Wassili Kandinsky

 

Fondatore, a Monaco, nel 1912, del Blaue Reiter, la prima manifestazione dell’Espressionismo astratto, deve alla sua cultura orientale la spinta verso il rifiuto del razionalismo, in nome di un totale rinnovamento dell’arte in senso anticlassico, irrazionalistico, antinaturalistico.

Per questo tutta la sua ricerca, la sua didattica, la sua attività artistico-promozionale si impostano in posizione antitetica rispetto al Cubismo. Al concetto di "forma e rappresentazione", Kandinsky contrappone quello di un’estetica fondata sul segno. Egli crede alla forza simbolica dello spirito, che si manifesta in termini di lirismo interiore, espressione della sensibilità immediata.

Dopo un primo periodo, a Monaco, legato ad una rappresentazione simbolica ispirata al folklore, all’arte popolare russa, e alla ispirazione musicale, arriverà, nel 1910, al suo primo acquerello astratto nel quale, per altro, non superava alcuni riferimenti di carattere naturalistico. La sua pittura, dal allora, entrava sempre più in una fase musicale. È del 1911 il suo saggio "Dello Spirituale nell’arte". Attraverso tre gruppi di opere che egli chiama Impressioni, Improvvisazioni, Composizioni, passerà da un riferimento naturalistico ad un tipo di pittura in cui le forme diventano cristalline, lucide, rendendo astratte anche le istanze mistico-simboliche.

Dopo il periodo del Blaue Reiter tornava in Russia, dove rimaneva fino al ’21. Seguirà, a questi anni, durante i quali fu funzionario dell’amministrazione sovietica delle Belle Arti, e la sua produzione artistica fu molto rallentata, il periodo "freddo" del Bauhaus, quando aderirà definitivamente al Costruttivismo.

L’insegnamento al Bauhaus rappresentò per Kandinsky un lavoro enorme; prepara allora il suo noto testo "Punto, linea e superficie", nel quale difende la teoria della pittura, che, come quella della musica, ha lo scopo di trovare la vita, rendere percettibile la sua pulsazione e fissare in quello che vive ciò che è conforme alla legge. Egli analizza il punto, che è, allo stesso tempo, lo zero e il momento di intervallo tra il tacere e il parlare, e che, nella pittura, diviene elemento indipendente.

Se una forza esterna lo sposta sulla superficie, nasce la linea, retta se il punto è spinto da una sola forza, a zig zag o curva se due forze agiscono alternativamente, o allo stesso tempo. La superficie, a sua volta, può essere mossa nello spazio, specialmente a mezzo del colore.

L’ultimo periodo di lavoro di Kandinsky, a Parigi, rappresenta una sintesi straordinaria delle sue esperienze; sintesi di tecnica e intuizione, di irradiazione verso altre esperienze della sensibilità spirituale, in particolare verso la musica e verso il pensiero scientifico. Il colore, un colore splendente , sontuoso, simbolico, diventa allora protagonista assoluto.