In Italia gli inizi di un'attenzione
al medium televisivo come nuova tecnica artistica o come espansione delle
possibilità dell'operatività artistica, hanno origini lontane,
le quali partendo dall'esaltazione del "nuovo mezzo" in ambito Futurista
trovano con Fontana e il gruppo degli spaziali una precoce teorizzazione.
L'importanza dei nuovi media, ma anche della relazione tra video e arte, era
stata già anticipatamente avvertita all'avvio degli anni trenta in
ambito futurista con il manifesto "La Radia" firmato da Marinetti
e Masnata nel 1933.
Lucio fontana apre un'importante ma isolata riflessione teorica sull'uso creativo
del mezzo televisivo, a partire dal manifesto dello spazialismo (1947), fino
al Manifesto del movimento spaziale per la televisione (1952); scritto in
occasione della trasmissione sperimentale per la rai di Milano.
MANIFESTO DEL MOVIMENTO
SPAZIALE PER LATELEVISIONE,1952
Noi spaziali trasmettiamo, per
la prima volta nel mondo, attraverso la televisione, le nostre nuove forme
d'arte, basate sui concetti dello spazio, visto sotto un duplice aspetto:
il primo quello degli spazi, una volta considerati misteriosi ed ormai noti
e sondati, e quindi da noi usati come materia plastica;
il secondo quello degli spazi ancora ignoti del cosmo, che vogliamo affrontare
come dati di intuizione e di mistero, dati tipici dell'arte come divinazione.
La televisione è per noi un mezzo che attendevamo come integrativo
dei nostri concetti. Siamo lieti che dall'Italia venga trasmessa questa nostra
manifestazione spaziale, destinata a rinnovare i campi dell'arte.
E' vero che l'arte è eterna, ma fu sempre legata alla materia, mentre
noi vogliamo che essa ne sia svincolata, e che attraverso lo spazio, possa
durare un millennio, anche nella trasmissione di un minuto.
Le nostre espressioni artistiche moltiplicano all'infinito,in infinite dimensioni,
le linee d'orizzonte;esse ricercano un estetica per cui il quadro non è
più quadro, la scultura non è più scultura, la pagina
scritta esce dalla sua forma tipografica.
Noi spazialisti ci sentiamo gli artisti di oggi, poiché le conquiste
della tecnica sono ormai a servizio dell'arte che noi professiamo.
Ambrosiani, Burri, Crippa, Deluigi,
De Toffoli, Dova, Donati, Fontana, Giancarozzi, Guidi, Joppolo, La Regina,
Milena, Dilani, Morucchio, Peverelli, Tancredi, Vinello.