionisti nascevano in Austria per esempio. Ciò che li legava era, appunto, un sentire comune che li conduceva inesorabilmente verso i meandri affascinanti e inquietanti della psicoanalisi e tutto ciò che la sua indagine  tirava fuori. Il punto nodale dell'intera parabola performatica è qui racchiuso: nella pratica liberatoria dell'evento corporeo, dell'azione catartica, della liberazione pulsionale, nelle rimozioni dell'inconscio finalmente decristallizzate. Se un momento essenziale esiste nella storia della performance è proprio nell'azione che essa attiva nei confronti dello spettatore che viene, per la prima volta, deruolizzato e incanalato verso un processo di sommovimento sensitivo. In pratica la performance attraverso la sua pratica shock attiva, nel corso di una tempo soggettivo, una sorta di catarsi emotiva. E' sulla sensibilità fruitiva che essa agisce più che su quella del performer. E' una sorta di piccola terapia psicanalitica. E' chiaro che le scienze sociali che hanno determinano la trasformazione dell'essere in soggetto in questo inizio secolo sono il marxismo e la psicanalisi. Insieme hanno tentato di individure le zone interne ed esterne della complessa macchina umana e insieme honno tentato di stabilire delle condizioni per restituire al soggetto una condizione di benessere. Non sempre è stato possibile. Nel nostro fine secolo ciò che sembra divenuto dominante e fondamentale, per la ristrutturazione esistenziale, è il pensiero bioetico. E' grazie ad esso, forse,  tutte le spinte più radicali dell'espressione corporea, sono riesplose nell'ultimo decennio, affiancate da una consapevolezza scientifica esorbitante.  Così l'ossessione del corpo, negli anni 90, ha seguito tutti i processi di evoluzione tecnologica: la comunicazione in rete, il pensiero satellitario, l'essere globalizzato come centro di sviluppo interrazionale. Ma è nella sperimentazione medica con l'avvento della biotecnologia che nasce il più affascinante accesso alla trasformazione della soggettività. E' con la accelerazione delle possibilità genetiche che si stà sviluppando una nuova ridefinizione del soggetto. E' nella sua coscienza di non essere più immutabile che si apre l'universo mutativo dell'essere al mondo. Anche se la maggiore e più attraente novità è l'alterazione del concetto di natura, la sua inarrestabile metamorfosi. Che la natura umana possa alterarsi non solo per motivazioni estetiche (come è il caso degli interventi di chirurgia plastica per esempio) ma per necessità più funzionali come per esempio il trapianto di organi, è una delle possibilità conclamate della quotidianeità.

Il corpo postorganico, dunque, non è rappresentato esclusivamente  nella sua dimensione più fascinosamente estetica tramite l'avvicendarsi delle performance di Orlan, Stelarc, Antunez Roca e via dicendo. La postorganicità è questo momento ibiridante tra carne e protesi, tra materia vivente e quella artificiale che consente il ribaltamento delle potenzialità umane durante la propria esistenza. La mutazione, termine estremamente pericoloso, intende ricorrere solo alla sfera della conoscenza: conoscere l'intera sequenza del DNA, utilizzare le tecnoscienze applicate, rendere possibile la procreazione artificiale.

Il corpo postorganico come  dimensione del presente ha elaborato un raccordo magico con la soggettività degli anni sessanta, più intima e conflittuale, con quella attuale, più socializzata verso le forme anarchiche dell'esistente (virus, contagi, stermini etnici, violenza quotidiana) seguendo la profondità della psiche. Se negli anni sessanta ciò che l'attività performatica tendeva a recuperare era il campo psicanalitico (freudiano) ora la soglia che più si avvicina alla performance postorganica è la psiconcologia come scienza della riscrittura di identità. E' appunto questa scienza inquietante che accompagna le modificazioni del corpo vivente (amputato, reciso, violentato dalle malattie tumorali) con la complicità prostetica. L'inserimento nel proprio corpo di organi altri e le modificazioni psichiche che questa operazione comporta nell'individuo già formato. E' una sorta di rinascita non accettata. Il riconoscersi continuamente, l'affermarsi continuo comunque e sempre. Tutta l'attività artistica legata alla performance degli anni novanta ha intravisto in questi procedimenti di riscrittura del soggetto questi buchi neri, queste possibilità entusiasmanti e perturbanti al tempo stesso: l'artista ha la necessità di rappresentare e riprogettare l'esistente in fibrillazione. La performance anni novanta ha tentato di indagare questo campo: tormentato, macabro, estremo,  pericoloso. Quello su cui ci interessa riflettere in questo momento è l'esistente, la sua trasformazione capillare. Il lato morbosamente sensazionalistico delle pratiche performatiche di Orlan, di Stelarc e Marcel.Lì Antunez Roca non minano assolutamente questa straordinaria avventura trasformativa della soggettività contemporanea.

 

 

 

 

Glossario:

 

Corpo Il corpo è la vertigine simbolica del fare contemporaneo, il luogo dove si incrociano estetica, morale e politica, il territorio dove avvengono e si intessono i rapporti tra regolamentazione e controllo sociale. Il corpo è lo spazio fisico dove si innestono i processi di ridefinizione identitaria e di ribaltamento dei ruoli sessuali e sociali.

 

Body Art Corrente artistica nata negli sessanta sviluppatasi negli anni settanta in cui il corpo diviene l'elemento espressivo e creativo del discorso artistico. L'interesse dei bodisti è quello di approfondire la conoscenza dell'essere attraverso la passione psicanalitica e la pratica rituale della corporeità.

 

Tatuaggio Il tatuaggio è la sintesi irresistibile per la fascinazione delle pratiche di appartenenza archetipe(maori, haitiane) e l'attrazione per l'iscrizione carnale dell'apparire contemporaneo. Il rito investito è il medesimo:l'incisione dolorosa sulla pelle di un segno polimorfo permanente che crea identità.

 

Performance Estremizzazione artistica sviluppatasi dalla Body Art: il corpo si aurorappresenta attraverso una serie di azioni estreme e shockanti. E' in realtà un modo dell'artista di mettersi in gioco direttamente scardinando tutte le forze pulsionali dell'io. Pratica artistica ripresa fortemente negli anni novanta attraversoun utilizzo massiccio della tecnologia.

 

Biotecnologie  Scienza che prevede l'utilizzo di agenti biologici, cellule e loro prodotti. Integra conoscenze e tecniche scientifiche varie dalla microbiologia alla ingegneria genetica all'immunologia. Le biotecnologie con la loro possibilità ricombinante hanno la proprietà di alterare la reltà naturale per una artificilale.

 

Postorganico La nuova architettura corporea contemporanea  prevede l'ibridazione tra l'organico e inorganico, tra cellula vivente e materia sintetica. Il passaggio epocale segna una nuova riscrittura del soggetto.

 

Psiconcologia. Scienza modernissima che è destinata a supportare ed accertare tutte le modificazioni della psiche durante e dopo qualsiasi alterazione del corpo. Più chiaramente la psiconcologia è la fusione della psichiatria che soccorre l'oncologia.